Ast, dalla ‘soluzione Arvedi’ al vuoto dei contatti con Edison: no energia, no Accordo

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«Senza l’Accordo di programma c’è bisogno di discutere il piano industriale nei contenuti e nei tempi di realizzazione tenuto conto del carattere strategico dell’azienda e delle sue produzioni a livello nazionale per rendere sempre più competitiva Ast nei mercati globali». Questo il monito lanciato dai sindacati ai parlamentari umbri che venerdì scorso li hanno incontrati nella sede Cisl di Terni dove si è tenuta una riunione fiume.

Arvedi-Ast Tutti i livelli istituzionali hanno ribadito che il costo dell’energia è una questione rilevante sia in Italia, sia in Europa per tutte le aziende energivore e bisogna lavorare per trovare una serie di soluzioni combinate – indipendentemente se il tema è a latere o dentro l’accordo di programma – per avvicinarsi alla proposta dell’azienda. «Da tutta la politica – rappresentano i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl – si è evidenziata, però, la necessità che l’azienda manifesti la propria disponibilità e l’elasticità ad adottare gli strumenti in essere, sapendo che soluzioni diverse sono difficilmente realizzabili». Tra quelle emerse dalla discussione, tre le principali: un decreto che sarà discusso nel prossimo Consiglio dei ministri per affrontare il caro bollette con particolare riferimento alle aziende energivore che potranno recuperare risorse attraverso il sistema ETS (Emission Trading Systems); il bando Energy Release 2.0 che scade in proroga il 3 marzo 2025; l’utilizzo della centrale Edison del polo chimico di Terni per il fabbisogno di Ast.

Energia «Sul primo punto – argomentano i metalmeccanici -, non possiamo che aspettare l’esito della discussione nel Consiglio dei ministri con la speranza che all’annuncio fatto due settimane fa si possa concretizzare il prima possibile. Sul secondo punto, nel confronto diretto con la direzione di Acciai Speciali Terni abbiamo recepito la disponibilità dell’azienda a aderire al bando, anche se la stessa azienda non lo ritiene risolutivo come unica istanza. Sul terzo punto abbiamo preso atto delle dichiarazioni del sindaco di Terni che ha sostenuto che la soluzione della centrale Edison è risolvibile da subito e con la volontà politica del Governo si potrebbero risparmiare anche i costi del vettore. Il sindaco inoltre ha dichiarato che Ast ed Edison sono già in contatto per valutare la fattibilità, il tutto monitorato dall’Assessore Cardinali, questa circostanza, però, non è confermata in quanto da una nostra verifica con l’azienda ci risulta che Edison, ad oggi, ha solo un mero rapporto commerciale di fornitura».

Acciaieria di Terni I metalmeccanici però ora attendono una nuova convocazione al tavolo del ministro Adolfo Urso per conoscere la risultanza della proposta con ‘solide basi giuridiche’ che Ast avrebbe avanzato, e poi per valutare eventualmente la nuova fase aperta e consentire la discussione del piano industriale sottolineando che comunque l’Ast non è un’azienda, ad oggi, in crisi. «Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Ugl – si legge ancora nella nota dei sindacati – verificheranno la disponibilità dell’azienda ad avviare la discussione e ad avere garantiti gli investimenti ambientali aggiuntivi a quelli produttivi come base essenziale per l’obiettivo minimo di salvaguardare gli asset, gli assetti e i livelli occupazionali dell’intero sito che deve diventare ancora più compatibile con l’ambiente. Per questo motivo gli investimenti per l’ambiente devono rimanere un capitolo a sé, perché servono per coniugare la prospettiva di sviluppo e la convivenza, visto lo storico legame tra la fabbrica e la città e il rapporto tra ambiente, salute, sicurezza e lavoro». Rimane l’appuntamento del 5 maro 2025 convocato dal Prefetto di Terni.

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