SINDACI DELLA VALNESTORE, COMUNE DI PERUGIA E ASSESSORI REGIONALI: SUMMIT ISTITUZIONALE IN UMBRIA SULLA PERUGIA-CHIUSI. PUO’ ESSERE LA CHIAVE PER IL RILANCIO DELLA STAZIONE | Prima Pagina

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PANICALE –  Il 15 febbraio scorso davamo notizia di un summit tra alcuni segretari di circolo del Pd della zona a cavallo tra la Valnestore e l’hinterland di Perugia svoltosi due giorni prima per iniziativa del circolo di Castiglion Fosco, frazione di Piegaro. In quell’articolo si rilevava un spinta del Pd per riportare nell’agenda politca la questione delle infrastruttture e in particolare quella del collegamento Perugia-Chiusi via Pievaiola e Sp 309 detta Moianese. Secondo noi era un buon segnale.

Il giorno dopo, esattamente il 14 febbraio, di summit ce ne è stato un altro. Sempre in Umbria, sempre in ambito centro sinistra, diciamo, ma stavolta però a livello più istituzionale che politico. Stesso ordine del giorno. Vi hanno partecipato i sindaci di Panicale e Piegaro Cherubini e Ferricelli, i gruppi consiliari dei due comuni, guidati dai capigruppo Marchesini e Melani, l’assessore Vossi e il consigliere Ragni in rappresentanza del comune di Perugia. E c’erano anche il capogruppo PD in consiglio regionale Cristian Betti e gli assessori regionali Simona Meloni e Francesco De Rebotti, che hanno le deleghe rispettivamente alle aree interne e alle infrastrutture. Meloni peraltro è espressione della Valnestore e Betti è stato sindaco di Corciano. Un parterre di tutto rispetto insomma.

Nel corso dell’incontro, è stato evidenziato il grave isolamento infrastrutturale che da decenni affligge la vallata, definito un un ostacolo significativo per lo sviluppo economico e sociale. “La Perugia-Chiusi, una delle arterie più importanti non solo per la Valnestore ma per l’intera regione Umbria, è stata al centro della discussione. Un corridoio strategico per l’intera regione, che collega le due regioni confinanti e che, idealmente, unisce la costa adriatica a quella tirrenica”, si legge in un comunicato diffuso al termine dell’iniziativa. Il testo così prosegue:  “Un intervento infrastrutturale moderno e sicuro lungo questo corridoio, infatti, potrebbe ridurre i tempi di percorrenza, favorire gli scambi commerciali tra i comuni e i centri urbani limitrofi, migliorare la sicurezza stradale, incentivare lo sviluppo turistico e facilitare la creazione di nuove imprese. Ciò consentirebbe non solo di attrarre investimenti ma anche di rafforzare il tessuto sociale locale, stimolando la coesione tra le comunità.

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Il collegamento dei nostri territori verso la Toscana e il Tirreno è una necessità indipendente dalla questione sull’ubicazione della prevista stazione alta velocità e viaggia su binari temporali diversi: le decisioni sulla stazione dell’alta velocità vanno prese subito mentre il collegamento orizzontale Chiusi-Perugia rientrerà tra le infrastrutture da inserire nella revisione del piano regionale dei trasporti”.

In sostanza i Comuni e le forze politiche di centro sinistra della Valnestore confidano molto nel nuovo corso regionale, targato Stefania Proietti.  In questo senso l’incontro del 14 febbraio è – secondo i promotori – “un primo passo di un percorso che vedrà i territori protagonisti, nell’ottica della partecipazione che gli esponenti della Giunta regionale ci hanno assicurato essere la cifra della nuova amministrazione regionale”.  A questo punto si può dire, parafrasando il gergo pallavolistico, che la Valnestore ha alzato una bella palla, che adesso Regione Umbria, Comune di Perugia e anche i comuni limitrofi sia sul versante umbro che su quello toscano (da Chiusi a Città della Pieve, da Chianciano a Cetona e San Bagni, da Paciano a Corciano, dai comuni dell’alto orvietano che confinano sia con la Valnestore che con la Valdichiana a quelli dell’Amiata, dovranno giocare al meglio per “metterla a terra”. Nell’interesse di tutti.

La presenza dell’assessore De Rebotti fa ben sperare circa l’attenzione della Regione Umbria.

Qualche mese fa, poco prima della sua elezione a presidente della Regione, Stefania Proietti, da presidente della Provincia di Perugia ann unciò lo stanziamento di 80 mila euro per uno studio di fattibiblità per l’adeguamento della Provinciale 309 detta Moianese o del Fornello, quei 10 km di tornanti tra Piegaro e Moiano che collegano la Pievaiola con la SR 71 e quindi con il nodo stradale e ferroviario di Chiusi. Sarebbe ineressante sapere se lo studio è andato avanti e quali risultati ha prodotto.

Su queste colonne lo abbiamo scritto decine di volte, fino alla noia: attualmente il tragitto Perugia-Chiusi (dalla zona dell’ospedale ex Silvestrini, dallo Stadio e PalaBarton, dalla zona commerciale Settevalli alla stazione di Chiusi) percorrendo la Pievaiola e poi la 309 Moianese, è di 40 km scarsi (39 per la precisione) e si può coprire,  tenendo conto di limiti di velocità, autovelox, semafori in 35-40 minuti. Con qualche intervento migliorativo sulla 309, i km potrebbero diventare 34-35, percorribili in meno di mezz’ora. E abbiamo scritto tante volte che Chiusi non è solo Chiusi e una stazione sulla Firenze-Roma: è anche connessione con Siena e via Terontola-Castiglione del Lago anche con Perugia. E’ il casello A1 Chiusi-Chianciano Terme e la porta per raggiugere rapidamente il casello di Fabro (20 km). E’ capolinea di bus per Perugia, Città della Pieve e i paesi rivieraschi del Trasimeno oltre che per Chianciano, Sarteano, Montepulciano e Monte Amiata e sede di servizio Taxi con oltre 10 operatori, di autonoleggi e noleggio con conducente. Chiusi e la sua stazione sono in Toscana, ma al confine con l’Umbria, la “bretella” per Fabro che comincia praticamente davanti al posteggio della stazione è tutta in Umbria, la zona produttiva-commerciale di Po’ Bandino è in Umbria, ma di fatto è il “spermercato” di Chiusi. Quella pievese in loc. Cardete e quella chiusina delle Biffe sono di fatto una sola area industriale-artigianale-commerciale contigua e integrata. Di queste cose l’Umbria può non tenerne conto?

Ovvio e “conseguente” che un collegamento stradale più rapido tra Perugia e Chiusi sarebbe utile ai due poli, ma anche a tutte le realtè attraversate (da Corciano a Tavernelle a Piegaro a Città della Pieve), non toglierebbe niente ad altri territori, e sarebbe anche un punto a favore per l’utilizzo e la valorizzazione della stazione di Chiusi anche nell’ottica dell’alta velocità ferroviaria , con una Media Etruria diffusa sulle tre stazioni esistenti (Chiusi, Arezzo e Perugia) senza spendere un euro nella inutile stazione in linea da realizzarsi ex novo. E potrebbe anche essere la chiave per riprendere in mano il progetto del Centro intermodale merci interregionale che era stato avviato a costruzione nel 2008 su progetto e finanziamento del Patto Territoriale Vato e poi è rimasto una scandalosa incompiuta.

m.l.





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