Quando un bambino perde un genitore per suicidio

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Per un bambino di 9 anni la perdita di un genitore è un’esperienza potenzialmente devastante. Ma quando quella perdita deriva da un suicidio, il dolore può diventare ancora più complesso e difficile da elaborare. In questi momenti, la psicoterapia può diventare un faro di speranza per il bambino, offrendo un ambiente sicuro e accogliente dove esplorare sentimenti così travolgenti.

Luca*, aveva perso sua madre , deceduta per un suicidio tre mesi prima. Confuso, spaventato e travolto dal dolore, Luca dimostrava atteggiamenti fortemente regressivi soprattutto a scuola e non sembrava recuperare le capacità di relazionarsi agli altri che possedeva prima dell’evento. A casa, il padre cercava il più possibile di regolare la propria emotività e per stare vicino al figlio aveva chiesto in azienda di poter lavorare completamente in modalità agile. Questo, se da un lato dava il beneficio della presenza, dall’altro aveva creato una sorta di bolla relazionale dalla quale la diade padre-figlio non riusciva ad uscirne, isolandosi sempre di più e rimuginando senza evoluzione senza riuscire a dare senso all’accaduto. È per questo motivo che è stato richiesto un intervento psicoterapeutico.

 

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In questo caso è stato deciso di attivare due percorsi paralleli, uno per il padre e l’altro per il figlio. Qui vogliamo raccontare nello specifico il percorso con il bambino.

La prima parte dell’intervento si è concentrata soprattutto sull’accoglienza empatica, al fine di creare un legame di fiducia che consentisse a Luca di sentirsi tranquillo e libero di esprimersi: questo è stato fondamentale per consentire al bambino di aprirsi e condividere i suoi sentimenti più profondi.

Inizialmente, Luca mostrava segni di rabbia, ma anche senso di colpa e confusione, in una alternanza piuttosto repentina e tendenzialmente disregolata.  Il terapeuta lo ha aiutato a esplorare questi sentimenti, offrendo sostegno e soprattutto validazione. Attraverso il gioco, il disegno e altre attività creative, Luca ha trovato modi diversi per esprimere ciò che provava, parlare delle proprie emozioni e soprattutto accoglierle e condividerle.

 

Ad un certo punto del percorso è stato introdotto uno strumento particolare: il The Grief Maze Game.

The Grief Maze Game® è il primo gioco da tavolo professionale (riservato a psicologi e psicoterapeuti)  in Italia finalizzato all’elaborazione del lutto. Si tratta di un vero e proprio gioco da tavolo come gli altri, in cui la persona è inserita all’interno di un labirinto e lanciando il dado si muove liberamente incontrando caselle-azioni. La figura del Vecchio Grande Saggio dà accesso ad alcune attività e giochi e/o consente di ascoltare frasi positive in modo che la persona possa alternare il lavoro sulla perdita ed il lavoro sulla ricostruzione della vita quotidiana.

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Grazie anche al The Grief Maze Game® che Luca, dopo una iniziale diffidenza, ha accolto con entusiasmo e partecipazione, il bambino si è permesso di lavorare direttamente sul suo dolore, controllando lui stesso i momenti in cui approfondire e quelli in cui lasciare, e di poterlo fare in un contesto ludico, ma al contempo serio.

Era talmente entusiasta del gioco ad un certo punto, che lui stesso ha chiesto di farci partecipare anche il padre. Così sono stati organizzati tre incontri congiunti durante i quali padre, figlio e psicologo hanno “giocato” con il loro dolore.

 

La terapia con Luca è stata un viaggio lungo e complesso, con alti e bassi lungo il cammino. Luca piano piano ha iniziato a trovare una sorta di pace interiore, si è permesso di onorare il ricordo di sua madre in modi significativi, comprendendo la scelta del genitore e accettando i sentimenti negativi che provava per questa scelta. Luca ha ripreso a socializzare con i compagni come faceva prima. il dolore non è sparito, la ferita non è dimenticata, ma Luca ha trovato il modo per riprendere la sua storia e scrivere altri capitoli nuovi.

 

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In conclusione, l’intervento psicoterapeutico con un bambino che ha perso un genitore per suicidio è un processo delicato. Attraverso la relazione terapeutica e l’ausilio di strumenti tecnici e operativi i bambini possono trovare le risorse  necessarie per affrontare il dolore, ricostruire la loro vita, integrare l’evento nella loro personale narrativa e sviluppare buoni legami continui con i loro cari che non ci sono più.

Affrontare il lutto per suicidio in età evolutiva è un processo complesso, ma con il giusto supporto terapeutico è possibile aiutare i bambini a ricostruire la propria storia. Strumenti come The Grief Maze Game® offrono un valido aiuto nell’elaborazione del dolore in modo strutturato e accessibile. Per approfondire queste tematiche, iscriviti alla FAD Suicidio: valutazione e presa in carico, un percorso formativo essenziale per psicologi e psicoterapeuti. The Grief Maze Game® è disponibile per l’acquisto ed è riservato ai professionisti che vogliono integrare un efficace strumento di supporto nel loro lavoro clinico.

 

 

 

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