Quali sono i maggiori rischi per il mondo, nell’immediato e nel lungo termine?

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Quali sono i rischi globali che preoccupano il mondo, nell’immediato e nel medio-lungo termine? Stilare una gerarchia è difficile, perché sempre più spesso i rischi sociali, economici, tecnologici e geopolitici sono interconnessi tra loro e si influenzano a vicenda. Ma possiamo trarre qualche indicazione guardando al Global Risks Report 2025 del World Economic Forum, arrivato alla 20esima edizione, che ha raccolto le opinioni di 900 esperti, responsabili politici e business leader, tra settembre e ottobre del 2024.

 

Il WEF – che definisce il concetto di rischio come possibilità che si verifichi un evento capace di generare un impatto negativo su una quota significativa del PIL globale, della popolazione o delle risorse naturali – indica in cima alla lista dei rischi più imminenti i conflitti armati tra Stati: un timore figlio delle situazioni che stiamo osservando in Medio Oriente e tra Russia e Ucraina.

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A citare i conflitti come possibile crisi materiale nel corso del 2025 è stato quasi un quarto degli intervistati (23%): solo un anno fa, questo rischio compariva in ottava posizione.

 

 

Guardia alta anche sui dazi

 

Sempre di matrice geopolitica è lo “scontro geoeconomico”, che troviamo in terza posizione per il 2025: una “guerra commerciale”, dunque, innescata da sanzioni e tariffe doganali. Un tema quanto mai attuale in un contesto di rinnovato protezionismo commerciale, specialmente negli Stati Uniti.

 

Completa il “podio”, in seconda posizione e con il 14% dei “voti”, il rischio di eventi climatici estremi, sintomo che la percezione dei possibili danni legati al cambiamento climatico si sta facendo via via più concreta. Da segnalare anche, tra le preoccupazioni citate per l’anno in corso, la disinformazione (più o meno intenzionale) e la polarizzazione all’interno delle società.

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A tendere, clima e ambiente le priorità

 

Il panorama dei rischi percepiti cambia in modo significativo se guardiamo a un orizzonte temporale più lungo: di qui a dieci anni, sono i timori sull’ambiente a farla da padroni, come mostra la classifica al 2035 del World Economic Forum, dove le prime quattro posizioni sono tutte occupate da tematiche legate al clima: “eventi metereologici estremi”, “perdita di biodiversità e collasso degli ecosistemi”, “cambiamento critico nel sistema terrestre” e “carenza di risorse naturali”, mentre l’inquinamento conclude la top 10.

 

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Interessante notare anche, segnala il World Economic Forum, la divergenza generazionale nella percezione del rischio legato alle questioni ambientali, con i più giovani che sono molto più preoccupati per i prossimi dieci anni rispetto ai gruppi di età superiore. Prendiamo per esempio l’inquinamento: i giovani al di sotto dei 30 anni lo classificano come il terzo rischio più grave nel 2035, il più alto di tutti i gruppi di età intervistati.

 

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Luci e ombre della tecnologia

 

Sul panorama di lungo periodo, sono inoltre significativi i rischi “tecnologici”, legati cioè alla misinformazione (ossia, la disinformazione non intenzionale), alla disinformazione (che invece è intenzionale) e ai possibili impatti negativi delle soluzioni di Intelligenza Artificiale.

 

Infine, i rischi sociali, come la disuguaglianza e la polarizzazione all’interno delle società, occupano un posto di rilievo sia nella classifica dei rischi a breve sia in quella dei rischi a lungo termine, conil 64% degli esperti che prevede un ordine globale frammentato e caratterizzato dalla competizione tra medie e grandi potenze.

 

Oltre i rischi: quali soluzioni?

 

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Il mondo, conclude il WEF, necessita di una cooperazione globale efficace, in grado di sviluppare strategie di prevenzione e gestione dei conflitti, rafforzare il dialogo diplomatico e promuovere soluzioni multilaterali.

 

Il report analizzato fin qui, che viene redatto con l’idea di aiutare i decisori a bilanciare le crisi attuali e le priorità a lungo termine, può offrire uno spunto di riflessione anche chi non si trova a prendere decisioni sulle sorti del mondo, ma solo sulle proprie finanze.

 

Avere un’idea di quali potrebbero essere i rischi di breve e lungo termine – e dunque le aree su cui si concentreranno prevedibilmente gli interventi di istituzioni e privati, come la tutela dell’ambiente o la protezione dei dati sensibili, giusto per citare qualche esempio – può esserti utile per identificare le possibili opportunità di investimento.

 

Sempre parlandone, prima di agire, con il tuo Consulente Finanziario di fiducia.

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