Pensioni: via libera al taglio di quelle più alte

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Lavoratori precoci
TERMINI PRESENTAZIONE DOMANDE PENSIONE ANTICIPATA

Il Collegato Lavoro (legge 13 dicembre 2024, n. 203) ha uniformato i termini di presentazione delle domande di riconoscimento delle condizioni di accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci a quelli fissati per il riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’Ape Sociale
Pertanto, dalla data di entrata in vigore della legge, le istanze per l’ammissione al beneficio per i lavoratori precoci devono essere inoltrate in corrispondenza con le scadenze già fissate per l’indennità di Ape sociale, e precisamente entro il 31 marzo, il 15 luglio e, comunque, entro il 30 novembre di ciascun anno.
È quanto ha recentemente comunicato l’Istituto di previdenza con il messaggio Inps del 17 febbraio scorso, n. 598 che riporta, tra l’altro, le date entro le quali l’Ente assicuratore deve notificare ai richiedenti l’esito dell’istruttoria per accedere alla pensione anticipata.

 

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Assegno unico
L’OSSERVATORIO DI GENNAIO 2025
Nel 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per 19,8 miliardi di euro, che si aggiungono ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022.
Sono i dati contenuti nell’aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’Assegno unico e universale (Auu) che, per il 2022 e 2023, offre anche i dati relativi all’assegno destinato ai nuclei percettori di Reddito di cittadinanza (Rdc).
Sono 6.365.693 i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno per il 2024, per un totale di 10.088.598 figli.
Con riferimento al mese di dicembre 2024, l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, si attesta su 172 euro e va da circa 57 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (che per il 2024 è pari a 45.574,96 euro) a 222 euro per la classe di Isee minima (17.090,61 euro per il 2024).
L’Osservatorio fornisce altresì anche un quadro completo delle essenziali informazioni statistiche sui beneficiari della misura e sui relativi valori economici con riferimento al periodo compreso tra marzo 2022 e dicembre 2024.
Giova al riguardo ricordare che l’Assegno unico viene corrisposto dopo la metà del mese. Per chi è in regola con la domanda, la prestazione viene accreditata dal 20 al 26 febbraio. Coloro che hanno presentato domanda per la prima volta o hanno aggiornato l’Isee riceveranno il bonus entro il 28 febbraio.
Inoltre, per i destinatari di primo pagamento dell’Auu, è disponibile una video guida che illustra le tempistiche per il pagamento e i criteri per il calcolo dell’importo dell’Auu, comprese le eventuali maggiorazioni a cui i genitori possono avere diritto in base alla composizione del nucleo familiare. Il servizio di video guida sarà prodotto, erogato e notificato ai destinatari non appena viene emessa la disposizione di pagamento della prima mensilità.

 

Piattaforma Siisl
ACCESSO DEI PATRONATI
Con il messaggio Inps del 14 febbraio scorso, n. 575, l’Istituto di previdenza ha comunicato che dal 1° febbraio 2025 i patronati possono accedere alla piattaforma del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), anche per le posizioni relative ai percettori di Naspi e Dis-Coll.
In particolare, i patronati possono assistere i beneficiari nella compilazione del curriculum vitae, del Patto di attivazione digitale (Pad) e nell’eventuale raccolta dei dati necessari per il Patto di servizio personalizzato (Psp).
Per ulteriori, maggiori dettagli, è possibile consultare il predetto messaggio Inps del 14 febbraio 2025, n. 575.

 

Assegno di inclusione (Adi)
SEMPLIFICAZIONI E AGGIORNAMENTI
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha di recente pubblicato nuove indicazioni operative per la gestione dell’Assegno di inclusione (Adi).
Nel messaggio Inps del 17 febbraio scorso, n. 592, l’Istituto di previdenza fornisce indicazioni sulle nuove modalità di gestione, relative all’attribuzione d’ufficio dei carichi di cura.
Attribuzione d’ufficio del coefficiente di scala di equivalenza
È stato stabilito che il parametro della scala di equivalenza di 0,40 sarà attribuito d’ufficio ai componenti maggiorenni del nucleo familiare che hanno carichi di cura, anche se non dichiarati nell’istanza di ammissione al beneficio. Questo è rilevante per le famiglie con minori di tre anni, tre o più figli minori, o membri in condizione di disabilità.
Gestione delle domande
A partire da gennaio 2025, le domande già accolte e in corso di pagamento saranno soggette a ricalcolo degli importi spettanti, integrando eventuali benefici economici non riconosciuti in precedenza. Inoltre, le istanze respinte per mancata indicazione del carico di cura saranno riesaminate d’ufficio, con possibilità di accoglimento se i requisiti sono soddisfatti.
Aggiornamento del modello di domanda
È stato aggiornato il modello di domanda dell’Adi per facilitare la compilazione da parte dei richiedenti. È stata inclusa una lista delle strutture sanitarie che possono rilasciare attestazioni di condizione di svantaggio, rendendo più semplice per i richiedenti identificare la struttura corretta.
Queste modifiche mirano a semplificare l’accesso all’Adi e garantire che le famiglie con carichi di cura ricevano il supporto necessario.

 

Pensioni di invalidità 2025
AUMENTATI GLI IMPORTI E I LIMITI DI REDDITO
Con la circolare Inps del 28 gennaio scorso, n. 23, l’Istituto di previdenza ha comunicato i nuovi importi e i limiti di reddito richiesti per essere ammessi a beneficiare delle prestazioni assistenziali destinate ai disabili. La rivalutazione delle pensioni e degli assegni a favore dei cittadini con disabilità – che siano invalidi civili, ciechi civili e sordi – viene operata sulla base della percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2025, che è stata determinata in misura pari a +0,8% dal 1° gennaio 2025, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
L’Ente in via preliminare segnala che, per il 2024, non è previsto alcun conguaglio. Il trattamento minimo per le pensioni di lavoratori dipendenti e autonomi sarà di 603,40 euro mensili. Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo è previsto un incremento del +2,2% per il 2025, garantendo un supporto maggiore a chi ha redditi più bassi.
I pagamenti delle pensioni e delle prestazioni assistenziali vengono praticati il primo giorno bancabile di ogni mese, o il giorno successivo se si tratta di giornata festiva o non bancabile.
In pratica, per sintetizzare, con decorrenza dal mese di gennaio, la pensione di invalidità al 100% è salita a quota 336,00 euro (può essere percepita se si ha un reddito inferiore ai € 19.772,50 euro annui); mentre, l’indennità di l’accompagnamento è posizionata a 542,02 euro (viene erogata a prescindere dal reddito ai disabili non autosufficienti). Anche la pensione di invalidità – per chi ha una disabilità riconosciuta tra il 74% e il 99% – cresce fino a 336,00 euro mensili; per riceverla, però, il limite di reddito entro cui rientrare è fissato a € 5.771,35 euro.
Rispetto agli importi delle invalidità 2024 appare evidente che le cifre hanno subito un incremento minimo. Per fare un esempio, la pensione di invalidità civile nel 2025 è di 336,00 euro al mese, mentre nel 2024 si è attestata a 333,33 euro.
I limiti di reddito, applicati nel 2025 per il diritto alle pensioni a favore dei mutilati, invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti, sono saliti dell’1,6% in confronto all’anno 2024.
La soglia reddituale prefigurata per ottenere l’assegno mensile degli invalidi parziali e delle indennità di frequenza è quella stabilita per la pensione sociale. Tali limiti si applicano anche agli assegni sociali sostitutivi dell’invalidità civile.
Per ogni opportunità di seguito riportiamo una breve tabella riassuntiva:
Invalidi civili
Pensione invalidi civili totali: € 336,00; limite di reddito: € 19.772,50.
Assegno mensile invalidi civili parziali: € 336,00; limite di reddito: € 5.771,35.
Accompagnamento invalidi civili totali: € 542,02; nessun limite di reddito.
Indennità di frequenza minori di 18 anni: € 336,00; limite di reddito: € 5.771,35.
Ciechi
Pensione ciechi civili assoluti (non ricoverati): € 363,37; limite di reddito: € 19.772,50.
Pensione ciechi civili assoluti (ricoverati): € 336,00; limite di reddito: € 19.772,50.
Pensione ciechi civili parziali (ricoverati e non): € 336,00; limite di reddito: € 19.772,50.
Accompagnamento ciechi civili assoluti: € 1.022,44; nessun limite di reddito.
Indennità speciale ciechi ventesimisti (ricoverati e non): € 229,30; nessun limite di reddito.
Assegno a vita ipovedenti gravi (decimisti): € 249,38; limite di reddito € 9.506,10.
Sordi
Pensione sordi: € 336,00; limite di reddito: € 19.772,50.
Indennità comunicazione sordi: € 267,83; nessun limite di reddito.
Lavoratori con Drepanocitosi o Talassemia Mayor
€ 603,40; nessun limite di reddito.

 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Consulta
PENSIONI: VIA LIBERA AL TAGLIO DI QUELLE PIU’ ALTE
La Consulta dà ragione al governo sul taglio agli adeguamenti delle maxi pensioni. Ha infatti di recente stabilito che le misure di “raffreddamento” della rivalutazione automatica delle pensioni, introdotte dalla legge di Bilancio per il 2023, non violano i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza che tutelano i trattamenti pensionistici.
Con questa decisione, i giudici hanno dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate da alcune sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei Conti. Secondo la Consulta il meccanismo legislativo “non è irragionevole perché salvaguarda integralmente le pensioni di più modesta entità”.
Le scelte del legislatore risultano quindi coerenti con le finalità di politica economica, chiaramente emergenti dai lavori preparatori e legittimamente perseguite, volte a contrastare anche gli effetti di una improvvisa spinta inflazionistica incidente soprattutto sulle classi sociali meno abbienti.
La Corte, pur riconoscendo le perdite subite dai pensionati a causa della rivalutazione non integrale, rimanda al legislatore la possibilità di considerare questi effetti. “Delle perdite subite – sostiene la Consulta – il legislatore potrà tenere conto in caso di eventuali future manovre sull’indicizzazione dei medesimi trattamenti”.

 

Carlo Pareto



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