Eolico (Foto di archivio)
24 febbraio 2025 16:08
Gli incontri di Santa Caterina dello Ionio e di San Fili, venerdi e sabato in Calabria, promossi da Uncem, hanno visto – tra i tanti temi analizzati – anche affrontata la quesione complessa e delicata dell’eolico. Uncem ha ribadito il punto: crediamo nelle rinnovabili. Non scegliamo fonti fossili o altri futuribili percorsi, come quello del nucleare. Se c’è chi li vuole, a Cosenza come a Reggio Calabria, lo dica.
Scegliamo agricoltura di qualità, con un piano per la ricomposizione fondiaria e per sottrarre superfici agricole appenniniche all’abbandono. Scegliamo la valorizzazione dei versanti e la tutela dell’assetto idrogeologico introducendo la valorizzazione dei servizi ecosistemici che la montagna eroga.
I fronti della produzione di energia da fonti rinnovabili e quello dell’agricoltura di qualità in montagna e nei piccoli e medi Comuni si intrecciano. Tutto è connesso. E sono collegati.
Servono leggi e letture delle sfide della contemporaneità che evitino frammentazioni, divisioni, tifoserie, lotte ideologiche.
Le comunità locali devono essere protagoniste. Del futuro e degli impianti stessi.
Non solo Uncem dice NO alle speculazioni, ai progetti volti a fare solo profitto, a dare gettiti di guadagni a pochi, a fare ricche sempre le solite multinazionali e i big player dell’energia. L’Uncem dice SI a progetti che mettano al centro le comunità – anche con le “pale eoliche di comunità”, con azionariato diffuso – per mettere in un angolo chi vuole giocare sui territori, lucrare sulle zone montane, invadere e mettere in campo strategie a vantaggio di pochi. La comunità può investire nelle pale. Realizzarle. Come successo a Gubbio. La comunità può fare fotovoltaico sui tetti delle proprie abitazioni, con batterie di accumulo, usando bene gli incentivi e le detrazioni esistenti. I Comuni promuovano – al posto di parlare solo di comunità energetiche, molto spesso fantasiose e non concrete – le installazioni di pannelli sulle case unifamigliari e bifamigliari. Lo facciano subito e con un piano chiaro, veloce, certo, urgente. I Cittadini non si tirino indietro. Investono per risparmiare e stare nella transizione energetica. Siano protagonisti. Di impianti domestici e anche di impianti più grandi. Con azionariati diffusi, denaro raccolto per investimento, che dà una resa finanziaria a chi vive e abita lì. Che non si svende alle multinazionali e che noncrede solo nel turismo quale unica alternativa. Se non ci sono le comunità, se le comunità non sono felici, non c’è turismo. E il flusso turistico che vede i borghi e la montagna come parco giochi serve a niente.
Uncem è con le comunità che investono e possono diventare protagoniste del nuovo futuro. Nelle rinnovabili, nella riduzione delle emissioni, nelle “oil free zones”, nelle Green Community, nella valorizzazione dei servizi ecosistemici (secondo quanto previsto dalla legge 221/2015) che cambiano i paradigmi delle funzioni dei territori. No alle contemplazioni e alle facili convinzioni del “paesaggio immutato”. No alle speculazioni, No ai luoghi comuni legati alle foreste che non si possono gestire, pianificare, certificare, lasciare a conservazione, e pure tagliare, secondo i piani (che la Calabria deve fare senza agire solo su agenzie e misure del CSR lasciate a pochi).
Lasciamo al passato le logiche colonizzatrici dei territori. Evitiamo i NO a prescindere alle rinnovabili. Scegliamo le fonti rinnovabili per produrre energia. Chi sbaglia progetto, chi porta legno da tutto il mondo in centrali a biomasse, chi è in mano alle mafie, va chiuso. Chi fa progetti scelti a vantaggio dei territori, va scelto. Serve un fronte compatto che dica SI a un nuovo protagonismo delle comunità locali. E NO alla compassionevole compensazione con pochi euro per quell’energia che viene presa e portata via.
Siamo per il futuro e per vincere le crisi in una logica comunitaria.
Con i Comuni insieme. Se siamo divisi, spaccati, portati a dividerci ideologicamente tra chi è favorevole e chi è contrario, con tifoserie e ultras contrapposti, in campo ci sarà chi gioca la partita alle spalle dei territori. Dividerci per vincere. Questo non lo accetteremo e non possiamo permetterlo, tantopiù su partite così importanti – eolico e tutte le fonti rinnovabili, la sfida energetica lo sono – come il futuro sociale, energetico, ambientale, delle aree rurali, montane, interne del Paese. Il 70% dell’Italia nel quale siamo protagonisti.
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