intervista a Dino Crivellari – CREDIT VILLAGE

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Banca d’Italia ha recentemente pubblicato il testo definitivo delle nuove Disposizioni di vigilanza per la gestione di crediti in sofferenza, in attuazione del decreto legislativo 116/2024, recependo la Direttiva (UE) 2021/2167, nota come Secondary Market Directive (SMD).

Abbiamo chiesto di commentare la nuova normativa a Dino Crivellari, Avvocato in Roma e Presidente della commissione Npl & related banking issues del CENTRE EUROPÉEN DES RECHERCHES SOCIO-ÉCONOMIQUES, TECHNOLOGIQUES ET ENVIRONNEMENTALES.

Sul tema l’Avvocato Crivellari ha pubblicato di recente un articolo per la rivista Ristrutturazioni Aziendali – ilCaso.it

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Avv. Crivellari, la Banca d’Italia ha recentemente pubblicato il testo definitivo delle Disposizioni di Vigilanza per la gestione dei crediti in sofferenza. Quali sono le principali novità introdotte?

D.C. La pubblicazione del testo definitivo delle Disposizioni di Vigilanza è un passo significativo nell’attuazione del decreto legislativo 116/2024, che recepisce la Direttiva UE 2021/2167. La principale innovazione è l’introduzione di una nuova disciplina per i Gestori di crediti in sofferenza (GCS) e gli Acquirenti di crediti in sofferenza (ACS). Questo cambiamento regolamenta in maniera più stringente il mercato, stabilendo un quadro normativo chiaro per la gestione e l’acquisto di sofferenze bancarie.

Come cambia il ruolo dei servicer in questo nuovo contesto normativo?

D.C. Con la nuova normativa, i servicer che intendono gestire crediti in sofferenza devono iscriversi al nuovo albo dei GCS, garantendo così una maggiore trasparenza e professionalità. Inoltre, si chiarisce che l’attività di gestione di questi crediti non può essere svolta da società fiduciarie, e che l’acquisto di sofferenze da parte di ACS deve essere seguito da una gestione affidata obbligatoriamente a un GCS regolamentato.

Ci sono differenze rispetto alla bozza pubblicata per consultazione a settembre 2024?

D.C. Le modifiche rispetto alla bozza sono limitate ma significative. Ad esempio, è stato confermato che la normativa riguarda solo le sofferenze bancarie, escludendo crediti commerciali ed erariali. Inoltre, viene rafforzata la regolamentazione dei conflitti di interesse, impedendo ai GCS di operare in modalità che possano compromettere la loro indipendenza. Tuttavia, si nota una certa apertura alla possibilità di esternalizzare le attività di recupero crediti, purché non si trasformi il GCS in una “empty shell”.

Un punto critico sollevato nel suo articolo riguarda il ruolo dei GCS rispetto ai crediti UTP. Può chiarire questo aspetto?

D.C. Certamente. La Banca d’Italia ha stabilito che se un credito in sofferenza viene riclassificato come UTP, esso continua ad essere gestito dallo stesso GCS. Questo implica una continuità operativa che potrebbe portare le banche a riconsiderare la gestione dei loro portafogli, evitando cessioni massive di NPL e mantenendo la gestione in-house attraverso GCS di proprietà.

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Quali sono le implicazioni pratiche per gli operatori del settore?

D.C. Gli operatori dovranno adeguarsi rapidamente alle nuove disposizioni. Per chi vuole acquistare sofferenze bancarie, sarà essenziale comprendere il perimetro normativo e collaborare con GCS qualificati. Inoltre, la vigilanza si concentrerà sulla trasparenza delle operazioni, limitando pratiche speculative e assicurando che i crediti siano gestiti con criteri di efficienza e conformità normativa.

 Crede che questa regolamentazione possa avere un impatto positivo sul mercato dei crediti deteriorati in Italia?

D.C.Sicuramente. La regolamentazione era necessaria per garantire maggiore stabilità e professionalità in un settore che è stato spesso soggetto a incertezze normative. Se ben applicata, questa riforma potrebbe portare a una maggiore efficienza nel recupero crediti, beneficiando non solo gli operatori ma anche l’intero sistema economico.

 La ringraziamo per il suo tempo e per aver condiviso con noi la sua visione sulle nuove disposizioni di vigilanza.

D.C. Grazie a voi. È fondamentale che il settore sia informato e pronto ad affrontare questa nuova fase regolatoria con competenza e responsabilità.

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