Un’operazione antimafia dei Carabinieri del Ros contro Cosa nostra catanese è in corso nelle province di Catania e Siracusa. Il Raggruppamento operativo speciale dell’Arma sta eseguendo un provvedimento cautelare nei confronti di 19 indagati.
Nei loro confronti è stata emessa un’ordinanza dal gip etneo, su richiesta della locale Procura distrettuale, che ipotizza a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico mafioso.
Contestualmente alle misure cautelari, nell’ambito della stessa operazione denominata ‘Mercurio’, è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo di aziende e beni per un valore di 300 mila euro.
Il provvedimento è eseguito dal Ros con il supporto in fase esecutiva del Comando provinciale Carabinieri di Catania, dello squadrone eliportato Cacciatori Sicilia e del XII nucleo elicotteri dell’Arma.
L’operazione
L’inchiesta Mercurio rappresenta la prosecuzione del procedimento Agorà e, secondo la Dda di Catania, ha consentito di “acquisire un grave quadro indiziario sulla base del quale sono stati ricostruiti gli affari criminali della famiglia catanese dei Santapaola-Ercolano sviluppati attraverso gruppi a loro storicamente collegati quali quello del Castello Ursino e quello della famiglia di Ramacca, quest’ultima egemone nel territorio anche dopo l’arresto nel 2022 del suo esponente di vertice, Pasquale Oliva. Il quadro indiziario anche evidenziato la capacità dei clan di infiltrarsi nelle istituzioni, attraverso soggetti politici locali dei quali hanno sostenuto la candidatura rispettivamente per” le tornate elettorali per i Comuni di Misterbianco e Ramacca del 2021 e dell’Assemblea Regionale Siciliana del 2022″.
L’indagine avrebbe individuato e ricostruito l’organigramma del sodalizio mafioso del gruppo del Castello Ursino, con a capo la figura di Ernesto Marletta e quella di organizzatore di Rosario Bucolo. Quest’ultimo risulterebbe impegnato, attraverso altri affiliati, anche nella gestione di estorsioni ai danni di diverse attività commerciali e imprenditoriali del centro città, con richiesta di tangenti o l’imposizione di manodopera, nel trasferimento fraudolento di valori attraverso fittizie intestazioni, strategia adottata dai vertici del gruppo per la creazione, grazie anche a professionisti compiacenti, di attività, nel settore delle onoranze funebri, fittiziamente intestate a terzi e funzionali all’interesse dell’associazione. E due società sono state sequestrate su disposizione del gip: la Nicotra Biagio Alessio e le onoranze funebri San Marco.
Voto di scambio
L’inchiesta Mercurio ha fatto luce su presunte infiltrazioni mafiosa della ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano, ai vertici di Cosa nostra di Catania, tra le istituzioni con voto di scambio,
C’è il deputato regionale siciliano Giuseppe Castiglione, capogruppo del movimento Popolari e autonomisti, tra i destinatari del provvedimento cautelare dell’operazione Mercurio. Castiglione eletto nel novembre del 2022 ha ricoperto ruoli in commissione regionale Antimafia e nelle commissioni Affari istituzionali e Attività produttive. Prima di essere eletto all’Ars era stato eletto al consiglio comunale di Catania, di cui era presidente d’Aula. Ma oltre a Castiglione del Mpa, i carabinieri del Ros hanno arrestato anche un consigliere comunale di Misterbianco, Matteo Marchese, eletto con Italia Futura e poi passato al Mpa. La ‘famiglia’ mafiosa di Ramacca, invece, si sarebbe adoperata, secondo l’accusa, a sostenere l’elezione, avvenuta, del sindaco Nunzio Vitale e del consigliere comunale Salvatore Fornare, poi eletto vice presidente del consiglio comunale. Anche loro sono stati arrestati.
Sempre dalle indagini del Ros, ricostruisce la Procura, “sarebbe emerso a livello di gravità indiziaria, in epoca prossima alle consultazioni elettorali per l’Assemblea Regionale Siciliana, avvenute il 15 ottobre del 2022, un accordo tra i vertici dell’articolazione mafiosa dei Santapaola Ercolano, individuati dalle indagini in Ernesto Marletta, Rosario Bucolo e Domenico Colombo, e Giuseppe Castiglione, quale candidato della lista Popolari e Autonomisti per l’A.R.S., che, in quel periodo, era già presidente del Consiglio Comunale di Catania“. “In particolare – contesta l’accusa – l’accordo risultava intermediato da Coco Giuseppe e, sulla base dello stesso, secondo quanto ricostruito da questo Ufficio sulla base degli indizi ritenuti gravi dal Giudice, Castiglione avrebbe accettato la promessa di voti, promettendo a sua volta la realizzazione degli interessi della predetta associazione mafiosa, tra gli altri l’affidamento di lavori pubblici e servizi pubblici connessi alla gestione del Cimitero di Catania. Castiglione risulterà poi eletto a deputato dell’ARS ed in seguito sarà componente della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia dell’Ars“.
Secondo l’accusa, nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco del 24 ottobre del 2021, “Marchese, quale candidato della lista Sicilia Futura, avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, tramite Domenico Colombo, in cambio della promessa a soddisfare gli interessi economici, nel settore lavori pubblici, dell’associazione mafiosa“. Marchese sarà poi eletto. Parallelamente l’attività investigativa dei carabinieri del Ros, coordinate dalla Dda di Catania, sulla famiglia mafiosa di Ramacca, avrebbe “individuato gli uomini di assoluta fiducia di Pasquale Oliva, deputati, sulla base dei gravi indizi raccolti, al mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza e alla cura degli interessi economici del sodalizio mafioso“. Tra questi, ricostruisce la Dda, “Vincenzo Rizzo, che avrebbe il ruolo di organizzatore per il territorio di Palagonia e Ramacca“. “In questo contesto – accusa la Procura di Catania – sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l’esito delle consultazioni elettorali amministrative per il comune di Ramacca, avvenute l’11 ottobre del 2021, in forza del patto stabilito tra gli affiliati, Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia e i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere comunale Salvatore Fornaro, entrambi con la lista Ramacca costruiamo una bella storia“. L’accordo, sempre sulla base dei gravi indizi raccolti, contesta la Dda, “avrebbe previsto l’impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei due politici in cambio dell’affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa“. Ma non solo, sottolinea la Procura, “l’accordo avrebbe anche avuto come oggetto la carriera politica del Fornaro che, poiché strettamente legato a Di Benedetto, gravemente indiziato di essere componente dell’associazione mafiosa, doveva essergli garantita dalla sponda politica un ruolo strategico all’interno dell’amministrazione comunale“. Vitale sarà eletto sindaco e Fornaro consigliere e poi vicepresidente del Consiglio comunale.
Gli arresti
Oltre al deputato regionale Giuseppe Castiglione, di 46 anni, Antonino Bergamo; Emanuele Bonaccorso; Rosario Bucolo; Giuseppe Coco; Antonino Della Vita. Sono stati inoltyre arrestati Antonio Di Benedetto; Domenico Di Gaetano; Pierpaolo Luca Di Gaetano; Vincenzo Fresta; Salvatore Fornaro; Matteo Marchese; Ernesto Marletta; Rosario Marletta; Salvatore Mendolia; Salvatore Mirabella; Santo Missale; Vincenzo Rizzo; Nunzio Vitale. Nell’ambito della stessa operazione sono state sequestrate la ‘Società Nicotra Biagio Alessio’ e la ‘Onoranze Funebri San Marco’.
Il comandante
“Mi congratulo, ancora una volta e con vero piacere, con le donne e gli uomini che hanno partecipato a quest’importante esecuzione per la loro dedizione e il coraggio dimostrati soprattutto nel corso delle indagini. Il loro diuturno lavoro rappresenta un vero valore aggiunto nella lotta contro le mafie“. Lo ha dichiarato il comandante generale dell’arma dei carabinieri Salvatore Luongo, al termine dell’operazione.
“L’impegno e la professionalità dei militari hanno consentito di infliggere un duro colpo a storici sodalizi criminali, confermando ancora una volta il ruolo fondamentale dell’Arma nella difesa della legalità e della sicurezza dei cittadini – ha detto Luongo – Infine, i complimenti miei personali e di tutti i Carabinieri d’Italia alla Magistratura, a cui va anche la nostra sincera gratitudine, per il costante sostegno e la proficua collaborazione, elementi imprescindibili per il successo di operazioni di tale portata”.
Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in seguito al provvedimento cautelare nei confronti dell’onorevole Giuseppe Castiglione, (nell’ambito dell’inchiesta ‘Mercurio’ dei carabinieri Ros di Catania) ha informato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno proponendo, secondo quanto stabilito dal regolamento approvato dalla commissione Antimafia, la decadenza di Castiglione da componente della stessa commissione.
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