Caso Paragon, spiato anche don Ferrari: indagano due procure

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Mediterranea fa sapere che don Ferrari è stato avvisato da Meta di essere l’obiettivo di un “sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate” l’8 febbraio 2024, lo stesso giorno di Casarini, con il software Graphite dell’azienda Paragon solutions. I prossimi passaggi adesso riguarderanno le analisi che la procura condurrà sul suo telefono oggetto di spionaggio. Dure critiche delle opposizioni al governo

Il giornalista, l’attivista, l’armatore. Ed ora anche il prete. Si allunga la lista degli ‘spiati’ con il software Graphite dell’azienda Paragon solutions. L’ultimo della serie è don Mattia Ferrari, cappellano di bordo di Mediterranea Saving Humans, ong di altre due vittime dello spyware ‘zero click’: il capomissione Luca Casarini e l’armatore Beppe Caccia. Indagano due procure: Napoli e Palermo, dove oggi è stato sentito Casarini per oltre due ore. L’opposizione torna a chiedere con forza spiegazioni al governo: “Giorgia Meloni smetta di scappare e si impegni a chiarire”, chiede la segretaria dem, Elly Schlein. 

Attacco nello stesso giorno di Casarini

Mediterranea fa sapere che don Ferrari è stato avvisato da Meta di essere l’obiettivo di un “sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate” l’8 febbraio 2024, lo stesso giorno di Casarini. Ciò, nota la ong, “suggerisce che potrebbero essere stati presi di mira come parte dello stesso ‘gruppo’. Ciò solleva anche la preoccupante possibilità che siano state prese di mira altre persone, oltre a quelle attualmente note al pubblico, e che siano state utilizzate più tecnologie nell’ambito della stessa operazione di sorveglianza”. Ricorda inoltre che “don Mattia non lavora a titolo puramente individuale, ma svolge un servizio in piena comunione e sintonia con le autorità ecclesiastiche che hanno giurisdizione su queste questioni”. In mattinata Casarini è stato sentito dagli investigatori del Centro operativo per la cybersicurezza della Polizia a Palermo, su delega delle procure di Palermo e Napoli (che ha aperto un fascicolo dopo la denuncia del direttore di Fanpage Francesco Cancellato). La deposizione, informa l’attivista, è servita agli inquirenti per “acquisire informazioni sui tempi, sui modi e su come ho appreso il fatto di essere sottoposto all’attacco spyware”. L’esponente di Mediterranea riferisce anche di “un account X, vicino ai servizi segreti libici, Migrant Rescue Watch, sul quale sta già indagando la procura di Modena per minacce ricevute da don Mattia”. 

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L’indagine e lo scontro politico

I prossimi passaggi adesso riguarderanno le analisi che la procura condurrà sul suo telefono oggetto di spionaggio. “Il dispositivo – spiega – è già in possesso della procura. Le analisi verranno condotte alla presenza dei miei avvocati, insieme ai periti di parte e ai tecnici nominati dalla procura stessa”. I reati ipotizzati sono quelli di accesso abusivo a dispositivi informatici ed intercettazioni illegali. Torna all’attacco l’opposizione. Schlein parla di “vicenda inquietante: abbiamo chiesto al governo di dirci quali entità statali hanno autorizzato l’installazione dei software di Paragon sui cellulari spiati e il governo non sta dando queste risposte. Che cosa sta coprendo? Perché la presidente del Consiglio trova il tempo di partecipare a ogni convention sovranista, ma non lo trova per fare chiarezza su questi fatti gravissimi e renderne conto al Parlamento? Da parte mia e di tutto il Pd piena solidarietà e sostegno a don Mattia Ferrari”. Hanno spiato, incalza il leader di Iv, Matteo Renzi, “anche don Mattia, è pazzesco. E la Meloni che scappa senza dirci di chi è la responsabilità”. Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, la vicenda “sta assumendo contorni agghiaccianti. Giornalisti, attivisti e ora anche sacerdoti spiati da un sistema dato in uso solo ad apparati dello Stato: Giorgia Meloni non può più fare finta di nulla”. Angelo Bonelli (Avs) ricorda che “io e il mio collega Fratoianni abbiamo parlato e incontrato diverse volte le persone intercettate: siamo stati intercettati anche noi? Ora si arriva persino a intercettare la Chiesa, superando ogni limite. Siamo di fronte a una situazione da vero e proprio regime”.

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