“Presidente Mattarella la calorosa accoglienza a Herzog ci sconcerta”

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Caro Presidente, le scrivo perché anche un Grande, come Lei si sta dimostrando in un Paesi governato da nani e ballerine/i, può sbagliare. Capita, è nella natura umana. Ma dagli errori, se li si ammette, si possono trarre importanti lezioni per non ripeterli. E i veri amici, caro Presidente Mattarella, sono quelli che non plaudono a tutto ciò che Lei fa, spesso per convenienza o più semplicemente per piaggeria verso il potere. I veri amici sono quelli che “in faccia”, pubblicamente, prendono carta e penna e scrivono. Lo fanno con cognizione di causa e con il dolore nel cuore. 

È il caso di Luisa Morgantini, presidente dell’Assopace Palestina, una grande donna, una combattente per le libertà. Da sempre impegnata nel difendere il diritto di un popolo sotto occupazione, a vivere, da donne e uomini liberi, in uno Stato indipendente, a fianco e non contro lo Stato d’Israele.

Per questo, e per tante altre ragioni ancora, noi di Globalist che siamo poco, ma quel poco con la schiena dritta, facciamo nostre le parole che Luisa Le ha rivolto con questa lettera aperta

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“L’Assopace Palestina afferma la sua indignazione e sconcerto alla calorosa accoglienza riservata dal nostro Presidente della Repubblica Mattarella al Presidente israeliano Herzog, nel corso del secondo incontro ufficiale dall’inizio delle operazioni militari contro Gaza e Cisgiordania.

Il nostro Presidente della Repubblica, a nome di tutti gli italiani, ha affermato che “La sua presenza a Roma è un onore per la Repubblica italiana”, passando poi a parlare esclusivamente dell’impegno dell’Italia contro l’antisemitismo che, a suo dire, sarebbe aumentato, ma non ha espresso neanche una parola sulla situazione nei territori palestinesi e sul piano di deportazione e pulizia etnica della Palestina in primo luogo dei Gazawi, nemmeno una parola di dolore e di vicinanza alla popolazione palestinese cosi colpita dall’aggressione israeliana.

Ci preme ricordare che Herzog è colui che, il 12 ottobre 2023, dichiarò “è un’intera nazione là fuori che è responsabile. Questa retorica sui civili non consapevoli, che non sono coinvolti, non è assolutamente vera. Avrebbero potuto insorgere, avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio […] noi combatteremo fino a quando non spezzeremo loro la spina dorsale.”; è colui che si è fatto ritrarre in foto mentre scriveva “mi affido a te” sui missili destinati a colpire qualche casa, ospedale, scuola o tendopoli di Gaza; è colui che ha attaccato l’Onu, la Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale di “bancarotta morale” perché hanno osato condannare i numerosi crimini compiuti contro la popolazione inerme di Gaza. E ricordiamo, infine, che le dichiarazioni di Herzog sono state allegate al fascicolo presentato all’Aja come una delle prove dell’intenzionalità di colpire i civili e quindi dell’avvenuto genocidio.

Ebbene, ci chiediamo quale dissonanza cognitiva abbia portato il nostro Presidente della Repubblica a ricordare e difendere giustamente il diritto internazionale quando si è trattato di criticare la Russia, e dimenticarsene completamente quando ha accolto a braccia aperte il presidente di uno stato accusato di genocidio presso la più alta Corte di diritto internazionale. 

Chiediamo al nostro Presidente di dichiarare la sua vicinanza e il suo dolore per l’ingiustizia e le sofferenze subite del popolo palestinese e la necessità di riconoscere lo Stato palestinese.

Ricordiamo, infine, che mentre si reitera la linea dei due popoli e due stati sempre ieri, nel frattempo il Senato della Repubblica respingeva una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, promossa dal M5s e sostenuta da AVS e PD, ma bocciata a causa dei voti contrari di 80 senatori di tutti gli altri schieramenti. Un’altra pagina triste della nostra politica”.

Con la Palestina nel cuore

Per rafforzare le parole, già potenti, della presidente di Assopace Palestina, riprendo qui alcuni pezzi di una recente intervista che Luisa ha concesso a chi scrive. 

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Luisa Morgantini, una vita con la Palestina nel cuore. Cosa significa oggi vivere nel “Regno dell’apartheid” in Cisgiordania?

L’inferno, e non mi riferisco solo a Gaza, al genocidio, ai 61.784 palestinesi uccisi da bombe e cecchini israeliani, il 70 per cento di bambini e donne, ai più di duecento giornalisti e un migliaio di medici, infermieri, ai bambini e alle persone amputate, ai morti di freddo , a tutti quelli che hanno fame. A Gaza  non è solo genocidio ma educocidio, ecocidio, la distruzione del 85 per cento e più di case, ospedali, scuole, a preziosi luoghi archeologici, le coltivazioni bruciate, penso al nord di Gaza, alle dolcissime fragole di Betlahia, ai tulipani e al sud, nei luoghi circostanti Khan Yunis  alla sue verdure, alle imprese tessili, ai mobilifici, in  Cisgiordania, è certo che vige un sistema di apartheid, strade costruite dentro i territori palestinesi e aperte solo per i coloni (illegali), tribunali militari per i palestinesi e tribunali civili per i coloni, le uccisioni illegali , i trasferimenti forzati , le drastiche misure per il blocco dei movimenti, le massicce confische di terre, i palestinesi di Gerusalemme Est che non hanno cittadinanza ma solo una carta d’identità’ rinnovabile ogni 10 anni , non hanno passaporto ma solo un lasciapassare. 

Vivere nel sistema di apartheid, significa avere la propria vita controllata e subordinata al volere di un soldato, di un colono, essere arrestato, torturato, uscire dal carcere senza aver avuto un processo ma solo una detenzione amministrativa, non sai per cosa sei stato arrestato, al tuo avvocato non viene fornita nessuna prova o motivo del tuo arresto, puoi restare in carcere per anni, senza mai sapere per quale motivo. Vivere in un regime di apartheid significa  avere la tua casa demolita, casa costruita con la fatica e il sudore di ogni membro della famiglia, ma non hai avuto il permesso malgrado la tua richiesta sia stata presentata da anni, la terra è di tua proprietà’, cosi  costruisci, la famiglia negli anni si è allargata, quando arriva l’ordine di demolizione , ti viene richiesto di demolirla tu stesso per non pagare le spese della demolizione, a Gerusalemme Est, , nel quartiere  di Silwan , al Bustan, un quartiere palestinese di più di cinquantamila abitanti,  il 13 novembre del 2024, i bulldozer oltre 7  case hanno demolito il luogo simbolo di Al Bustan, il giardino attrezzato per giovani , finanziato dal governo e 21 amministrazioni locali francesi. Il console francese ha protestato, delegazioni diplomatiche hanno visitato Silwan e protestato ma senza risultati, la ruspa ha demolito tutto, per far posto alla Città’ di David, luogo archeologico, progetto simbolo dell’identità esclusivamente ebraica di Gerusalemme.  

Le mille forme di espropriazione…

Gli ebrei reclamo proprietà lontane, falsificando documenti, ma la Corte Penale Israeliana gli dà ragione, lo sa bene la famiglia Geith, 16 membri che sempre a dicembre è stata evacuata forzatamente per affidare la proprietà al gruppo di coloni Ateret Cohanim. 

La restrizione di movimento dei palestinesi dopo il 7 ottobre è quasi totaleL’Ocha,organizzazione della Nazioni Unite, ha contato 798 checkpoint sul territorio palestinese occupato, questo significa che un palestinese non può’ raggiungere il posto di lavoro, la scuola, gli ospedali, le merci non possono passare dai check Point. Dal 7 ottobre, la grande prigione che era la Cisgiordania si è frammentata, oggi il carcere è costituito da piccole celle, così sono i villaggi da dove non ci si può muovere, è l’impoverimento della popolazione, i 150.000 e più dei palestinesi che lavoravano in Israele sono stati cacciati. In Cisgiordania Organizzazioni di solidarietà’ distribuiscono pacchi famiglia con riso, zucchero e altri beni di prima necessità, come nel quartiere di Tel Rumeida a Hebron dove le famiglie circondate da colonie con check point interno alla città di Hebron, ogni volta che passano il check point rischiano di essere picchiati o bloccati per ore, parecchi famiglie se ne stanno andando, e le famiglie che rimangono, non hanno reddito ed è qui che i Giovani palestinesi contro gli insediamenti , distribuiscono pacchi cibo.

Sì Israele pratica il regime dell’apartheid, un crimine contro l’umanità così come definito dallo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale e dalla Convenzione sull’apartheid, ma la legalità’ internazionale è sotterrata sotto le macerie di Gaza, dovremo farla rinascere, ma la vedo durissima con i governanti che ci ritroviamo e la frammentazione e debolezza della società’ civile, certo protestiamo ma le nostre voci restano inascoltate, la nostra illusione di vivere in un democrazia si è infranta e dobbiamo affrontare questa realtà.

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Ed ora Netanyahu può contare sul sostegno totale dell’inquilino della Casa Bianca…

Trump, che in accordo con i fondamentalisti messianici ha già acconsentito a chiamare la Cisgiordania, Giudea e Samaria, sostiene il piano di espansione delle colonie e di annessione di gran parti della Cisgiordania, dice che Israele ha bisogno di più terra.

Trump con il suo piano allucinante da imperatore dispotico e disumano dice che i gazawi se ne devono andare troppo difficile vivere tra le macerie, nella realtà’ una pulizia etnica, chiara visto il piano di Kushner e di Trump, ma anche di Daniela Weiss, leader dei coloni e dei giovani delle colline che sono i più estremisti, già avevano fatto il piano per costruire le villette, perché i coloni hanno un sogno romantico che è quello di vedere il mare di Gaza. Kushner da tempo parlava degli investimenti immobiliari a Gaza dove non c’è solo il mare ma anche il gas. Un piano che deve essere preso seriamente. I palestinesi sono esclusi da ogni scelta, decide il padrone globale, dove il colonialismo, il razzismo e la supremazia occidentale si manifestano in tutta la loro crudeltà. Trump è certo che farà accettare a Giordania ed Egitto, la sua proposta di accogliere i palestinesi di Gaza, ovviamente con ricatti, per ora non sembra che i paesi arabi accettino il padrone globale.

Vedere i gazawi tornare al nord, sapendo di trovare le loro case demolite, fare ore e ore al check point di Netzarim, con i mercenari e soldati americani che hanno già’ preso posto, che dicono che li vogliono restare ed essere loro a ricostruire, è una lezione di umanità per tutti noi. La scure di Trump cade non solo sui palestinesi mia anche sui pilastri del nostro sistema di giustizia, con le sanzioni imposte alla corte Penale Internazionale, perché considerata persecutricedi Israele e degli Stati Uniti, hanno risposto opponendosi 79 paesi, tra gli altri anche Germania, Spagna, Francia, non così Italia che resta legata al carro di Trump e di Orban. 

La fragile tregua a Gaza non cancella quindici mesi di devastazione e di morte. Con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità, la Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso un ordine di cattura internazionale nei confronti del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha ribadito che l’Italia non attuerà questo ordine, nonostante il nostro Paese aderisca alla Cpi nata dallo Statuto di Roma.

Non si possono e non si devono cancellare l’assassinio di bambini, donne, uomini, non si può restare in silenzio di fronte al piano strategico di Israele di fare pulizia etnica e di cacciare dalla loro terra i palestinesi. Chi ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità, chi è responsabile di genocidio deve pagare.

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La scure di Trump cade non solo sui palestinesi mia anche sui pilastri del nostro sistema di giustizia, con le sanzioni imposte alla corte Penale Internazionale, perché considerata persecutrice di Israele e degli Stati Uniti, hanno risposto opponendosi 79 paesi, tra gli altri anche Germania, Spagna, Francia, non così Italia che resta legata al carro di Trump e di Orban. 

La Corte Penale Internazionale e i giudici hanno dimostrato in questo caso di non avere due pesi e due misure, hanno analizzato e valutato i fatti ed emesso la sentenza di arresto per Netanyahu e Gallant, così come per tre leader do essere arrestati, perché sono stati assassinati da Israele. Tajani, in una sua intervista ha sostenuto che non sono stati commessi crimini da Israele e dall’ Esercito Israeliano a Gaza, dichiara anche che non arresteranno Netanyahu che invece avrà’ l’immunità, mentre la sentenza della Corte penale non prevede nessuna immunità. Una vergogna totale e il disprezzo verso ogni legalità internazionale la posizione del nostro governo.





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