La Federal Reserve e l’incertezza degli effetti dei dazi | fed

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I funzionari della Federal Reserve sono preoccupati per gli effetti economici dei dazi imposti da Trump, soprattutto per i rischi sull’inflazione. Secondo la Fed «i prezzi di mercato potrebbero salire a causa dei dazi». Tutto questo potrebbe mantenere il tasso d’inflazione annuo ben al di sopra dell’obiettivo fissato del 2%.

Di conseguenza, diversi funzionari, tra cui il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic, attendono indicazioni più chiare dalla Casa Bianca prima di prendere decisioni importanti: «Le direttive sui dazi non sono abbastanza chiare. La situazione cambia costantemente ogni minuto, quindi è impossibile dire con certezza come qualsiasi nuovo approccio potrebbe influenzare l’economia».

La presidente della Fed di Boston Susan Collins ha dichiarato che l’istituzione deve essere paziente, «soprattutto considerando l’incertezza sulla questione».

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Il Federal Open Market Committee, l’organo responsabile della politica dei tassi d’interesse, dovrà esaminare due scenari specifici, afferma la presidente della Fed di Dallas Lorie Logan: «In alcuni scenari, sarà opportuno abbassare i tassi di interesse per stimolare la crescita. Se invece l’inflazione rimane alta, dovremo mantenere i tassi ai livelli attuali per un periodo piuttosto lungo».

Secondo i verbali pubblicati il 20 febbraio scorso, il personale della Fed ha indicato che la Banca Centrale americana non prevede grandi variazioni sull’inflazione nel 2025: «L’inflazione nel 2025 dovrebbe essere simile a quella dell’anno scorso. Le varie politiche commerciali imposte dal governo stanno facendo aumentare i costi delle materie prime, mettendo pressione sui prezzi al consumo».

Tuttavia secondo la Fed ’inflazione potrebbe tornare all’obiettivo del 2% entro il 2027.

Il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee ha poi osservato che sarà difficile determinare se il rialzo dei prezzi deriverà dai dazi o da implicazioni economiche più profonde: «Se vedremo l’inflazione aumentare nel 2025, la Fed si troverà nella difficile posizione di dover capire se l’inflazione derivi da un saturazione dell’economia o dai dazi».

I governatore della Fed Jerome Powell, ha dichiarato invece che «non è compito della Fed amministrare o commentare la politica commerciale». Secondo Powell, sono possibili diversi scenari: «Non sappiamo per quanto tempo durerà questa situazione, né quali Paesi saranno coinvolti. Non sappiamo delle eventuali ritorsioni e implicazioni a livello economico».

Nel 2019, invece di aumentare i tassi, la Fed li ha tagliati tre volte, scatenando le critiche di Trump, che chiedeva tassi d’interesse a zero per contrastare le incertezze economiche e commerciali.

Powell ha spiegato che la Fed ha tagliato i tassi nel 2019 per «difendere l’economia dai rischi legati alla crescita globale debole e alle tensioni commerciali». Tradotto: quei tagli erano una misura preventiva con la funzione di evitare un rallentamento economico più grave, una sorta di “assicurazione” contro possibili problemi futuri.

COSA DICONO GLI ANALISTI

La Federal Reserve ha dichiarato che tagliare i tassi di interesse troppo presto potrebbe far risalire l’inflazione, ma d’altra parte mantenere i tassi troppo alti per un lungo periodo potrebbe incidere sulla crescita economica e l’occupazione. L’eterno dilemma della politica monetaria, insomma. Si tratta di un equilibrio obiettivamente complesso da raggiungere, e le modifiche sostanziali alla politica economica introdotte dall’amministrazione Trump potrebbero introdurre un’ulteriore variabile nel sistema.

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«Sebbene al momento sia troppo presto per prevedere un aumento di tassi d’interesse, il mercato inizierà a considerare seriamente la prossima mossa della Fed» osserva Chris Zaccarelli, Chief Investment Officer di Northlight Asset Management.

Secondo Tom Essaye, presidente e fondatore di Sevens Research Report, ignorare i rischi di inflazione sarebbe un errore: «Se la Fed non si convince che l’inflazione tornerà al 2%, avremo un nuovo un aumento dei tassi d’interesse».

Anche gli economisti credono che i dazi imposti dal Presidente potrebbero far salire l’inflazione, anche se non sanno di quanto. S&P Global prevede un aumento dei prezzi al consumo pari allo 0,7%. La Fed di Boston prevede che le nuove imposte potrebbero aumentare l’inflazione dello 0,8%. La Fed terrà la sua prossima riunione tra il 18 e il 19 marzo.

 

 



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