Prato, 23 febbraio 2025 – Dove una volta si entrava e si sentiva profumo di pane sfornato si suonerà a un citofono e ci si fermerà davanti a un portone. Era una serranda abbassata da tempo, quella del forno “Gnan” in via del Serraglio.
Ora i lavori su quel fondo sono in corso per realizzare due alloggi a piano terra. Di fronte Mauro Casi del negozio “Stop Mode”, mezzo secolo di storia festeggiato l’anno scorso, è uno degli ultimi avamposti del commercio storico in questa via.
“Se si spengono le insegne, se perdiamo i negozi di vicinato, muoiono le strade. E via del Serraglio assiste a un declino inesorabile. Possibile che non si riesca ad arginare questo fenomeno?”.
Negozi (vuoti) trasformati in case, finestre al posto di bandoni abbassati. Un fenomeno, quello del cambio di destinazione d’uso da commerciale a residenziale, che sta prendendo sempre più piede e rischia di creare la desertificazione di un tessuto commerciale già fragile dentro le mura.
Dal punto di vista urbanistico, occorre che il proprietario presenti al Comune una Scia edilizia al permesso a costruire per il cambio di destinazione d’uso. Via del Serraglio ha fatto da apripista rispetto a questo trend nell’ultimo anno.
Qui la crisi del commercio picchia più duro e molti proprietari di fondi sfitti hanno preferito trasformarli in abitazioni o rimesse auto. Dalle ceneri dell’ex negozio di sanitari, al civico 44 e 46, è nato un garage con tanto di cartello del passo carrabile.
Anche accanto all’estetica “Elisa”, il fondo sfitto accanto è diventato un’abitazione con un piccolo ingresso. Chi ha memoria viva della Prato di una volta ricorderà una bottega storica come le bomboniere del Betti in via Guizzelmi: al suo posto, si vedono porte in vetro oltre le quali scorrono vite fra cucina e salotto.
A Prato è in atto una trasformazione del panorama immobiliare, con la trasformazione di fondi commerciali in appartamenti
C’è chi pensa sia meglio una finestra di una serranda abbassata: è il caso del macellaio Stefano Melani, da quasi cinquant’anni in via Guizzelmi. “Spero che il Comune non metta i bastoni fra ruote rispetto a questo tipo di trasformazioni che sono in atto in tutti i centri storici, non solo a Prato. Meglio il decoro e la pulizia dei bandoni sporchi”.
Via Muzzi ha l’aria di un cantiere: fra il 2024 e l’anno appena iniziato sono stati richiesti tre cambi di destinazione d’uso, l’ultimo protocollo presentato il 7 febbraio (le pratiche corrono in rete sul sito del Comune) relativo al fondo dell’ex “La formaggeria”.
Vetrine oscurate a piano terra dove una volta c’era “Silvanojeans” per un intervento di ristrutturazione immobiliare in corso che interessa tutto il palazzo.
Sul restyling degli immobili si registra un bel fermento in questo periodo: una risposta a un mercato che sta prendendo una direzione ben precisa in centro storico, quello degli affitti turistici e delle locazioni brevi, facendo schizzare i prezzi degli affitti.
Una storica commerciante ha un diavolo per capello. “Bisogna mettere dei limiti a queste riconversioni, altrimenti in via Muzzi succederà come in via del Serraglio. Se muore il commercio, muore la città”.
Tolta l’insegna del “Baldi Ricami” che ha chiuso il 31 dicembre: sulla strada si dice che tireranno su l’ennesimo appartamento. Copione leggermente diverso in via Firenzuola. Resiste da oltre mezzo secolo l’insegna “Arturo” che però si è spostata dal civico 49 al 24: lo spazio occupato per mezzo secolo dalla merceria si sta trasformando in un garage.
E a proposito di garage, questo è il destino di un fondo nell’elegante via Pugliesi. Dove una volta campeggiava il marchio dello store “Tablecloths” (il punto vendita si trova in via Cairoli) presto dovrebbero iniziare i lavori per realizzare una garage. Letizia Zucchini di “Priveé abbigliamento”, anima del comitato “Io c’entro”, suona la sveglia agli amministratori.
“Fermo restando il legittimo diritto di fare impresa per chi ha una proprietà immobiliare, quella che sembra mancare è una visione di centro storico, una progettualità di lungo termine per rilanciare il commercio. Il tema è come incentivare quest’ultimo, rendere più attrattivi gli investimenti in centro e rianimare i fondi vuoti per evitarne la riconversione. Da una parte si autorizzano i garage in centro, dall’altra si parla di pedonalizzazione…”
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