Bisogno: Giovani avvocati sottopagati – Le Cronache Ultimora

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


di Erika Noschese

 

 

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Insultati, malpagati, costretti a pulire lo studio o a fare da autisti, lavorando anche 90 ore a settimana. Così si descrivono i praticanti, ormai ex, avvocati oggetto di un’inchiesta giornalistica che ha portato alla luce comportamenti estremi e atteggiamenti fuori da ogni logica, di cui i giovani avvocati sono stati oggetto nella città di Roma. Un problema, quello dello sfruttamento e della paga inadeguata, che vive anche la città di Salerno, pur senza far registrare gli stessi orari di lavoro denunciati nella capitale d’Italia. A confermarlo è l’avvocato Ugo Bisogno, presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati di Salerno.

Essere un avvocato “priva”, a quanto pare. A meno che il giovane avvocato non sia già inserito in un contesto lavorativo “familiare”.

«Non ho la contezza della situazione lavorativa tra i praticanti a Salerno. Posso dire, però, che sono esattamente uno di quei professionisti che non aveva un parente avvocato. L’ho avviato io lo studio, pur con grandi difficoltà nell’inserimento nel mercato del lavoro, dato innegabile e indubitabile. Ma con caparbietà e costanza si può raggiungere tranquillamente l’obiettivo. Il settore legale è sicuramente molto complicato, ma con una buona preparazione, con tenacia e con voglia di lavorare, a mio avviso i risultati prima o poi arrivano».

Spesso si giustifica il mancato pagamento della forza lavoro con l’arcaico “Ti rubi il mestiere”.

«Sicuramente in passato era così. Personalmente non ho testimonianze dirette di pratiche avanzate, o di pratica non retribuita. Nel breve periodo, da quelle che sono le mie conoscenze con miei associati e giovani colleghi che conosco, c’è un minimo di retribuzione. Sono d’accordo col fatto che questa retribuzione non è mai proporzionata all’impiego di tempo necessario. Anche perché la pratica legale, fatta ad un determinato livello, impone degli orari massacranti».

A Roma, ad esempio, si parla di novanta ore settimanali. Anche qui è così?

«Novanta ore settimanali no, onestamente. Non le rivedo. È sicuramente vero il fatto che c’è un riconoscimento economico inadeguato rispetto allo sforzo: questo è il motivo per cui l’Aiga nazionale, non solo locale, ha tentato di sollevare il problema con una proposta. L’obbligo deontologico di retribuire i praticanti esiste già, va però individuata una misura: l’Aiga sta spingendo per individuare un compenso minimo che possa essere valido per tutta la durata della pratica. Si sta, inoltre, cercando di intervenire per prevedere la possibilità di sfruttare fondi europei che, al pari di qualsiasi altra attività d’impresa, possano essere estesi anche agli istituti legali, al fine di poter offrire la possibilità di esperienze lavorative ancor più adeguate. Così facendo, si consente allo studio legale di respirare, acquisendo fondi per investirli sulla formazione, e ai praticanti si offre la possibilità di fare esperienza lavorativa retribuita adeguatamente».

Disegnare una prospettiva, quindi. Forse oggi manca questo, a Salerno come altrove?

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

«Il punto di vista della giovane avvocatura è che i primi passi debbano portare a un arricchimento culturale e professionale del giovane professionista. È chiaro che, se si inizia a lavorare e non si vedono prospettive di crescita, di successo e di guadagno, si disincentiva la professione. In questo momento storico, c’è una flessione negativa per la nostra professione: la situazione è acclarata a livello nazionali, in termini di nuove iscrizioni. E ci sono proiezioni nel prossimo decennio, preoccupanti al punto tale da spingere cassa forense a modificare equilibri per mantenere la sostenibilità trentennale del bilancio. Le previsioni nel prossimo decennio, visto il trend di iscrizioni, sono al ribasso: il numero di avvocati è previsto in netta diminuzione, motivo per cui è riscontrata la perdita di appeal nella professione».

Tanti direbbero che di avvocati ce ne sono anche troppi, a Salerno.

«Che ce ne siano tanti è un dato di fatto, e il dato di fatto è riscontrabile da una statistica: basta confrontare realtà simili, magari con città del nord, per rendersi conto che da noi c’è effettivamente un numero abbondante di colleghi. Siamo oltre 4000 colleghi iscritti al foro, per una popolazione di 130mila abitanti circa. Se guardiamo una realtà come Udine, che ha 100mila abitanti, riscontriamo un ordine con mille iscritti in totale. Chiaramente il numero di abitanti nella città non rappresenta il numero di iscritti, poiché segue il circondario del tribunale che non è legato esclusivamente alla città di riferimento. Può essere, però, preso ad esempio per differenziare la realtà del nord rispetto a quella del sud, da noi di quattro volte superiore. Salerno viene abbinata spesso a Bari e Catania per dimensioni del foro: contano i rapporti tra il numero di avvocati e gli abitanti nel circondario, vale a dire rapporti totalmente diversi. Se il rapporto è più alto, si lavora meglio. Dove il rapporto è più basso, ci sono molti avvocati e pochi abitanti, a quel punto diventa più difficile».

Con quali conseguenze?

«La conseguenza è la difficoltà di inserimento nel settore del lavoro. Diretta conseguenza, è un corollario».



Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link