Associazione Coscioni: bene la mozione Cattaneo, ma non rinunciamo ai fondi PRIN e all’agenzia nazionale della ricerca 

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La ricerca scientifica in Italia è oppressa da problemi strutturali, tecnici, burocratici, che ne limitano le produttività e ne imbrigliano la creatività, con gravi ripercussioni sulla crescita economica e culturale del nostro Paese. 

La Senatrice a vita e valente scienziata Elena Cattaneo si è fatta portavoce di queste tematiche così importanti e ha presentato una mozione al Senato che, come riassunto da Silvio Garattini su queste pagine, chiede più fondi per la ricerca, diminuzione della burocrazia e aumento dell’organizzazione. Tra i punti più importanti, la sicurezza di tempi certi per i la presentazione dei Bandi e l’Istituzione di una commissione di esperti-manager di alto profilo per riorganizzare i processi di valutazione della ricerca. 

La mozione è stata approvata all’unanimità e molti ricercatori si sono rapidamente mobilitati in suo favore. L’appello di Scienzainrete a sostegno della mozione, a cui abbiamo aderito, ha raccolto più di 5000 firme in pochi giorni, a riprova di quanto sia sentita la necessità di una riforma seria e ben concertata da chi lavora nel campo della ricerca scientifica. 

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Pur apprezzando vivamente l’impegno della senatrice Cattaneo a favore della ricerca e il risultato ottenuto (probabilmente un unicum nella storia dei recenti governi), siamo preoccupati del fatto che la mozione è stata in gran parte svuotata del suo originale significato per ottenere l’approvazione della ministra Anna Maria Bernini. Per esempio, è sparita la proposta originale di 350 milioni di euro all’anno da garantire ai PRIN, sebbene non fosse davvero eccessiva, e non sono esplicitate le cifre da destinare alla ricerca. Inoltre, la mozione impegna il governo a  «valutare l’opportunità di istituire, presso lo stesso Ministero, una commissione di esperti-manager di alto profilo … che … elabori le procedure – terze e indipendenti dall’accademia e dal decisore politico – di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi promossi dal Ministero». Quindi una commissione ministeriale, senza alcun cenno all’istituzione di una Agenzia nazionale della ricerca indipendente. Questa scelta sorprende perché quasi tutti i Paesi europei (e molti non europei, compresi USA, Canada, Australia) hanno una o più Agenzie Nazionali della Ricerca con varie funzioni, quali la gestione dei finanziamenti, la definizione delle politiche della ricerca, la valutazione e il monitoraggio dei progetti in corso, l’incentivazione all’innovazione. Sebbene decisioni strategiche e budget dipendano dalle direttive del governo e dai fondi assegnati al ministero, l’autonomia gestionale delle ANR è totale. Sulla base delle esperienze degli altri Paesi, ci meraviglia che la ministra Bernini non intenda dotare anche l’Italia di una struttura che permetta di adeguare la gestione dei finanziamenti nel nostro Paese agli standard internazionali. Anzi, la ministra ha persino affermato, durante il suo intervento in Senato, che una Agenzia nazionale della ricerca sarebbe inutile e a rischio di essere controproducente.

Abbiamo tanta strada da fare perché la ricerca scientifica in Italia possa sfruttare appieno le sue potenzialità, e l’approvazione della mozione Cattaneo è certamente un primo passo importante, che non dobbiamo sprecare. Terminato il lavoro diplomatico, l’approvazione della mozione deve essere concretizzata dal governo nel rispetto dell’impegno preso: è importante vigilare per evitare che, da qui alla prossima finanziaria di dicembre 2025, qualche impedimento (principalmente la difficoltà a reperire i fondi indispensabili per portare avanti le riforme) possa far slittare o “dimenticare” l’attuazione di questa mozione. 

Auspichiamo quindi che i ricercatori si impegnino con tutti i mezzi a loro disposizione, spingendo non solo per la realizzazione delle proposte contenute della mozione ma anche per obiettivi più ambiziosi, come dotare il nostro Paese di un’Agenzia nazionale della ricerca, adeguata per una gestione dei finanziamenti alla ricerca pubblica  efficiente, e indipendente sia dalla politica che dalle potenziali influenze corruttive e dai conflitti di interesse, in accordo con le linee guida adottate dalla comunità internazionale. 

 





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