Affinità e divergenze fra estrema destra e antifascisti a Berlino

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Berlino, 22 febbraio 2025, manca un giorno alle elezioni. A Berlino si svolgono due manifestazioni: una di estrema destra, nella quale spicca la nuova formazione BAD (Bürgerliche Allianz für Deutschland), e una contromanifestazione antifascista, organizzata da gruppi eterogenei: femministi, queer, Antifa e, in generale, afferenti all’ambiente della sinistra berlinese. 

Le due manifestazioni

Inizialmente la manifestazione degli estremisti di destra doveva passare per Friedrichshain, come fanno molte manifestazioni a Berlino, ma poi si è scelto di farli muovere da Friedrichstraße verso Hauptbahnhof. L’altra manifestazione si è regolata di conseguenza e il lavoro della polizia, massicciamente presente, consisteva principalmente nell’evitare che i due gruppi si incontrassero e se le dessero di santa ragione. Gli agenti ci sono riusciti solo parzialmente, dal momento che un manipolo di manifestanti di destra, prima ancora di raggiungere l’assembramento, ha aggredito alcuni esponenti dell’SPD. Ci sono stati una trentina di fermi.

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Foto: il Mitte

Fin qui i fatti, che sono semplici. Due gruppi vogliono scontrarsi, la polizia lo impedisce. Ci sono alcuni scontri, principalmente fra agenti e manifestanti, quando la manifestazione Antifa riesce a circondare quella di BAD. Le due parti opposte, però, non arrivano mai a toccarsi, si lanciano solo insulti, che volano sopra le teste dei poliziotti. 

Ma chi c’era, oggi, per le strade di Berlino?

Molti contro pochi. Adulti contro bambini

Le differenze fra i gruppi che hanno manifestato sabato a Berlino sono talmente evidenti da avere qualcosa di “cartoonesco”. A saltare all’occhio è prima di tutto il numero: il gruppo di estrema destra è stato valutato, secondo le stime più generose, intorno alle 200 unità. Le stime meno generose parlano di una sessantina di persone. La verità, come sempre, sta da qualche parte nel mezzo. L’altra manifestazione ha visto partecipare oltre mille persone.

La seconda differenza che non si può fare a meno di notare, prima ancora di interagire con chiunque, è quella d’età. La manifestazione antifascista è estremamente eterogenea: ci sono Gen Z e Gen A con i capelli colorati, Millennial scafati che manifestano solo con il volto semi-camuffato e non parlano con la stampa, signore over 70 che marciano, sfoggiando olimpica serenità, anche fra enormi poliziotti armati che corrono spingendo di lato chiunque si trovi sulla loro strada.

Foto: il Mitte

I manifestanti neonazisti, invece, sono bambini. Non ragazzi, non giovani, bambini. I maggiorenni, forse, sono la metà e se sono maggiorenni non lo sono da molto. Il loro leader nonché fondatore del partito, Ferhat Sentürk, conciona sul “voto strategico per AfD”, che, seppur troppo moderata, porterà comunque finalmente la destra al governo. Ma, nel sentirlo parlare, viene da obiettare che nemmeno la metà delle persone che ha portato con sé oggi possono votare. Chi sono, quindi, questi suoi sostenitori che voteranno per AfD “strategicamente”? “Decine di migliaia”, dice. Sarà. Oggi, però, è alla testa di un drappello di quattordicenni avvolte nella bandiera del Reich, di sedicenni con i baffi lanuginosi che ridacchiano, mentre mi dicono “mangiaspaghetti di merda”, prima che uno di loro si ricordi una lezione di storia e inizi a gridare “Benito Mussolini”. 

Foto: il Mitte

Questo errore, fra l’altro, un militante di AfD non l’avrebbe mai fatto. E questo si ricollega anche a un’altra differenza: la manifestazione di sinistra è di sinistra e basta, quella di destra è di destra estrema.

L’estrema destra manifesta, la destra normale organizza conferenze

Mi spiego: nel gruppo Antifa c’è un po’ di tutto. Ci sono membri di gruppi extraparlamentari e della Linke, ci sono collettivi femministi e gente capitata lì per caso a cui è piaciuta l’idea, ci sono esponenti di piccolissimi partiti che si sono candidati alle elezioni e non entreranno mai in parlamento, persone con la bandiera di Israele e studenti senza affiliazioni politiche particolari. Ma questa non è una novità: nelle tante manifestazioni contro l’estremismo di destra degli ultimi mesi, a Berlino e in tutta la Germania, si sono visti esponenti della chiesa evangelica e dell’SPD fianco a fianco con militanti dei centri sociali. A destra no. La destra normale, in Germania, non manifesta. La CDU e l’FDP non marciano per strada, fanno eventi, convegni, conferenze, ma non sfilano con cartelli e bandiere. La destra, in Germania, sembra aver voglia di manifestare solo quando è estrema.

estrema destra
Foto: il Mitte

La festa delle medie

Ancora una differenza da considerare: l’estrema destra, Berlino la importa da fuori. I manifestanti vengono dalla Sassonia-Anhalt e ci tengono a farlo sapere intonando lo slogan “Ost! Ost! Ostdeutschland!”. La manifestazione Antifa, invece, è tutta berlinese. Trovare 1000 antifascisti a Berlino è facile come organizzare una festa di compleanno alle medie. Per portarci 200 simpatizzanti nazisti, invece, Sentürk la festa delle medie ha dovuto saccheggiarla. C’è anche da dire che Ferhat Sentürk non lo sa o non vuole sentirselo dire, ma i nazisti berlinesi e in generale quelli maggiorenni alle sue manifestazioni non ci vogliono venire. Su Instagram, diversi utenti hanno commentato “io non ci vado alla manifestazione di un turco!” Perché Sentürk, come i lettori più arguti avranno intuito dal nome, è di Aquisgrana, ma non da moltissime generazioni. E, a giudicare dalle reazioni online, non bastano né la determinazione nel dire che tutti gli stranieri se ne devono andare né gli occhi azzurri e la riga di lato a convincere i suoi sostenitori ideali che lui non è come gli altri.

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Foto: il Mitte

Manifestanti di estrema destra che cantano canzoni di artisti di sinistra

Il titolo di questo pezzo è “affinità e divergenze”, ma a dire il vero l’affinità è solo una: entrambi i gruppi guardano con sospetto sia la stampa che la polizia. Gli Antifa sono più espliciti su questo punto, intonando un coro che dice “dove eravate ad Hanau?”, con il riferimento all’attentato di estrema destra il cui anniversario si è celebrato da poco. Gli estremisti di destra principalmente sanno che devono stare attenti a quello che dicono e che fanno e che, al primo saluto romano, gli agenti li allontaneranno dal gruppo e contro di loro sarà aperto un procedimento per uso di simboli anticostituzionali.

Si limitano a mandare, dagli altoparlanti, il brano “Deutschland” dei Rammstein, quello che contiene il controverso passaggio “Deutschland Deutschland über allen”, che mette a disagio, poiché ricorda il passaggio proibito del vecchio inno tedesco (che però termina con “über alles”). Ci sarebbe da chiedersi come concilino l’ascolto dei Rammstein con il fatto che la band si sia dichiarata a più riprese ferocemente antifascista e che, proprio in quel video, il cantante Till Lindemann vesta i panni di Ulrike Meinhof.

Slogan contro la polizia, però, loro non ne hanno: si limitano a concetti più semplici, come “antifa figli di puttana”, “zecche e porci” e a canticchiare senza testo il motivetto di “L’amour toujours” di Gigi D’Agostino, divenuto inno della destra xenofoba tedesca (se non sapete il perché, potete leggerlo qui, qui e qui).

Considerando che anche D’Agostino si è detto orripilato dal fatto che il suo brano sia stato usato dalle destre, non si può non provare un po’ di imbarazzo vicario per questi poveri neonazisti, condannati ad emozionarsi con la musica di artisti che li disprezzano pubblicamente. Con tutte le band di estrema destra che ci sono in circolazione e che farebbero qualsiasi cosa per vendere due t-shirt a questi eventi! È proprio vero che in amore vince chi fugge…

La Signora in Rosso

La menzione speciale va a una donna vestita di rosso, che ha passato quasi tutta la manifestazione da sola, davanti al gruppo neonazista, con un mazzo di fiori in una mano e un cartello con scritto “combattere l’antisemitismo” e “leggete un libro o due!” nell’altra. Ai tanti esponenti della stampa internazionale, che le chiedevano perché non andasse semplicemente a partecipare all’altra manifestazione, rispondeva: “perché queste persone devono vederselo davanti, il dissenso, e a volte, per questo genere di cose, basta una donna sola”.

Foto: il Mitte

Seconda menzione speciale all’unica unità cinofila presente, uno splendido Belgian Malinois, che evidentemente dovrà ripetere il corso di addestramento, perché continuava, con somma frustrazione dell’umano responsabile, a cercare di attaccare gli altri poliziotti.

Avversari, poteri e nemici: estrema destra e antifa non sono solo “opposti estremismi”

Se siete arrivati fin qua, avrete capito che questo non è un pezzo di cronaca. Non vi sto raccontando cosa è successo alla manifestazione: ci sono già duecento articoli online che possono farlo alla perfezione. Vi sto raccontando le persone. E, ovviamente, vi sto raccontando una prospettiva. La prospettiva del mio primo “Spaghettifresser” in oltre 12 anni in questo Paese. La prospettiva di una persona di mezza età che guarda con profonda inquietudine a un gruppo di bambini, chiedendosi se sia morale, per un adulto, pensare che una persona a malapena adolescente possa essere un “nemico”, ma sapendo anche che sottovalutare l’estremismo di destra, quando è in ascesa, non è una buona idea, specialmente in questo Paese. E, a dire il vero, neppure nel nostro.

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Foto: il Mitte

È la prospettiva assolutamente personale di chi vede scontrarsi due gruppi, sapendo che in Parlamento ce ne sarà un terzo, un terzo il cui leader ha dichiarato oggi che non c’è nessuna sinistra, che la sinistra è finita, che non ci saranno più politiche verdi né di sinistra in Germania. E, considerando che questo leader, se tutto andrà come sembra, dovrà scegliere se allearsi con l’ultradestra, che ha spergiurato di voler respingere, o con quel centro-sinistra che considera “finito”, è difficile non farsi rimbombare in testa la parola “dogwhistling”. Ovvero, è difficile pensare che Friedrich Merz, nel discorso diventato virale, non stia lanciando un segnale criptico ma chiaro agli alleati che vuole effettivamente accanto a sé e che non sono, non saranno né verdi né di sinistra. Perché questo è il dogwhistling: dire una frase apparentemente “normale”, ma utilizzare concetti, simboli, espressioni o altre forme espressive che facciano capire solo a uno specifico gruppo che chi parla si riconosce proprio in quel gruppo. E, non so perché, ho la sensazione che il gruppo al quale Merz stava “fischiando” non fosse l’FDP.





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