Sanità e Turismo: le periferie continuano a programmare con difficoltà il futuro

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CORIGLIANO-ROSSANO – Amministrare i piccoli comuni periferici rappresenta una grande sfida per i sindaci del territorio, chiamati a far valere le istanze e i diritti di una popolazione sempre più anziana, in costante declino demografico e provata dall’isolamento geografico rispetto ai grandi centri. Un vero e proprio sport estremo che li pone costantemente in bilico tra la mancanza di servizi di base e il sogno di un rilancio in chiave turistica.

In questa settimana sono state proprio sanità e turismo le protagoniste del dibattito territoriale: da un lato la protesta dei comuni dell’entroterra difronte alla sede dell’Asp di Cosenza per chiedere una maggiore sanità territoriale e dall’altro l’evento di presentazione di due bandi turismo del valore complessivo di 53,5 milioni di euro per il sostegno all’accoglienza e per la riqualificazione delle seconde case nell’area vasta della sibaritide-pollino (ne abbiamo parlato all’Eco in Diretta).

Entrambe le occasioni hanno fatto emergere, oltre ai problemi, anche gli interessi reali rispetto ai temi trattati. Una sala gremita e in visibilio per l’opportunità di accaparrarsi qualche soldo da spendere nella riqualificazione delle strutture ricettive al Castello ducale e uno sparuto gruppo di cittadini e amministratori che – con fatica e senza essere ricevuti – ha manifestato per chiedere che venga garantito il diritto alla salute nelle aree dell’entroterra nel capoluogo.

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Per Agostino Chiarello, sindaco di Campana, presente al sit-in di Cosenza «la questione sanitaria della Sila Greca accomuna un po’ tutti i comuni periferici». «Purtroppo, rispetto alla capacità di trascinare la popolazione e rendere le manifestazioni più forti e “rumorose”, il problema è e resta la rassegnazione. È difficile – ha osservato Chiarello – scardinare questo atteggiamento nei cittadini. Noi non possiamo assumerci l’onere di sostenere economicamente le proteste perché non abbiamo i mezzi per farlo e perciò contiamo sul sentimento di rivalsa dei singoli. In momenti di crisi, però, c’è chi ragiona, giustamente, secondo altre priorità preferendo il pane alla lotta».

Anche Antonello Giudiceandrea, sindaco di Calopezzati, presente a Corigliano-Rossano ha ribadito il ruolo essenziale della sanità territoriale: «Calopezzati non ha una Guardia Medica e siamo fortunati perché abbiamo una farmacia e un medico di base. Questo è il nostro avamposto. Proprio in virtù di questa visione diffusa della sanità abbiamo partecipato ad un bando, nel 2022, per realizzare un ambulatorio medico comunale che avrà attrezzature per la telemedicina. Gli ospedali sono necessari ma sapere di poter fare un’ecografia senza aspettare mesi non è poca cosa. Questa tendenza che punta al business e al privato in materia di sanità non mi appare sensata».

Sul fronte turismo la situazione non è migliore. Emergere in contesti periferici e con poche risorse appare difficilissimo. «Con i soli bilanci comunali – spiega Giudiceandrea riferendosi ai lavori sull’erosione costiera messi in campo nelle scorse settimane – non possiamo affrontare interventi di milioni di euro pertanto dobbiamo sempre guardare ai bandi regionali e a finanziamenti extra bilancio».

In più, sui bandi presentati serpeggiano dubbi e sorgono perplessità: «Il budget – afferma Giudiceandrea – sembra insufficiente, anche se, dicono, ci sarà la possibilità di incrementare le cifre con altre misure. Purtroppo anche i tempi risultano risicati perché lo sportello si attiverà già il prossimo 10 marzo…».

La stoccata arriva anche da Chiarello che punta il dito contro chi dovrebbe sostenere e valorizzare le peculiarità dei territori: «La promozione di beni materiali e immateriali come le Pietre dell’Incavallicata e la Fiera della Ronza la sta facendo il Comune in solitaria. Tutti i fondi impiegati fino ad ora non provengono da finanziamenti extra comunali eppure l’Elefante viene utilizzato per fare spot elettorali».

In definitiva, le periferie continuano a programmare con fatica il futuro. Senza sostegni e con poche attenzioni da parte degli enti sovracomunali si ritrovano a fare i conti con un doppio isolamento, geografico e politico. 





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