Piemonte, calano le assunzioni: previste 23.960 entrate a febbraio

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TORINO – Le imprese piemontesi prevedono 23.960 nuove assunzioni per febbraio 2025, ma il trend occupazionale è in forte calo rispetto allo scorso anno. Secondo i dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le assunzioni programmate registrano una riduzione del 12,5% su base annua (-3.410 unità rispetto a febbraio 2024). Il trimestre febbraio-aprile non mostra segnali di ripresa, con 74.400 ingressi previsti, in diminuzione del 12,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A determinare questa contrazione sono le difficoltà dell’industria e dei servizi, settori che vedono una diminuzione delle opportunità lavorative a livello regionale, mentre a livello nazionale la domanda di lavoro nei servizi segna una lieve crescita (+0,5%).

Contratti e settori più colpiti

Nel mese di febbraio, il 58% delle assunzioni sarà a tempo determinato (+8 punti rispetto a gennaio), mentre i contratti a tempo indeterminato scendono al 30% (-7 punti). L’apprendistato si attesta all’8%, mentre gli altri contratti rappresentano il 4% del totale.

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A livello settoriale:

  • I servizi restano il principale motore dell’occupazione, con 48.430 assunzioni previste nel trimestre febbraio-aprile, pari al 65,1% del totale (in calo di 7.410 unità rispetto allo scorso anno).
  • L’industria prevede 25.970 assunzioni, pari al 34,9% del totale, con una riduzione di 3.350 posti rispetto allo stesso periodo del 2024.
  • Il commercio rappresenta il settore con il maggior numero di ingressi previsti (10.340 unità, 13,4% del totale), seguito dai servizi alla persona (9.900 ingressi, 13,3%) e dal turismo (8.780 assunzioni, 11,8%).

Tra i settori industriali, le costruzioni prevedono 7.250 ingressi, pari al 9,7% del totale.

Quali figure sono più richieste?

Nel mese di febbraio 2025, il 31% delle assunzioni sarà destinato a operai specializzati e conduttori di impianti, il 23% a dirigenti, specialisti e tecnici, il 22% a professioni commerciali e nei servizi e il restante 8% a impiegati.

In particolare, la domanda di laureati scende al 16% del totale (-3 punti rispetto a gennaio), mentre il 28% delle assunzioni sarà riservato a diplomati e il 34% a candidati con qualifiche professionali. Il 22% dei posti sarà accessibile a chi ha solo la scuola dell’obbligo.

I giovani sotto i 30 anni rappresentano il 31% delle assunzioni programmate, mentre nel 19% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Cresce il mismatch tra domanda e offerta di lavoro

Uno dei problemi principali per le imprese piemontesi resta la difficoltà di reperire personale qualificato, che interessa il 49,7% delle assunzioni previste. Il dato è in crescita rispetto a gennaio e superiore alla media nazionale (47,9%).

Le principali cause del mismatch sono:

  • Mancanza di candidati idonei (31,3% dei casi, dato stabile rispetto al 2024);
  • Preparazione inadeguata (14,2%, in aumento rispetto a gennaio 2025 e febbraio 2024);
  • Altri fattori (4,2%).

Le figure più difficili da reperire sono:

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  • Medici (93,9% delle assunzioni previste a rischio scopertura);
  • Operai specializzati per le rifiniture edili (85,4% difficili da trovare);
  • Tecnici della gestione dei processi produttivi (63,8% difficili da reperire).

A livello di titoli di studio, i profili più richiesti ma difficili da trovare sono quelli con lauree in medicina e odontoiatria (92,1%), chimica e farmacia (79,8%) e insegnamento e formazione (64,8%).

Prospettive e criticità

«Il calo delle assunzioni in Piemonte riflette una congiuntura economica difficile, con forti criticità nel settore industriale e dei servizi – spiegano da Unioncamere Piemonte –. Il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro resta elevato, con quasi il 50% delle assunzioni che potrebbero non trovare candidati adeguati».

Con una riduzione delle assunzioni su base annua e trimestrale, il mercato del lavoro piemontese si trova di fronte a una sfida importante: da un lato, le aziende cercano personale qualificato che fatica a trovarsi, dall’altro, la crescita dei contratti a tempo determinato segnala un’incertezza occupazionale che potrebbe influire sulla stabilità del mercato del lavoro regionale nei prossimi mesi.



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