oltre 20 nuovi reati, duro attacco alla nostra Costituzione. La protesta non si ferma – Corriere dell’Irpinia

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“Oltre 20 nuove fattispecie di reato e aggravanti per reati già esistenti”. E’ l’avvocato Gennaro Santoro dell’associazione Antigone a porre l’accento sui pericoli del nuovo DDL sicurezza nel corso di un confronto al Circolo della stampa che ha riunito le associazioni del territorio impegnate nella mobilitazione contro il disegno di legge. “Riteniamo – prosegue Santoro – che rappresenti un duro attacco alla libertà di parola, di manifestazione e di riunione, sotto accusa chiunque scenda in piazza, che si tratti di studenti o di attivisti ambientali. Siamo convinti che questo disegno di legge sia un attacco al dissenso dell’opinione pubblica, assolutamente inaccettabile”

“il testo – prosegue Santoro – introduce specifici reati relativi alle rivolte carcerarie che mirano, di fatto, a mettere fine a ogni forma di dissenso. Un attacco di tale portata non è giustificabile: viviamo in un Paese in cui il numero di reati commessi non è tale da rendere necessarie norme così drastiche, che appaiono invece frutto di mera propaganda”. Ricorda come “le misure alternative al carcere continuano ad apparire i migliori deterrenti, senza considerare le condizioni di sovraffollamento delle nostre carceri. Inoltre, se le ipotesi di reato sono oggi 35.000 è quasi impossibile conoscerle con il rischio altissimo di arbitri e abusi da parte di chi dovrebbe garantire il rispetto della legge. Ci chiediamo, infatti, quali reati saranno davvero perseguiti. Basta guardare i dati relativi alle carceri, ad essere presenti nei luoghi di detenzione sono soprattutto migranti e persone con basso tasso di alfabetizzazione e condizione socioeconomica più precaria, non certo mafiosi e colletti bianchi. Mentre è chiaro che la giustizia può essere celere solo se diminuiscono i reati”

Spiega come è difficile “contrastare simili provvedimenti, proprio perché in Italia si è arrivati a prevedere circa 35.000 ipotesi di reato. Questo rende complicato, anche per un avvocato, comprendere come muoversi in un quadro normativo così frammentato e complesso. Una delle principali forme di opposizione da parte della difesa legale è il ricorso alla questione di legittimità costituzionale. È evidente, infatti, che queste norme introducono pene sproporzionate e, dunque, irragionevoli, in contrasto con il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione. Tanti i dubbi sulla legittimità costituzionale, e la via principale per contrastare il DDL sarà proprio quella di sollevare tali questioni di fronte alla Corte Costituzionale”.

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Ricorda come “a Roma e in molte altre città italiane si sono già tenute numerose proteste con una partecipazione significativa, soprattutto da parte dei giovani, che questa volta sembrano essere tra i principali destinatari delle nuove norme securitarie. Le mobilitazioni continueranno: non dobbiamo dimenticare che si tratta ancora di un disegno di legge  e non di una norma in vigore. Ecco perchè è fondamentale portare avanti la protesta per impedire che questo DDL venga definitivamente approvato”.

Stefano Iannillo dell’Arci parla del più grande attacco alla democrazia della storia repubblicana. Ancora un volta si ricorre al populismo giudiziario per ottenere consensi. Sono 48 i nuovi reati introdotti dall’insediamento del nuovo governo, con l’inasprimento di pene pari a 117 anni. Dal decreto antirave agli attacchi contro l’attivismo climatico, dal decreto Caivano alla cancellazione di qualsiasi forma possibile di inclusione nella gestione dei flussi di migranti. Mentre si dimentica che il conflitto è tra gli organi principali della democrazia. Si punta su una propaganda legata all’illusione della sicurezza attraverso il controllo. La gestione della devianza è affidata  alla repressione di qualsiasi forma di protesta e all’aumento dei reati. In maniera preoccupante ci allineiamo ai paesi che progressivamente restringono le libertà”.

Durissima anche Italia D’Acierno, segretaria provinciale Cgil, che pone l’accento sull’uso strumentale delle norme sicurezza “Si usano le paure delle persone per controllarle, ecco perchè è fondamentale restare uniti in questo percorso. Abbiamo costituito una rete per portare avanti la mobilitazione, una rete che non si ferma qui. Come Cgil abbiamo portato avanti anche una campagna referendari sui diritti con 4 quesiti sul lavoro e uno relativo alla cittadinanza. Il 7 marzo ospiteremo il segretario generale Landini. Non siamo disposti a cedere sui diritti”.

Antonietta Bavaro di Apple Pie parla di un governo che “continua a insistere  sul binomio migrazione/sicurezza, con l’aumento del periodo di detenzione nei centri per migranti, limitazioni all’azione di salvataggio delle Ong, percorsi di regolarizzazione sempre più difficili In questo modo l’integrazione diventa impossibile, quella che equivale a una condanna a morte per i nostri migranti. Allo stesso modo sono esclusi dai diritti tutti coloro che non sono socialmente riconosciuti e non sono conformi alle norme dominanti, a partire dalla comunità lgbtq. Non esistono leggi che li tutelino con un aumento della violenza omolesbotransfobica”.

Alfredo Cucciniello delle Acli parla di “un documento che è un bavaglio e non ha nulla a che vedere con la sicurezza, che ha molti elementi di anticostituzionalità e mette in discussione la cultura del diritto”. Presenti in sala anche Davide Perrotta di Libera e Legambiente.

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