” necessari investimenti sull’innevamento artificiale”

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Lo sci di fondo in Abruzzo rischia di morire“, sono queste le parole di Arturo Como, componente Federale della Commissione Giovani Nazionale Sci di Fondo  che ritiene sia necessario immediatamente intervenire con investimenti sull’innevamento programmato.

SCI DI FONDO IN ABRUZZO RISCHIA DI MORIRE, ARTURO COMO CHIEDE UN IMMEDIATO INTERVENTO

Sci di fondo in Abruzzo rischia di morire Sci di fondo in Abruzzo rischia di morire

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Saldo e stralcio

 

Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai sotto gli occhi di tutti, con la neve naturale che dura sempre di meno e le temperature che sono sempre più elevate.

A tal proposito in un nostro approfondimento di ieri abbiamo parlato di come sono cambiati gli inverni negli ultimi 60 anni in Appennino.

Arturo Como nel comunicato diramato a tutte le redazioni, ha specificato come senza interventi degni di nota sull’innevamento programmato lo sci di fondo rischia di morire.

Nel corso degli ultimi anni sono stati annullati molto eventi, anche piuttosto importanti, arrecando dei danni economici di un certo livello anche agli alberghi che hanno visto disdire le prenotazioni proprio all’ultimo momento da parte degli atleti.

Di seguito il comunicato:

Se per il rotto della cuffia i Campionati Italiani sono giunti al fischio d’inizio non è

stato così per le fasi finali del Trofeo Interappenninico del Circuito Nazionale di Sci di
Fondo che, si sarebbero dovute disputare ad Alfedena lo scorso 15 e 16 febbraio.
Disdette, rinvii e annullamenti di troppe gare è costretto a vivere e a subire lo sci di
fondo abruzzese. Sofferenze indicibili che ledono pesantemente, la sopravvivenza, la
professionalità e la dedizione degli sci club abruzzesi, degli atleti, degli istruttori, dei
maestri di sci, delle presidenze, degli organizzatori e delle scuole sci, ormai da troppi
anni. La pellicola proiettata è spesso la medesima, assenza di neve, precipitazioni
insufficienti, che senza il supporto di impianti d’innevamento fanno temere per la
riuscita degli eventi fino al giorno delle premiazioni finali. La questione climatica non
è più opinione di pochi e non ha di certo ripercussioni sporadiche, anche l’anno
scorso l’annullamento del Criterium Intrappenninico-Comune di Alfedena fu l’unica
strada da intraprendere.

Il 2 e 3 marzo 2024 non era caduto neppure un fiocco di
neve nei luoghi deputati allo svolgimento della competizione, il Pianoro Campitelli e
nessuna delle località limitrofe avrebbe potuto essere stadio di gara. Durante la
stagione invernale 2023/2024 in Abruzzo e in Molise, per assenza di neve, non fu
possibile realizzare nessuna competizione fondistica. Il Molise ha già preso di petto
la situazione è sta realizzando impianti di innevamento artificiale.
Lo sci di fondo abruzzese è in agonia! La questione è acclarata e la rotta va invertita
celermente, la perdita e il danno già in essere potrebbero acuirsi ulteriormente, con
ripercussioni per troppi e troppo grandi. Arturo Como, fra le altre cose, è Presidente
della Commissione Fondo Giovani Regionale e sta vivendo il decennale di Presidenza
dello Sci Club di Alfedena; pertanto, ricorda nitidamente il ruolo che lo Sci di Fondo
ha significato per l’Abruzzo con il conseguimento di molti ori, argenti e bronzi a
livello nazionale e non solo. Questa terra forte e gentile ha “sfornato” e vuole

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ancora “sfornare” campioni e campionesse per donare vanto ed orgoglio. Non si
tralasci di tener da conto che, seppur non si vogliano considerare medaglie e podi, il
ruolo e le funzioni di questa disciplina, nei luoghi dell’entroterra abruzzese, sono
molteplici e dalle funzionalità ramificate, si passa da funzioni sociali e di condivisione
per i giovani praticanti, ai riscontri economici e turistici per le attività ricettive del
territorio. Ogni evento sportivo annovera centinaia e centinaia di atleti partecipanti
provenienti da tutta Italia che, necessitano di alloggio per più giorni, a cui si
sommano accompagnatori, tecnici e preparatori, l’indotto economico e di ritorno
pubblicitario innescato non è di poco conto. Ogni competizione disputata assume le
sembianze di una “guida turistica” che, porta a conoscere l’Abruzzo intero
stimolando a successivi soggiorni o vacanze, d’altronde il patrimonio naturalistico,
storico e culturale della regione Abruzzo è invitante e singolare. La sopravvivenza
dello sci di fondo, pertanto, è anche sinonimo di sopravvivenza di un circuito
economico interno necessario e significativo. Si pensi che ogni volta le strutture
ricettive interessate sono costrette, per fervore di accoglienza, ad opzionare camere
che a pochi giorni prima dell’evento potrebbero essere disdette per assenza di neve.
Lo spirito e la tenacia dei giovani atleti che praticano lo sci di fondo vengono
costantemente messi a dura prova. L’assenza di una minima base di neve non
permette loro di allenarsi in modo adeguato e nelle competizioni fuori regione sono
evidentemente penalizzati. I loro diretti competitor spesso provengono da luoghi
dotati di impiantistiche preposte all’innevamento artificiale e quindi hanno nelle
gambe e nella mente ore ed ore di allenamento. Per i non addetti ai lavori è giusto
precisare che la neve necessaria ad una competizione di fondo è molto inferiore a
quella richiesta per le competizioni di sci alpino. Di recente i fondisti abruzzesi,
insieme a più di mille altri atleti, hanno preso parte alla quarantunesima edizione
internazionale dello Skiri Tropy nella Val di Fiemme, la disputa di questa importante
competizione fondistica è stata conseguibile, solo grazie ai cannoni di innevamento
artificiale. Quello che Arturo Como chiede con insistenza e convinzione, in altri
luoghi, esiste ed è garanzia di sopravvivenza dello sci di fondo. In altri luoghi si è
compreso, da tempo che, bisogna sparare neve!
La reputazione dell’entroterra abruzzese si compone in maniera caratterizzante,
anche, della pratica dello sci di fondo. La precarietà organizzativa e di preparazione a
cui si è esposti ogni stagione invernale danneggia l’immagine di un comparto fatto di
professionisti indiscussi, non si acquistano di certo punti agli occhi degli altri comitati
regionali che, fino agli ultimi giorni non riescono ad appurare se e dove si disputerà
la competizione, precarietà che toccano gli atleti, le loro famiglie e tutti gli addetti ai
lavori. Merita questo lo sci di fondo abruzzese? Perché, chi lo ha deciso e avantaggio di cosa? Gli atleti abruzzesi perché devono rinunciare ad allenarsi su neve? Fino a quando avranno la pazienza di amare uno sport che non possono praticare nella pienezza che gli spetterebbe?
Sono troppi anni che la musica non cambia, da ciò questa nuova levata da parte di
Arturo Como, non si può restare ciechi davanti a questa “patologia” territoriale,
sportiva, sociale ed economica. Una progettualità utile e ampiamente risolutiva il
Como l’ha già fatta mettere nero su bianco. Da più di un anno ha seduto allo stesso
tavolo ben otto sindaci portandoli a stipulare un protocollo d’intesa che contempla
la realizzazione di un impianto di innevamento artificiale per i Poli di Sci di Fondo. I
primi cittadini chiamati alla firma sono stati il sindaco di Alfedena, Barrea, Civitella
Alfedena, Scanno, Opi, Pescocostanzo, Pescasseroli, Villetta Barrea. Una scheda
progettuale che va sostenuta e in cui si deve credere fortemente, la posta in gioco è
troppo alta per soprassedere o voltare la testa dall’altra parte. Significativo il
costante scambio di informazioni, in tal senso,con il comitato regionale presieduto
da Angelo Ciminelli e con le figure federali di riferimento Carlo dal Pozzo e il
Presidente Flavio Roda, tutti concordi sulla necessità di linee di intervento veloci e
concrete.
Lo sci di fondo è da sempre l’anima dei sentieri, dei boschi e delle valli di questi
luoghi, originariamente improntati alla pastorizia. Non si dimentichi che su sci di
legno gli avi si spostavano dalle vette alle valli in quegli inverni lunghi e nevosi, pochi
ricorderanno la severità e la spettacolarità, di quelle stagioni invernali, non aiutiamo
l’oblio, teniamo in vita uno sport che ha storia, radici ed entità profonde.
Si è giunti ad una situazione tale per cui dal punto di vista sportivo-agonistico gli
inverni non danno più affidabilità, questo insidia e rende instabile svariati profili
della vita dei giovani di questi luoghi, si dovrebbero creare condizioni di espressioni
e di libertà per gli atleti, allo stato delle cose si assiste, indifferenti, all’agonia
conclamata di una delle espressioni tipiche e strutturali di queste realtà. Siamo,
ancora, nel cuore della stagione invernale, si pensi a quanti allenamenti verranno
compromessi per assenza di condizioni oggettive, a quanti probabili rinunce sportive
e a quanti giovani continueranno a passare pomeriggi con la testa china su un
dispositivo. La possibilità di praticare la disciplina del fondo è una ragione in più per
non assistere all’incremento dello spopolamento. Lo Sci di Fondo lo fa! Lo potrebbe
continuare a fare se solo si sparasse neve…
Ognuno lascia impronte e solchi nel proprio percorso di vita, la neve è madre di ogni
singolo cammino, le si dia modo di esistere e quindi di essere grembo caldo e
partoriente di giovani e felici atleti.

Lo sci di fondo in Abruzzo rischia di morire .



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