Mela Dora, una nuova varietà rustica – Agronomia

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Il suo nome è stato scelto per l’inconfondibile colore bronzeo-dorato della sua buccia. È la nuova varietà di mela nata dal lavoro di selezione dei ricercatori dell’Università di Bologna.
Una varietà distintiva non solo per il colore della buccia, ma anche per polpa croccante e succosa e per il sapore dolce-acidulo che la rende particolarmente fresca e piacevole.
 
Dora (MD02UNIBO*) è una mela rugginosa, nata dall’incrocio tra la Renetta Grigia di Torriana e la GoldRush, del programma di breeding dell’Università di Bologna e lanciata ufficialmente sul mercato alla fiera Fruit Logistica di Berlino.
Ulteriormente valutata a partire dal 2019 a Moissac, in Francia, oggi è coltivata su più di dieci ettari dall’azienda Rispe e dal vivaio Escade, licenziatari della nuova varietà per l’Europa. Per il nostro Paese gli agricoltori interessati possono già rivolgersi ai licenziatari per pianificare al meglio la produzione.

 

“Abbiamo subito riconosciuto le caratteristiche eccezionali di questa varietà e ci siamo messi al lavoro per assicurare la sua migliore diffusione e valorizzazione verso il mercato e la società”, sostengono i costitutori Roberto Gregori, Stefano Tartarini e Silviero Sansavini del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro Alimentari dell’Università di Bologna.

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Gli anni di valutazione hanno evidenziato le sue ottime potenzialità: elevata qualità agronomica, elevata produttività, rusticità e buona resistenza alle principali malattie.

 

Qualità agronomiche

L’albero ha media vigoria, produttività medio elevata e assenza di alternanza.

 

Sotto l’aspetto agronomico è di facile gestione, sia in allevamento che in produzione. I frutti presentano un peduncolo mediamente lungo che ne limita la cascola in caso di presenza di più frutti sullo stesso corimbo. La raccolta inoltre può essere eseguita in un’unica passata, a differenza di molte varietà a buccia colorata. Un altro punto di forza è il calibro dei frutti che è omogeneo: 190-200 grammi per frutto.

 

La resa a ettaro è interessante già alla terza foglia. Dalla quarta-quinta foglia la produttività aumenta sensibilmente attestandosi intorno alle 40-50 tonnellate a ettaro. Dalla quinta-sesta foglia si registra oltre le 60 tonnellate a ettaro.

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Rusticità

“La rusticità della pianta è data dalla sua ottima tolleranza alla ticchiolatura su foglia, che si traduce in una resistenza completa sul frutto in conseguenza alla presenza della rugginosità. – entra nel dettaglio Roberto Gregori, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro Alimentari dell’Università di Bologna – Tale rugginosità si sviluppa ricoprendo il 100% del frutto già pochi giorni dopo la sua formazione. Ciò costituisce una barriera fisica che impedisce al patogeno di svilupparsi sulla buccia”.

 

In termini pratici significa che coltivando varietà resistenti o tolleranti contro questa malattia si possono ridurre i trattamenti di oltre il 70-80%. Solitamente, infatti, in una coltura standard di mele non resistenti, il numero di trattamenti si attesta intorno a 20-25 all’anno. Ma con varietà rustiche e/o resistenti si può ridurre sensibilmente l’impatto ambientale, sociale ed economico.

 

“Non bisogna però pensare che i trattamenti contro la ticchiolatura vadano completamente eliminati. Sono sufficienti 2-3 trattamenti in post fioritura, quando l’inoculo del patogeno è elevato, per ridurre sensibilmente il rischio della formazione di ceppi in grado di superare la resistenza al patogeno”.

 

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Qualità

Questa mela si distingue per avere un rapporto acidi/zuccheri molto elevato, che conferisce un sapore intenso e peculiare. Può raggiungere valori di dolcezza superiore ai 20 gradi Brix, caratteristica non riscontrabile nella maggior parte delle varietà in commercio.

 

Si aggiunge poi l’ottima conservabilità: “Le prove di conservazione, eseguite presso il Centro di Ricerca francese Cefel, hanno evidenziato come la mela si può conservare in refrigerazione normale per 4-5 mesi, mentre in atmosfera controllata si può procrastinare ad oltre 6 mesi” continua Gregori.

 

“È una varietà eccezionale, ideale per i produttori grazie alla facilità di coltivazione, alla resistenza e alla produttività. – aggiunge Sébastien Rispe, dell’azienda Rispe – È anche molto succosa e croccante, qualità che soddisfano le aspettative del mercato per le mele rugginose”.

 

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Tutte queste caratteristiche fanno di Dora una varietà particolarmente interessante dal punto di vista produttivo e commerciale. E che, già a partire da quest’anno, vedrà un importante piano di sviluppo.

 

“In un panorama ampio e molto standardizzato come quello della mela questa varietà è estremamente distinguibile. Questa unicità è stata confermata dai primi test di vendita effettuati in Francia: abbiamo potuto constatare infatti come il consumatore, dopo aver assaggiato Dora, tenda a riconoscerla e ricomprarla. Questo è sicuramente un grande valore aggiunto per la diffusione della varietà” conclude Gregori.



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