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(di Cesidio Vano) «Il 26 febbraio alle ore 15 incontrerò presso la sede del mio assessorato in Regione Lazio una delegazione di studenti che questa mattina hanno manifestato contro il dimensionamento scolastico». Lo ha annunciato l’assessore al Lavoro, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito, Giuseppe Schiboni, dopo le manifestazioni di oggi a Roma.
Nella Capitale, infatti, ha manifestato la Rete degli Studenti Medi che in piazza ha portato ragazzi giunti da la regione, per protestare contro l’accorpamento di 23 autonomie scolastiche deciso dalla Giunta regionale con il relativo piano.
La manifestazione si è tenuta proprio davanti alla sede della Regione Lazio. L’iniziativa è stata rivolta a tutte le istituzioni, partiti, sindacati, associazioni, parlamentari, consiglieri regionali, comunali e municipali di tutta la regione e ad “ogni cittadino o cittadina che abbia a cuore la tenuta della scuola pubblica».
Tra la organizzazioni che hanno aderito e sono in piazza, anche la Flc Cgil, secondo cui la delibera regionale “non è un semplice atto amministrativo senza effetti sulle lavoratrici e i lavoratori, le studentesse e gli studenti, le loro famiglie» ma sarebbe invece “un disegno politico con gravi conseguenze su tutta la comunità educante, infatti prefigura la soppressione di strutture proprio dove c’è maggior bisogno per garantire il diritto allo studio: nelle periferie urbane e nelle aree interne della regione».
Da parte sua, l’assessore Schiboni, si è detto sicuro che l’incontro del 26 «ci consentirà di spiegare agli studenti quali sono le specifiche competenze di ciascun Ente e di chiarire che gli accorpamenti sono un obbligo legato a negoziati con l’Unione Europea che, certamente, non sono stati conclusi né dall’attuale governo nazionale né, tantomeno, dall’attuale giunta regionale.
In quell’occasione – ha aggiunto – avremo modo di illustrare il complesso iter procedimentale del dimensionamento scolastico che avrebbe dovuto avere come protagonisti principali gli Enti più prossimi al territorio e quindi capaci di interpretare maggiormente le rispettive dinamiche sociali ed educative. Gli stessi Enti che, purtroppo, il più delle volte, come dimostrano gli atti, si sono sottratti a tale ruolo attribuitogli dalla legge. Nell’incontro, come fatto in passato, inoltre, torneremo a ricordare che nessuna scuola sarà chiusa, che nessun servizio sarà sottratto a famiglie e studenti e che si tratta di una misura finalizzata a garantire un dirigente in ogni scuola superando la precarietà delle reggenze. La Regione Lazio – ha concluso – su questo tema come su tutti gli altri non si è mai sottratta né alle proprie responsabilità né all’ascolto e al confronto a differenza di Enti locali titolari di scelte che hanno preferito evitare».
Sul fronte politico il Pd fa quadrato attorno agli studenti scesi in piazza:
Bonafoni
Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega al Terzo Settore e all’Associazionismo ha sottolineato come «La protesta ha prodotto un primo e importante risultato: è stato fissato per il 26 febbraio un incontro con l’Assessore all’Istruzione della Regione Lazio Schiboni. Continuiamo a sostenere convintamente le ragioni di una mobilitazione che dura da mesi, e che ha visto l’organizzazione di iniziative ed eventi per sensibilizzare ed informare sul contenuto profondamente sbagliato di un provvedimento che non investe sul futuro e produce solo ulteriori disuguaglianze e discriminazioni in territori che hanno invece bisogno di ascolto e coinvolgimento».
Mattia
Eleonora Mattia, consigliera regionale PD del Lazio, in una nota scrive: «Oggi siamo scesi in piazza con le studentesse e gli studenti per chiedere ancora una volta alla Giunta Rocca il ritiro della delibera sul Piano regionale di dimensionamento scolastico per l’anno 2025/2026, che non tiene conto delle osservazioni della comunità scolastica, di sindaci, Enti locali e territori. Visto che la Giunta Rocca continua a non volerli ascoltare, lo faremo di noi portando la loro voce in consiglio regionale con un grande incontro intitolato ‘La scuola non si taglia«, che si terrà mercoledì prossimo, 26 febbraio, dalle ore 15 alla Pisana. E continueremo finché non avremo una risposta valida che tenga conto delle reali esigenze dei territori e della tutela del diritto all’Istruzione».
Battisti
La consigliera regionale del Partito Democratico del Lazio, Sara Battisti, ha affermato: “Ribadisco il mio sostegno alla Rete degli studenti medi del Lazio in protesta oggi a Roma, davanti la sede della Regione Lazio, per stabilire un principio chiaro: la scuola pubblica non si tocca. Il piano di dimensionamento scolastico voluto dalla Giunta Rocca è, infatti, un attacco diretto al diritto allo studio e alla qualità della formazione nel Lazio. La chiusura di 23 istituti significa scuole sovraffollate, perdita di autonomia, riduzione dei servizi e un colpo durissimo alla rappresentanza studentesca. Tutto questo senza alcun confronto reale con la comunità scolastica. La delibera della giunta Rocca – prosegue Battisti – non tiene conto delle esigenze degli studenti, delle famiglie e del personale scolastico. Accorpare gli istituti senza un piano di investimenti per migliorare l’offerta formativa significa solo scaricare il problema sulle scuole e sui territori. Il Partito Democratico ha chiesto con forza che la Regione torni sui suoi passi e apra un vero tavolo di confronto per trovare soluzioni alternative che non penalizzino il diritto allo studio: la scuola pubblica è un pilastro della nostra democrazia, e oggi gli studenti ci ricordano che non può essere smantellata con decisioni calate dall’alto. Continueremo a batterci in Consiglio regionale e nelle piazze affinché questo scempio venga fermato”.
Fantini
Luca Fantini, esponente del Partito Democratico e segretario provinciale uscente di Frosinone, ha scritto: «Il piano di dimensionamento scolastico della Giunta Rocca è un colpo durissimo per gli studenti e per l’intero sistema scolastico del Lazio. Chiudere 23 istituti significa cancellare presidi educativi fondamentali, ridurre i servizi e compromettere la qualità dell’istruzione. Siamo al fianco della Rete degli studenti medi in questa battaglia sacrosanta: la scuola pubblica va difesa, non smantellata con scelte miopi e calate dall’alto. La Regione – prosegue – ascolti la voce di chi vive la scuola ogni giorno e ritiri questo piano sbagliato, che rischia solo di creare disagi senza offrire alcuna prospettiva – conclude – per il futuro dell’istruzione pubblica».
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