Il vino è natura, il vino è cultura: Giuseppe Sedilesu

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Quando mi scrivo con Janny, io insisto per un’intervista telefonica, lei invece per una video call. Con piglio deciso, lei tedesca trapiantata a Mamoiada l’avrà vinta. E gliene sono grata. Perché grazie alla call, per quanto non sia un incontro dal vivo, ho avuto il piacere di conoscere Salvatore Sedilesu ora titolare unico dell’azienda  e il suo senso di ospitalità.

Come avrete intuito, l’ultima delle nostre chiacchierate virtuali ci porta a Mamoiada, in Sardegna, nella Barbagia di Ollolai. Salvatore Sedilesu mi accoglie col berretto di lana e un maglione spesso. Il tempo è bellissimo, in questi giorni, mi racconta, ma la cantina è fredda e bisogna coprirsi.

Una storia di famiglia

La storia agricola dei Sedilesu inizia con Giuseppe, il padre di Salvatore, e travolge tutta la famiglia, una famiglia numerosa, votata alla viticoltura e alla cultura dell’ospitalità. Ma andiamo con ordine. «Mio padre» racconta Salvatore «rimase orfano a 10 anni di età. Mamoiada era un paese molto modesto, povero, e le prospettive economiche non ottimali. Quando conobbe mia madre, vide il futuro nella terra, e chiese una vigna in affitto. I primi vini prodotti erano vini da offrire agli ospiti, un segno di accoglienza e anche un’affermazione di dignità».

Oltre a Giuseppe, anche Salvatore, suo fratello Francesco e Emilio loro cognato danno una mano in vigna, e apprendono il mestiere che poi sarà anche il loro. Non solo, avviano nell’impresa della vigna tutte le loro famiglie numerose. Tante braccia, tante teste che possono portare avanti un lavoro che richiede sempre più impegno. «L’avventura dell’imbottigliamento inizia nel 2000, con la prima etichetta di Cannonau. Ne producemmo 3000 bottiglie. Erano tempi in cui Mamoiada non era ancora conosciuta, rappresentava un po’ una mosca bianca, ma quel Cannonau fu accolto bene, il che ci diede coraggio… L’anno dopo le bottiglie divennero 10.000, poi di più». Il nome in etichetta, Mamuthone, è evocativo, rimanda alle maschere tipiche del carnevale sardo, alle tradizioni della Barbagia. C’è dentro uno splendido omaggio alla terra e al territorio.

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Riaccendere la fiamma

Nel frattempo, viene acquistata la prima vigna – Salvatore al tempo aveva 15 anni. Quei 2 ettari di terreno sono il primo bene di famiglia, e il vino prodotto piano piano varca i confini locali, sconfina in tutta la Sardegna, pronto a fare il salto che lo renderà noto in Italia, e anche all’estero.  I semi sono piantati, l’azienda lievita sospinta da una famiglia tutta protesa allo stesso obiettivo. E dall’altra parte “contagia”. Sì, perché l’esperienza dei Sedilesu riaccende la passione nel territorio.

«Molti in paese hanno ripreso ad appassionarsi alla viticoltura, a questa nostra magnifica terra. Tanti i giovani. Il parco viticolo di Mamoiada ha iniziato a riprendere fiato, e Francesco fu promotore dell’associazione Mamojà, che vede oggi tutto il territorio – aziende grandi, medie e piccole – coeso intorno agli obiettivi della promozione e della tutela». Mamoiada va nel mondo, e accoglie il mondo nel nome del vino e dei prodotti del territorio. È l’evoluzione di quell’offrire il vino agli ospiti in segno di accoglienza.

Giuseppe Sedilesu in breve

  • Ettari 20 – Bottiglie 100.000
  • Fertilizzanti: humus, letame, sovescio
  • Fitofarmaci: rame, zolfo, organici
  • Lieviti: fermentazione spontanea
  • Uve: acquisto 20%
  • Certificazione: biologico certificato
  • Premi Slow Wine. Chiocciola: La famiglia Sedilesu è stata fondamentale per lanciare il nome di Mamoiada nel mondo e continua a essere un punto di riferimento, sempre in prima linea quando si tratta di promuovere il proprio territorio. Top Wine e Vino Slow a Cannonau di Sardegna Ghirada Murruzzone 2019. Il primo vino da ghirada firmata Sedilesu convince appieno, con un profilo raffinato incentrato sui toni scuri e balsamici, a tratti vegetali, e un palato fitto e compatto di notevole energia e prospettiva.

Vini di Mamoiada, vini di cultura

Dalla vigna in affitto ai primi 2 ettari di proprietà molte cose sono cambiate. Sono subentrate in azienda le nuove leve, come il figlio di Salvatore, Andrea, che ha già “firmato” una sua prima etichetta super-premiata, il Cannonau Ghirada Zi’ Spanu, uno dei vini prodotti da un singolo vigneto (ghirada, appunto). E l’azienda stessa, nel 2018, è stata sottoposta a un processo di gemmazione, per il quale oggi Salvatore guida la cantina Giuseppe Sedilesu, il fratello Francesco è l’anima di Teularju e i figli di Emilio la cantina Mulargiu.

Ma non è cambiato lo spirito iniziale, la voglia di essere e proporsi come un vignaiolo vero, che è quello che dice e che limita il più possibile il proprio impatto sull’ambiente e sulla natura, cogliendone i segni e sapendoli interpretare al meglio, con mano gentile e precisa allo stesso tempo. Lo sguardo di Salvatore è uno sguardo di fiducia e di gratitudine verso questo territorio che descrive con occhi da vero innamorato, parlando della sua luce, delle sue potenzialità, della bellezza del periodo della potatura. E questo innamoramento lo si percepisce in ogni singola etichetta dell’azienda, che elenco brevemente e vi invito a scoprire a Slow Wine Fair.

Tra i Cannonau, oltre a Mamuthone: Sartiu, Carnevale, Ballu Tundu, Gràssia (dedicato alla mamma Grazia), Giuseppe Sedilesu (dedicato al papà), Ghirada Zi’ Spanu e Ghirada Murruzzone. Sul fronte Granazza – vinificata per la prima volta in purezza proprio dalla cantina Giuseppe Sedilesu, e ci vorrebbero altre pagine e battute per raccontarne la storia – abbiamo invece il Granazza, il Granazza sulle Bucce e il Perda Pintà. Sono vini di cultura perché portano il territorio, ne colgono l’anima e ne estraggono naturalmente l’essenza. E bere un vino così ha un che di impagabile.

di Silvia Ceriani, info.eventi@slowfood.it

Organizzata da BolognaFiere da un’idea di Slow Food, Slow Wine Fair è la manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto. Dal 23 al 25 febbraio 2025, in contemporanea con SANA Food, convegni, masterclass, e l’esposizione di circa 1000 cantine italiane e internazionali e oltre 5.000 etichette. Iscriviti alla newsletter per essere aggiornato su tutte le novità. #SlowWineFair2025





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