Donne, discriminazioni, disabilità. Queste tre parole hanno guidato le riflessioni al centro del seminario “Donne al cubo” che si è tenuto giovedì mattina a Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno, per iniziativa del Consorzio Desio Brianza, nell’ambito del Festival dell’Inclusione.
“Abbiamo scelto questa data perché oggi 20 febbraio è la giornata della giustizia sociale: crediamo che i temi che verranno trattati oggi hanno molto a che fare con il tema della possibilità di accesso ai diritti – ha spiegato Marta Sambruni, organizzatrice dell’evento insieme Federica Ceccarelli, del Codebri- Il pensiero che ci ha portato al titolo ‘Donne al cubo’ nasce dal voler dare visibilità alle molteplici discriminazioni. Ci hanno guidato tre parole: discriminazioni, donne e disabilità e abbiamo provato a guardarle in una prospettiva ribaltata”.
Le relatrici
Dopo i saluti dell’assessora alle politiche sociali del comune di Cesano Cinzia Battaglia e del presidente del Codebri Giuseppe Lissone, nel corso della mattinata sono intervenute Stefania Leone, professoressa associata in Diritto Costituzionale dell’Università Statale di Milano che ha parlato di “Disabilità e genere: i nostri principi costituzionali”; Patrizia Danieli, pedagogista e insegnante che da anni si occupa di educazione di genere nelle scuole che ha affrontato il tema “Educarci alla parità, il ruolo della pedagogia di genere”; Elisa Costantino, attivista, esperta di disability studies e di temi riguardanti la vita indipendente, con una riflessione su “L’intersezione tra genere e disabilità”.
Diritti, decostruzione, disability studies
“I tre interventi sono il ribaltamento delle tre D: discriminazione contro diritti, donne e decostruzione, disabilità intesa come disability studies – hanno spiegato le organizzatrici – . Ci siamo immaginate i tre interventi come una spirale di cerchi concentrici che ci portano sempre più vicini al focus dell’evento”. Particolarmente incisive sono state le testimonianze portate alla tavola rotonda dall’attivista Elisa Costantino, da Patrizia Saccà atleta paralimpica e insegnante di yoga e dai ragazzi e le ragazze di Self Advocacy Disability Marianna Bertolino, Desire Palumbo, Alessandro Ghisolfi. “Siamo persone, prima di tutto” hanno ripetuto più volte.
A fare da sfondo ad ogni intervento, il concetto di abilismo, ovvero la discriminazione verso le persone con disabilità. Discriminazione che diventa palese ogni volta che c’è una barriera, fisica o mentale.
Le testimonianze
“Sono le barriere che creano la disabilità” è stato detto e ripetuto. Elisa Costantino ha raccontato delle difficoltà che incontra nella vita quotidiana, anche in ambienti dove non ci si aspetta. Per esempio in ambito medico. O nel gruppi di attiviste. “Ho partecipato ad una riunione di attiviste e il luogo di ritrovo era inaccessibile a chi è in carrozzina”. Stesse esperienze anche per Patrizia Saccà, che ha anche presentato il suo metodo di yoga adatto a tutte e a tutti. “Ognuno pratica col corpo che abita” ha detto l’atleta e insegnante di yoga ideatrice del metodo Yoga a Raggi Liberi e del saluto al sole da seduti. Le ragazze e i ragazzi di Self Advocacy Disability hanno portato la loro esperienza. “Non è giusto che veniamo esclusi. La diversità è una ricchezza e così va considerata”.
Una contaminazione di storie
Nel corso della mattinata è stata presentata anche la realtà della Casa delle Donne di Desio, realtà inclusiva che sensibilizza sul rispetto dei diritti di tutte e di tutti. Ed è stato offerto un rinfresco dal servizio Sfamiamo, servizio formazione autonomia del Consorzio Desio Brianza. “Ciascuna esperienza è valida. La scelta di dare spazio e ascolto di queste esperienze è una delle scelte possibili perché ciascuna delle storie ci raccontano qualcosa. Ciascuna narrazione se ascoltata apre alla possibilità di contaminarsi e di essere contaminata. E’ necessario però che tutte e tutti partiamo dal riconoscere la nostra posizione di privilegio , in qualità di donne, uomini, bianchi, abili” ha concluso Marta Sambruni.
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