Competitività delle imprese, finalmente la scossa dell’Ue

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 







Automotive, uno dei settori da rilanciare in Europa




Automotive, uno dei settori da rilanciare in Europa



Automotive, uno dei settori da rilanciare in Europa

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

La competitività delle imprese torna ad essere l’obbiettivo primario delle istituzioni europee: è una bella notizia, visto che sembra sia ora compreso che senza imprese forti e in salute (quindi con capacità di fare investimenti) è difficile realizzare quella transizione verde indispensabile per garantire un futuro al pianeta. La desertificazione industriale non aiuta a proteggere l’ambiente, anzi. A leggere la “Bussola della competitività europea”, la strategia quinquennale presentata dalla Commissione europea lo scorso 29 gennaio, sembra che la svolta non sia solo una questione di termini, ma che sia anche di sostanza e culturale, con l’impresa non più guardata con sospetto, ma invece considerata nel pieno della sua dimensione non solo economica, ma anche sociale.

Il metodo

Significativo della bussola è in primo luogo il metodo, apparentemente molto più ispirato alla trasparenza che in passato. Due volte all’anno ogni Commissario europeo, a seconda delle proprie competenze, dovrà confrontarsi con i suoi interlocutori, siano essi operatori economici o rappresentanti della società civile, e discutere in modo concreto di temi quali le difficoltà di applicazione di determinate norme europee, le necessità specifiche di semplificazione, le preoccupazioni più generali del mondo degli operatori economici. Insomma, per usare un’espressione davvero poco formale: ci dovranno mettere la faccia. Non basta. Già oggi l’impatto delle nuove proposte legislative deve essere valutato con un’analisi mirata (la cosiddetta “valutazione di impatto”) ma a volte la sensazione è che le conclusioni di questa valutazione siano già “precotte”, che in altri termini si sappia già dove si andrà a parare. L’impegno della bussola è di rendere questa fase più condivisa, coinvolgendo in questo processo coloro che poi le norme dovranno andare ad applicarle/rispettarle, cioè in primis le imprese. Avvenisse davvero, sarebbe un progresso enorme, in termini di trasparenza e di responsabilità.

Il programma

La bussola è un programma di lavoro. A ogni paragrafo segue una tabella con una lista di iniziative che verranno presentate da qui al 2029. A questo programma generale si aggiunge poi anche il programma di lavoro annuale, quindi quello per il 2025. Questo per dire che anche il territorio veneto e vicentino, con tutte le sue realtà imprenditoriali, può sapere, già oggi, “cosa ha in mente Bruxelles”, intervenendo con proposte e critiche, seguendo per tempo le diverse iniziative, sensibilizzando le istituzioni e le associazioni di rappresentanza sull’importanza di questo o di quel tema.

Innovazione

E di carne sul fuoco ce n’è davvero tanta: qualche esempio. Sul fronte dell’innovazione si pensa ad un’iniziativa, la legge sull’innovazione in Europa (European Innovation Act), che possa favorire l’accesso delle imprese europee innovative a quegli strumenti che l’Unione mette a disposizione, non tanto a livello di finanziamenti, ma soprattutto in termini di accesso alle infrastrutture di ricerca e tecnologiche, spesso non alla portata di una singola impresa. Come a dire: vogliamo avvicinare le imprese che innovano alla panoplia degli strumenti che l’Europa mette a loro disposizione. Per fare proposte c’è tempo sino a dopo l’estate, l’iniziativa europea arriverà da ottobre in poi.

Materiali avanzati e acciaio

Quello dei materiali avanzati è un altro settore in cui Vicenza potrebbe avere molto da dire. Si tratta di quei materiali che fino a ieri non esistevano e che invece a un certo punto vengono realizzati grazie all’ingegno e agli investimenti nella ricerca di un’impresa. Attività fondamentale in tempi di scarsità di materie prime per tante nostre aziende ad alto contenuto tecnologico. Appuntamento al 2026 per la proposta europea. Infine è il caso di parlare di acciaio, altro settore cruciale per l’economia vicentina. In questo caso ci sarà da aspettare solo qualche settimana, perché il piano d’azione europeo è atteso per la primavera di quest’anno. Ci sarà di che leggerlo con attenzione, in quanto è un settore strategico per tutto il manifatturiero europeo, esposto ormai da anni a una feroce concorrenza extra europea, nonché spesso impattato da una regolamentazione Ue che non ne ha messo sufficientemente a fuoco il ruolo fondamentale per le nostre comunità, in termini di occupazione e di contributo ad altri settori.

Il Patto per l’industria pulita

Dietro l’angolo, c’è il “Patto per l’industria pulita” (Clean Industrial Deal), in rampa di lancio per il 26 febbraio. Sarà un primo snodo importante dell’implementazione della “Bussola della competitività” e questo per almeno tre ragioni. La prima è che per la prima volta si cercherà un nuovo equilibrio tra ricerca di competitività e protezione dell’ambiente, senza vedere la prima come opposta e nemica dell’altra. L’intento è di superare questa visione conflittuale a prescindere, peraltro un po’ retró, ma dimostrando che si tratta di un tandem, con cui si va più veloci, se entrambi i ciclisti pedalano con uguale vigore e nella stessa direzione, accettando compromessi perché il “tutti per uno e uno per tutti” porti davvero a un risultato di pregio per la nostra comunità. La seconda è la creazione di un “Fondo per la competitività” che dovrebbe aggregare risorse che sino ad oggi erano disperse in diversi rivoli del bilancio europeo e che invece ora dovrebbero trovare una casa comune, anche in termini di logica e di sinergie. Da vedere e da leggere, al momento se ne sa poco. In terzo luogo, lo stesso giorno 26 febbraio, verrà presentata la prima delle diverse “lenzuolate” di semplificazione che verranno: in prima battuta dovrebbero interessare i pesanti obblighi di rapportistica (alias: ti obbligo a dirmi cosa fai), divenuti gravosi per le imprese europee, ad esempio rispetto alla finanza sostenibile. Questo primo “giro” di semplificazione non necessariamente porterà benefici diretti al vicentino, ma vi saranno altre successive “lenzuolate” che potranno fare frutto di proposte che il nostro territorio vorrà fare.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Lavoro di squadra

La “Bussola della competitività” crea anche uno “Strumento di coordinamento della competitività” che ha un merito: dà la dimensione plastica del fatto che iniettare competitività nell’economia non può essere un esercizio per il quale un solo livello amministrativo è responsabile (e in quanto tale lodato o biasimato, in ragione dei risultati conseguiti). È un lavoro di squadra, che parte da Bruxelles, passa da Roma e Venezia e arriva sino a Vicenza, sulla base delle competenze amministrative di ciascun livello, ma senza escludere il contributo di nessuno. Un ultimo commento sulla governance, peraltro con un po’ di leggerezza. Nell’articolo apparso sul Giornale di Vicenza del 27 gennaio, si auspicava che in termini di governance non si reinventasse la ruota, ma si ripartisse dal test di competitività introdotto nel 2010 dalla Commissione europea su proposta di Antonio Tajani (allora vice presidente della Commissione medesima), valorizzato alla luce delle esigenze attuali dell’economia. Sarà stato il buon senso, sarà perché anche a Bruxelles si legge il Giornale di Vicenza, ma questo strumento appare oggi a pagina 18 della “Bussola della competitività”, declinato proprio come si proponeva nelle pagine di questo giornale.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link