CGIA – MESTRE * EVASIONE – CONTRIBUTI NON RISCOSSI 2000-2024: «MAGLIA NERA LA LOMBARDIA CON 259 MILIONI / LAZIO 226 / CAMPANIA 152 / AL 17MO POSTO IL TRENTINO ALTO ADIGE (7.5)»

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Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


10.46 – sabato 22 febbraio 2025

Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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I contribuenti italiani con debiti fiscali non ancora riscossi dalle nostre Agenzie fiscali ammontano a circa 22,8 milioni, di cui 3,6 milioni sono rappresentati da persone giuridiche (società di capitali, enti commerciali, cooperative, ecc.) e i restanti 19,2 milioni da persone fisiche. Tra queste ultime, 16,3 milioni sono lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altre forme di reddito (da beni mobili, immobili, ecc.), mentre i rimanenti 2,9 milioni, corrispondenti al 12,7 per cento del totale, svolgono un’attività economica come artigiani, commercianti o liberi professionisti (vedi Graf. 1).

In sintesi, i dati ufficiali forniti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione confermano quanto sostenuto costantemente dalla CGIA: i lavoratori autonomi non sono un popolo di evasori, come spesso vengono descritti dall’opinione pubblica. È indubbio che in questa categoria vi sia anche chi non adempie ai propri obblighi fiscali; tuttavia, secondo le statistiche ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, solo un debitore col fisco su otto è una partita IVA.

Mancano 1.274 miliardi, ma incassabili sono solo 100. Il 76% delle cartelle sono di importo inferiore ai 1.000 euro
Tra il 2000 e il 2024 le tasse, contributi, imposte, bollette, multe, etc., non riscosse dal fisco italiano o da altri enti sono pari a 1.274,5 miliardi di euro. Al netto delle persone nel frattempo decedute, delle imprese cessate, dei nullatenenti e dei contribuenti già sottoposti ad azione cautelare/esecutiva, l’importo potenzialmente aggredibile si riduce a poco più di 100 miliardi di euro (7,9 per cento del totale). Va altresì segnalato che il cosiddetto magazzino residuo è composto da 175 milioni di cartelle per un numero complessivo di 291 milioni di crediti. Gli avvisi di addebito e di accertamento esecutivo sono mediamente di importo molto contenuto: il 76 per cento dei singoli crediti, infatti, sono di importo inferiore a 1.000 euro e cubano complessivamente 59 miliardi di euro.

cento, invece, è in capo alle regioni del Nord che cubano 535.1 miliardi di euro non versati. Prendendo come riferimento il dato pro capite, la situazione più critica si verifica nel Lazio, dove i debiti fiscali da riscuotere sono pari a 39.673 euro. Seguono la Campania con 27.264 euro pro capite, la Lombardia con 25.904 euro, il Molise con 20.469 euro e le Marche con 20.078 euro. In valore assoluto, l’importo record non pagato è in capo alla Lombardia con 259,4 miliardi di euro. Seguono il Lazio con 226,7 miliardi di euro, la Campania con 152,5 miliardi, l’Emilia Romagna con 87,9 miliardi e la Sicilia con 87,8 miliardi di euro (vedi Tab. 1 e Graf. 2).

 

La lotteria degli scontrini è stata un flop

Il cashback e la lotteria degli scontrini sono state tra le misure messe in campo in questi ultimi anni per contrastare l’evasione fiscale che non hanno ottenuto i risultati sperati. Se nel primo caso lo scopo era quello di favorire l’utilizzo dei mezzi di pagamento elettronici a scapito dell’uso del contante, nel secondo si puntava ad incentivare il consumatore a chiedere lo scontrino fiscale. I risultati sono stati fallimentari. Il cashback, introdotto dal governo Conte II a luglio 2020, è diventato operativo dal primo gennaio 2021.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

A seguito della sua regressività e all’eccessivo costo per le casse dello Stato, il provvedimento è stato sospeso il primo luglio 2021 dal governo Draghi e con la manovra di Bilancio 2022 è stato definitivamente soppresso. La lotteria degli scontrini, invece, è ancora in vigore, anche se il numero dei richiedenti per partecipare alle estrazioni è crollato. Se nel 2021 la trasmissione al sistema ha interessato 137 milioni di scontrini, nel 2022 lo stock è diminuito a 41 milioni, nel 2023 è sceso a 33,5 milioni e nei primi undici mesi del 2024 la soglia è leggermente risalita a 38,8 milioni[1] (vedi Graf. 3). Tra il 2021 e il 2024, comunque, la contrazione è stata del 72 per cento. A titolo puramente indicativo, si segnala che solo di alimentari e bevande analcoliche, nel 2023[2] le famiglie italiane hanno speso 182 miliardi di euro.

 

Il 58% dei mancati incassi è concentrato nel Centrosud

Sebbene al Nord sia concentrata la stragrande maggioranza della ricchezza prodotta nel Paese e la parte più dinamica delle attività economiche e produttive, dei 1.274 miliardi di euro di tasse non riscosse negli ultimi 25 anni, il 58 per cento, pari a 739,3 miliardi di euro sono riconducibili alle regioni del Centrosud. Il rimanente 42 per dei richiedenti per partecipare alle estrazioni è crollato. Se nel 2021 la trasmissione al sistema ha interessato 137 milioni di scontrini, nel 2022 lo stock è diminuito a 41 milioni, nel 2023 è sceso a 33,5 milioni e nei primi undici mesi del 2024 la soglia è leggermente risalita a 38,8 milioni (vedi Graf. 3). Tra il 2021 e il 2024, comunque, la contrazione è stata del 72 per cento. A titolo puramente indicativo, si segnala che solo di alimentari e bevande analcoliche, nel 2023 le famiglie italiane hanno speso 182 miliardi di euro.

 

Per contrastare l’evasione serve un fisco più efficiente

I risultati ottenuti nella lotta contro l’evasione fiscale indicano l’opportunità di continuare a seguire il percorso intrapreso negli ultimi anni, intensificando gli sforzi verso la semplificazione del sistema tributario e il conseguente miglioramento della relazione tra fisco e contribuente. È fondamentale sfruttare in modo sempre più efficiente i dati detenuti dall’Amministrazione fiscale, al fine di ottimizzare i controlli su fenomeni che, secondo le valutazioni dell’Agenzia delle Entrate, presentano elevati livelli di rischio. Tra questi si annoverano: le frodi IVA; l’uso improprio di crediti inesistenti e/o aiuti economici non dovuti; la fittizia dichiarazione di residenza fiscale all’estero; e l’occultamento di patrimoni al di fuori dei confini nazionali . Sono modalità di evasione che, a differenza di quelli imputabili agli artigiani e ai piccoli commercianti , sono ascrivibili quasi esclusivamente ai grandi contribuenti.

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