Calo demografico, sostenibilità e diversa percezione da parte dei giovani «Serve un nuovo paradigma del lavoro»

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CONVEGNO ieri al Ridotto delle Muse di Ancona voluto dal Crel e dal Consiglio regionale delle Marche per riflettere sul futuro del mondo lavorativo. Rausei dell’Ispettorato del lavoro: «L’apprendistato può essere sviluppato». Il professor Granata: «C’è un mismatch tra competenze richieste e disponibili. L’offerta economica non fa la differenza». Il sociologo Colombi: «Serve una alleanza tra generazioni»



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L’intervento del presidente del Consiglio regionale Dino Latini

«Una alleanza tra generazioni per un futuro sostenibile che riesca a rompere quel ciclo della sfiducia che produce alienazione». E’ il suggerimento del sociologo Massimo Colombi che ha concluso ieri pomeriggio al teatro delle Muse di Ancona il convegno “Il futuro del lavoro nelle Marche” fortemente voluto dal Crel (Consiglio regionale dell’economia e del lavoro) e dal Consiglio regionale delle Marche.

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L’intervento del presidente del Crel Luca Talevi

Un quadro, quello emerso, che ha sottolineato l’esigenza di tener conto di cambiamenti significativi sotto ogni punto di vista. «E’ necessario un diverso paradigma del lavoro e delle competenze efficaci per affrontare il prossimo futuro – ha evidenziato il presidente del Crel, Luca Talevi – Occorre anche un’ottica nuova, tesa a valorizzare il capitale umano, rispondendo contestualmente alle necessità di prospettiva e di futuro delle giovani generazioni».
«Nel mezzo di un’epoca di molteplici transizioni – ha aggiunto il presidente Latini – dobbiamo ridare dignità al lavoro che deve essere un valore, dobbiamo trasmettere la voglia di entrare a far parte di un sistema che non sia stritolante».
A descrivere il quadro degli interventi da parte della Regione è stato l’assessore al lavoro e formazione Stefano Aguzzi. Tra le misure messe in atto ha parlato delle borse lavoro, del bando per la creazione di impresa, oltre ai progetti per reintegrare donne guarite dal carcinoma al seno, o per la conciliazione di tempi di vita e lavoro ma anche dei corsi professionali studiati sulle esigenze delle aziende: «Sono 81 milioni di investimento, non di fondi solo regionali naturalmente ma anche europei. Siamo la prima regione n Italia per utilizzo e messa in campo di questi fondi».

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A fare il punto della situazione attuale, con spunti sul futuro, è stato Pierluigi Rausei, direttore dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Ancona, che ha effettuato 3.407 ispezioni nei primi 9 mesi del 2024, riscontrando irregolarità in 2.113 casi. Nella maggioranza di questi, gli illeciti sono legati alla salute e sicurezza sul lavoro.
Rausei ha poi raccontato la situazione lavorativa delle Marche, sottolineando più volte l’incidenza del calo demografico e residenziale. «Nelle Marche trovano lavoro più facilmente coloro che hanno terminato solo la scuola dell’obbligo. Da evidenziare le competenze digitali che in Italia sono ancora basse. Il Pil pro capite nelle Marche è il 93% di quello italiano. Si è registrato dopo il 2022 un crollo nei consumi e anche l’inflazione rallenta i consumi incidendo così sull’industria manifatturiera». Una parentesi sui Neet: «Sono per la maggioranza donne». Infine il focus sull’apprendistato: «E’ la Cenerentola ma voglio parlarne anche perché lo devo a Marco Biagi con cui ho lavorato su questi temi. Nelle Marche ha importanti potenzialità di sviluppo e può essere utilizzato in tutte le sue tipologie».
lavoro_marche-1-650x520Il quadro giuridico è stato descritto dal professor Guido Canavesi di Unimc che ha parlato in particolare del Collegato lavoro: «Devo dire che l’assetto in vigore non è stato sconvolto dal governo che ha mantenuto la linea già adottata». Mismatch è il termine utilizzato dal professor Mattia Granata, presidente del Centro studi della Lega Nazionale delle cooperative: «Il mismatch è tra competenze richieste e disponibili, mentre non è l’offerta economica a fare la differenza».
lavoro_marche-7-650x508Infine Massimiliano Colombi ha riflettuto sulla situazione in atto partendo da due esempi: «Un imprenditore si è attivato per selezionare un lavoratore da inserire in azienda. Al termine delle selezioni ha comunicato la sua decisione al prescelto che ha risposto “Va bene, le farò sapere”. L’imprenditore si è girato verso di me e mi ha detto frastornato “Ma questo non avrei dovuto dirlo io?”. In una cooperativa sociale autorevole e ben consolidata, sono stati fatti 118 colloqui al termine dei quali sono state selezionate sette persone per l’assunzione ma la cooperativa sa già che tre di questi si perderanno probabilmente nel giro dei primi sei mesi. Partiamo dall’assunto che nessun giovane è sbagliato. Dobbiamo capire che i giovani hanno fame di senso, di contesti in cui si può conciliare vita e lavoro ma soprattutto in cui sentono di trovare il loro senso».

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Ha partecipato il consigliere regionale Mirko Bilò. I lavori sono stati moderati dalla giornalista Alessandra Pierini.

(Redazione Cm)

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