Bologna Da 12 a 18 milioni sulla disabilità a scuola, da sette a 10 milioni sui centri estivi, da 28 a 30 milioni per abbattere le rette dei nidi, da due a tre milioni per sostenere i neo-genitori. A questi si aggiungono i 15 milioni (erano 11) per i servizi 0-3 anni. In tutto, aumentando del 26% gli investimenti della Regione Emilia-Romagna per bambini e genitori, attraverso i centri per le famiglie. Uno “stanziamento senza precedenti”, rivendica la neo-assessora regionale a Istruzione e Welfare Isabella Conti, presentando le sue linee di mandato, dopo averlo fatto in commissione regionale. Col nuovo bilancio la giunta de Pascale aumenta di quasi venti milioni i fondi per il welfare famigliare e l’istruzione. Ma introduce però anche nuovi servizi, come quelli nei centri per le famiglie, che sono 42 un po’ in tutta la regione e già forniscono aiuti su diversi fronti. Si va da laboratori per genitori e figli insieme per riavviare il dialogo nelle famiglie con adolescenti, “minato” anche dall’uso eccessivo dei device digitali, al supporto, con professionisti, a genitori in crisi di coppia e gruppi di mutuo aiuto tra famiglie. «Vogliamo fare in modo per le coppie che si stanno separando- spiega l’assessora- che se questo deve avvenire possa avvenire nel massimo dell’armonia per il bene dei figli e della salute dei genitori». Tra le novità anche un aumento del 42% in più di fondi per i centri estivi. Per la prossima pausa estiva, momento complicato per le famiglie con figli piccoli, «proviamo a non lasciare fuori nessun bambino dei centri estivi». Insomma, «stiamo ricreando il villaggio», è certa Conti. «Un vecchio proverbio africano dice che per crescere un bambino serve un villaggio. Noi lo abbiamo completamente perso, ma la Regione Emilia-Romagna lo sta ricreando, con nidi, ostetriche a domicilio al momento della nascita, su cui stiamo lavorando e farà parte della nuova legge di contrasto alla denatalità». Per quanto riguarda i nidi l’obiettivo della Regione resta quello di «contribuire ad azzerare le liste d’attesa, oggi ci sono 5.000 bambini, durante il percorso della legislatura». Conti sottolinea anche l’aumento del 50% dei fondi per aiutare gli alunni con disabilità a scuola: si tratta di risorse che andranno ai Comuni, «in questo momento in grandi difficoltà dal punto di vista finanziario». Infine, conclude Conti, «se il Governo ci vorrà dare risorse per portare a casa questi risultati vorrà dire che saranno stati lungimiranti».
Conti ha parlato di una revisione del calendario scolastico, introducendo in futuro (non ovviamente dall’anno 2024-2025 in corso) una “pausa” tra Natale e Pasqua “e prolungando la scuola a giugno e settembre”. La Regione punterà inoltre su “Scuole aperte”, il progetto per aprire le scuole al pomeriggio per aiutare i bambini a fare i compiti e attività sportiva. A proposito invece della primissima infanzia, «vorrei parlare della realizzazione di una legge sulla denatalità e sul sostegno alle famiglie. Per le difficoltà nella gestione della vita e dei budget famigliare i giovani procrastinano la nascita del figlio arrivando a un’età in cui non si può più avere. Il progetto delle ostetriche a domicilio è fondamentale e va promosso su tutto il territorio regionale, in particolare in Appennino e nelle aree interne». Dall’opposizione Elena Ugolini, capogruppo di Rete Civica, esce con almeno una “buona notizia” dalla commissione dove Isabella Conti ha presentato il programma di mandato, la «disponibilità a costruire insieme a tutte le componenti dell’Assemblea legislativa una legge quadro per la natalità e le politiche familiari». «Si tratta- afferma la capogruppo di Rete civica- di una notizia fondamentale, perché la ripresa della natalità, in calo nel nostro paese da oltre vent’anni, non è soltanto una questione demografica ma un investimento strategico per il futuro della società che riguarda tutti e tutte le dimensioni della vita. Uno dei punti di lavoro fondamentali- aggiunge Ugolini- sarà la discussione di un coefficiente per riparametrare l’Isee necessario per l’accesso ai servizi e per il calcolo delle tasse regionali, tenendo conto di fattori come il numero dei figli, la presenza di anziani, di persone con disabilità e di caregiver all’interno del nucleo familiare”. Ma alla consigliera resta anche qualche dubbio. “Mentre è chiaro il progetto sullo “0-3 anni” sul quale, fino ad ora, la regione ha scelto di investire il 90% delle risorse della Legge nazionale “0-6” e i contributi europei per la conciliazione vita-lavoro delle donne, non è ancora chiaro se si estenderà lo stesso trattamento per la fascia della scuola dell’infanzia e che cosa si intenda fare bimbi oltre i sei anni di età».
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