‘Un sospiro di sollievo nonostante i pernottamenti in calo’

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Un turismo mordi e fuggi. Aumentano leggermente gli arrivi ma calano, sempre leggermente, i pernottamenti. Per Ticino Turismo il 2024 è stato un anno al termine del quale, dopo un avvio difficile, «si è potuto tirare un sospiro di sollievo», ha commentato il direttore Angelo Trotta questa mattina durante la conferenza stampa di bilancio. Già, perché il mese di aprile, complice un meteo particolarmente brutto soprattutto durante la settimana di Pasqua, ha registrato quasi 37mila pernottamenti in meno rispetto all’anno precedente. «Quando ho visto quei numeri, lo ammetto, non ero sereno. Fortunatamente in autunno, e in particolare a dicembre, i pernottamenti sono cresciuti permettendo di recuperare e chiudere un’annata comunque complessa». Sono diversi i fattori che hanno inciso negativamente sui pernottamenti, calati dell’1,5 per cento rispetto all’anno scorso ma comunque superiori rispetto al 2019 (+4,8%). Dato pre pandemia, lo ricordiamo, che viene preso come metro di paragone per misurare quanto il settore turistico ticinese sia riuscito a “capitalizzare” il forte afflusso di turisti svizzeri che negli scorsi anni sono arrivati in massa in Ticino a causa delle limitazioni ai viaggi internazionali. «Oltre alla Pasqua piovosa, anche l’alluvione in Vallemaggia e la chiusura della galleria di base del San Gottardo fino a settembre sono fattori che hanno pesato negativamente» ha aggiunto Trotta. «Senza dimenticare il franco forte, che rende invitante recarsi all’estero, e la diminuzione del potere d’acquisto». Tutto questo si è tradotto in una diminuzione del 3% dei turisti elvetici. Passando alle note positive, «i mercati esteri, in particolare quelli lontani, sono in crescita. Ed è un aspetto importante per portare una tipologia di clientela che in passato non è mai stata particolarmente presente in Ticino».

‘Sugli affitti brevi è importante regolamentare’

Un altro settore in crescita è quello delle residenze secondarie e degli affitti di breve durata, anche attraverso piattaforme come Airbnb. Un tema questo, che non ha mancato di far discutere nell’ultimo periodo. Da un lato i proprietari di case di vacanza che chiedono di aumentare da 90 a 180 giorni il limite oltre il quale è necessario, per affittare i propri spazi, cambiare la destinazione dell’immobile. Dall’altro gli albergatori che intravedono in questa possibilità una potenziale concorrenza. Nel mezzo Ticino Turismo, che fa gli interessi di entrambe le parti. «Per noi è importante che il settore sia regolamentato, per il resto si tratta di turisti come gli altri. Io non vedo – ha aggiunto il direttore di Ticino Turismo – tutta questa contrapposizione».

Cosa non piace? Il traffico

Tornando ai dati: a essere in calo sono anche i pernottamenti nei campeggi: -6% rispetto all’anno precedente ma comunque con un notevole +20% rispetto a prima della pandemia. «Le cifre in questo settore sono ancora provvisorie – ha spiegato l’analista dei dati di Ticino Turismo Puya Jazayeri –. Anche qui, però, possiamo dire con certezza che il cattivo tempo di aprile ha inciso particolarmente. I campeggi sono infatti delle strutture che risentono particolarmente del meteo». Alla stampa sono stati anche presentati i risultati di un sondaggio condotto fra i turisti su quali siano i punti di forza e gli svantaggi di un soggiorno in Ticino. Valutazioni di gradimento che sono poi state incrociate con quelle ottenute dalle altre regioni svizzere. Ebbene, «il clima piacevole, i laghi e la gastronomia sono fattori che attirano i turisti in Ticino molto più che nel resto del Paese», ha detto Jazayeri. «Il numero di negozi e soprattutto il traffico sono invece elementi che ci penalizzano». Nel complesso, in ogni caso, il grado di soddisfazione di chi soggiorna a sud delle Alpi è dell’88%.

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A livello nazionale è record: 43 milioni

A livello turistico sorridono di più gli altri cantoni: rispetto all’anno prima, che era già stato da primato, a livello nazionale l’aumento dei pernottamenti è del 2,6%, una crescita che è da attribuire quasi interamente agli ospiti stranieri che mettono a segno 22 milioni di notti, in progressione del 5,1%. La domanda svizzera avanza invece solo dello 0,1% a 20,9 milioni, confermandosi peraltro elevata. Solo nel 2021 e nel 2022 erano stati contabilizzati numeri più alti, sulla scia delle restrizioni legate alla pandemia che avevano convinto gli abitanti della Confederazione a trascorrere le loro vacanze in patria.



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