Tutte le bugie di Trump su Zelensky e l’Ucraina

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In questi giorni in cui proseguono i colloqui con la Russia di Putin per la ‘pace imperiale’ imposta all’Ucraina, alle spalle di Kyiv e Bruxelles, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rilasciato una serie di dichiarazioni, nel migliore dei casi controverse e nel peggiore dei casi completamente false e fuorvianti, sull’Ucraina e su Zelensky. Diverse testate giornalistiche hanno verificato le affermazioni di Trump. Abbiamo raccolto le principali.

Di cosa parliamo in questo articolo:

All’Ucraina: non avreste mai dovuto iniziare (la guerra)

Trump: “Ma oggi ho sentito: ‘Oh, beh, non siamo stati invitati’. Beh, siete stati lì per tre anni. Avreste dovuto farla finita tre anni fa. Non avreste mai dovuto iniziare. Avreste potuto fare un accordo”.

I fatti: Le autorità ucraine hanno espresso insoddisfazione per non aver preso parte ai colloqui di Riad. Ma Trump ha respinto queste affermazioni, dicendo ai giornalisti che l’Ucraina aveva avuto tre anni per porre fine alla guerra, facendo intendere che è stata Kyiv a iniziare il conflitto. In buona sostanza Trump è parso riprendere le posizioni della Russia. Nel febbraio 2024 il presidente russo Putin ha detto al conduttore statunitense Tucker Carlson: “Sono stati loro ad iniziare la guerra nel 2014. Il nostro obiettivo è fermare questa guerra. E non abbiamo iniziato questa guerra nel 2022”.

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L’invasione russa dell’Ucraina non è stata provocata ed è stata ampiamente condannata dalla comunità internazionale come un atto di aggressione. La Russia ha lanciato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel febbraio 2022, dopo aver annesso la Crimea nel 2014. Come ricostruisce la storica statunitense Heather Cox Richardson nella newsletter Letter from America, l’annessione è avvenuta dopo che il presidente filorusso dell’Ucraina, Yanukovich, era stato spodestato dopo mesi di manifestazioni popolari. I cittadini ucraini protestavano per la decisione dell’allora presidente di interrompere la cooperazione con l’Unione Europea e accettare un prestito della Russia di tre miliardi di dollari, prima tranche di un piano complessivo di salvataggio da 15 miliardi di dollari, come aveva sostenuto all’epoca il ministro delle finanze russo Anton Siluanov.

La Russia ha anche sostenuto le forze che hanno occupato alcune zone dell’Ucraina orientale e ha accusato il nuovo governo di Kyiv di discriminazione e genocidio contro i russofoni. Accuse respinte dalla Corte internazionale di giustizia.

Dopo il fallimento degli accordi che miravano a porre fine al conflitto post-2014, la Russia ha iniziato un massiccio spiegamento di truppe al confine con l’Ucraina nella primavera del 2021. Putin ha lanciato l’invasione il 24 febbraio 2022, affermando che lo scopo dell’operazione era “demilitarizzare e denazificare” il governo filo-occidentale di Volodymyr Zelensky e impedire al paese di aderire alla NATO. Ma nelle elezioni del 2019, i partiti di estrema destra avevano preso appena il 2% e va sottolineato che Zelensky è ebreo e il suo partito è stato considerato centrista. Per quanto riguarda la NATO, non è stato avviato alcun processo formale di adesione dell’Ucraina, sebbene nel 2019 il governo di Poroshenko abbia deciso di inserire in Costituzione l’adesione alla NATO.

Nel periodo precedente all’invasione russa dell’Ucraina, Zelensky si è offerto ripetutamente di incontrare la sua controparte russa. Cinque giorni prima che le truppe russe entrassero in Ucraina, Zelensky ha dichiarato: “Siamo pronti a sederci e parlare. Scegliete la piattaforma che preferite”.

Per dissuadere Mosca dal lanciare l’invasione, gli Stati Uniti hanno declassificato e pubblicato rapporti dei servizi segreti che rivelavano i piani di attacco della Russia, avvertendo che sarebbero seguite dure sanzioni economiche se il Cremlino avesse proceduto.

Nei giorni e nelle settimane successive all’invasione, i negoziatori ucraini e russi hanno tenuto diversi cicli di colloqui in Bielorussia e Turchia. Tuttavia, le richieste della Russia erano massimaliste, inclusa la parziale smilitarizzazione dell’Ucraina che avrebbe di fatto paralizzato la capacità del paese di difendersi in futuro.

Anche Mike Pence, vicepresidente di Trump durante il suo primo mandato, ha voluto precisare in un post su X: “Signor Presidente, l’Ucraina non ha ‘iniziato’ questa guerra. La Russia ha lanciato un’invasione brutale e non provocata, che ha causato centinaia di migliaia di vittime”.

Zelensky è impopolare e impedisce le elezioni

Trump: “Abbiamo una situazione in cui non abbiamo avuto elezioni in Ucraina. Beh, abbiamo la legge marziale, essenzialmente la legge marziale in Ucraina, dove il leader in Ucraina, voglio dire, odio dirlo, ma ha un indice di gradimento del 4% e dove un paese è stato fatto a pezzi. La maggior parte delle città sono distrutte.”

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I fatti: Le parole di Trump ricalcano quanto affermato a più riprese dal Cremlino. Il 28 gennaio il presidente russo Putin ha definito Zelensky “illegittimo”, in un’intervista ai media russi, proprio perché il suo mandato è terminato.

In effetti, il mandato quinquennale di Zelensky avrebbe dovuto concludersi nel maggio 2024. Tuttavia, l’Ucraina è sotto legge marziale dall’invasione russa del febbraio 2022, il che significa che le elezioni sono sospese. Ma c’è un però.

Le leggi marziali in Ucraina non nascono con Zelensky, sono state redatte nel 2015, poco dopo l’annessione della penisola di Crimea da parte della Russia e anni prima che Zelensky e il suo partito salissero al potere. 

Per quanto riguarda il consenso, Zelensky è diventato presidente dell’Ucraina nel 2019, ottenendo al ballottaggio il 73% dei voti in elezioni definite dall’OSCE “competitive e [dove] le libertà fondamentali sono state generalmente rispettate”.

Sebbene la popolarità del presidente ucraino sia diminuita dall’inizio dell’invasione russa, un sondaggio di febbraio condotto dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev ha rilevato che il 57% degli ucraini si fida del presidente, in aumento rispetto al 52% di dicembre.

Altri sondaggi sembrano vedere in vantaggio il più diretto rivale di Zelensky, l’ex capo dell’esercito Valerii Zaluzhnyi, e in ogni caso prospettano un ballottaggio tra i due.

Zelensky ha promesso di indire nuove elezioni una volta terminato il conflitto e deve ancora confermare la sua intenzione di candidarsi. Alcuni esperti hanno osservato che sarebbe praticamente impossibile tenere elezioni in Ucraina prima della fine del conflitto, poiché persistono gli attacchi russi su molte città e milioni di cittadini sono sfollati all’estero o vivono sotto l’occupazione russa.

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“La nostra posizione è che durante una guerra non c’è spazio per la politica, e soprattutto non per le elezioni”, ha dichiarato Valentyn Nalyvaichenko, un parlamentare del partito Patria dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko ed ex capo dell’agenzia di sicurezza SBU. “Sarebbe la fine per l’Ucraina. Iniziare un’attività politica o elettorale significherebbe la vittoria di Putin il giorno dopo”.

L’ex presidente Poroshenko ha dichiarato di avere le prove per cui le elezioni si terranno il 26 ottobre. Resta da capire quanto le sue affermazioni siano solide. Resta il fatto che una parte consistente del piano di Trump, in evoluzione, è obbligare Zelensky a tenere elezioni quest’anno, nella speranza che non sia l’attuale presidente ucraino a firmare l’effettivo accordo di pace col Cremlino.

Gli Stati Uniti danno più aiuti all’Ucraina rispetto all’Europa

Trump: “Credo che il presidente Zelensky abbia detto la scorsa settimana di non sapere dove sia finita metà dei soldi che gli abbiamo dato. Beh, credo che gli abbiamo dato 350 miliardi di dollari, ma diciamo che è qualcosa di meno. Ma è molto, e dobbiamo pareggiare con l’Europa perché l’Europa ha dato una percentuale molto più piccola di quella.

Penso che l’Europa abbia donato 100 miliardi di dollari e noi abbiamo donato, diciamo, più di 300 miliardi, ed è più importante per loro che per noi. Abbiamo un oceano in mezzo e loro no. Ma dove sono finiti tutti i soldi donati? Dove stanno andando? E non ho mai visto un resoconto. Noi doniamo centinaia di miliardi di dollari”.

I fatti: Ci sono molti numeri che girano, con diverse metodologie utilizzate per calcolare i singoli contributi. Secondo l’Ukraine Support Tracker dell’Istituto Kiel per l’economia mondiale, l’Europa, considerata come la somma dell’UE e dei singoli Stati membri, ha stanziato 132,3 miliardi di euro in aiuti all’Ucraina, contro i 114,2 miliardi di euro degli Stati Uniti. A questi, sempre secondo il tracker, si aggiungerebbero altri 115 miliardi di euro.

I maggiori contributi in percentuale del PIL sono stati effettuati da Estonia e Danimarca (2,5%), Lituania (2,1%), Lettonia (1,8%), Finlandia (1,3%), Svezia e Polonia (1,2%).

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Martedì, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha fatto notare all’inviato USA in Ucraina, Keith Kellogg “il ruolo fondamentale dell’UE nel garantire la stabilità finanziaria e la difesa dell’Ucraina”, sottolineando “più di ogni altro alleato”.

Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato la scorsa settimana che nel 2024: “Gli alleati della NATO hanno fornito oltre 50 miliardi di euro in assistenza alla sicurezza all’Ucraina, di cui quasi il 60% proveniente dall’Europa e dal Canada”.

Inoltre, quando Zelensky dice di non sapere dove siano finiti i soldi degli aiuti americani, sta in realtà mettendo in discussione le cifre fornite da Trump. Queste le parole del presidente ucraino all’Associated Press il 2 febbraio: “Come presidente di una nazione in guerra, posso dirvi che abbiamo ricevuto più di 75 miliardi di dollari. (…) Stiamo parlando di cose tangibili perché questo aiuto non è arrivato in contanti ma piuttosto sotto forma di armi, che ammontavano a circa 70 miliardi di dollari. Ma quando si dice che l’Ucraina ha ricevuto 200 miliardi di dollari per sostenere l’esercito durante la guerra, non è vero”, ha detto Zelensky. “Non so dove siano finiti tutti quei soldi. Forse è vero sulla carta con centinaia di programmi diversi, non lo metto in discussione, e siamo immensamente grati per tutto. Ma in realtà abbiamo ricevuto circa 76 miliardi di dollari. È un aiuto significativo, ma non sono 200 miliardi di dollari“. 

In sintesi, Zelensky non ha fatto altro che ribadire quanto diversi esperti negli Stati Uniti e altrove hanno ripetutamente sottolineato, e cioè che gran parte degli aiuti USA all’Ucraina non sono arrivati sotto forma di denaro consegnato al governo ucraino.

Come scriveva lo scorso maggio, ad esempio, il think tank Center for Strategic and International Studies: “Il concetto di ‘aiuto all’Ucraina’ è improprio. Nonostante le immagini di “pacchi di denaro” inviati all’Ucraina, circa il 72% di questo denaro in generale e l’86% degli aiuti militari saranno spesi negli Stati Uniti. La ragione di questa percentuale elevata è che le armi destinate all’Ucraina sono prodotte in fabbriche statunitensi, i pagamenti ai membri delle forze armate statunitensi sono per lo più spesi negli Stati Uniti e anche una parte degli aiuti umanitari viene spesa negli Stati Uniti”.

La Russia non sta schierando tutto il suo potenziale militare in Ucraina

Trump: “La Russia non intende distruggere Kiev, se avesse voluto, l’avrebbe già fatto. La Russia è in grado di spazzare via al 100% le città ucraine, compresa Kiev, ma al momento sta attaccando solo al 20%.”

I fatti: non ci sono indicazioni che la Russia abbia accumulato armi o trattenuto le sue capacità militari nella lotta. Anzi, in base alle informazioni a disposizione, la Russia ha scatenato tutta la sua forza militare, compresi missili e artiglieria a lungo raggio, sulle città ucraine, causando una distruzione diffusa, in particolare nella parte orientale.

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Mentre le sue scorte diminuivano, Mosca ha fatto ricorso ai missili nordcoreani che continuano a colpire le città ucraine. 

La Russia vuole fermare la guerra

Trump: “Beh, molto più fiduciosi [sui colloqui]. Sono stati molto buoni. La Russia vuole fare qualcosa. Vogliono fermare la barbarie selvaggia”.

I fatti: i funzionari russi, compreso il presidente Vladimir Putin, hanno ripetutamente dichiarato che non fermeranno i combattimenti in Ucraina finché tutti gli obiettivi di Mosca non saranno raggiunti, sia attraverso la diplomazia che con la forza militare.

Putin ha già chiesto la “demilitarizzazione dell’Ucraina” e ha detto di volere il pieno controllo di quattro regioni dell’Ucraina orientale e meridionale – Donetsk, Kherson, Zaporizhzhia e Luhansk – che la Russia attualmente occupa in parte.

Secondo quattro funzionari dell’intelligence occidentale e due funzionari del Congresso degli Stati Uniti, le informazioni provenienti dagli Stati Uniti e dai paesi alleati, citate martedì dai media statunitensi, suggeriscono che Putin vuole ancora controllare tutta l’Ucraina.

Immagine in anteprima via Flickr.com

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