Si è trasformato nel peggiore degli incubi per gli azionisti di mercato il bel sogno di un giovane rampante che, partito dalla provincia, è andato alla conquista di Hollywood. La storia è quella di Sipario Movies, la ex Iervolino Lady Bacardi Entertainment (Ilbe), sospesa dalle contrattazioni sull’Euronext Growth Milan il 30 settembre 2024 che a metà febbraio ha gelato i suoi azionisti annunciando la messa in liquidazione, a seguito di una perdita da 117,7 milioni di euro.
Gli esordi
Partiamo dal principio (borsistico): il 5 agosto 2019 debuttava in borsa, sull’allora segmento Aim (poi diventato Egm con l’arrivo dei francesi di Euronext), Iervolino Entertainment, società attiva nella produzione di contenuti cinematografici e televisivi, fondata a Roma nel 2011 e detenuta (pre-ipo) al 100% da Andrea Iervolino e da Monika Gomez del Campo Bacardi, Lady of Bayfield Hall, meglio conosciuta come Monika Bacardi, vedova del fondatore cubano della nota casa di rhum.
Un ipo di successo
Il collocamento fu un successo, la società raccolse 10,7 milioni di euro, per un flottante poco sotto al 20% (compresa greenshoe) e una capitalizzazione totale di 43 milioni. L’attenzione degli operatori per il gruppo fu subito alta e il titolo nel primo giorno di quotazione chiuse in rialzo del 18%.
La società partiva da un valore della produzione 2018 di 34,6 milioni di euro e, soprattutto, disponeva di advisor blasonati e di un’azionista di maggioranza economicamente solida come la signora Bacardi, sebbene il controllo fosse in mano alla holding IA Media riconducibile a Iervolino (grazie ad azioni a voto plurimo).
La luna di miele con il mercato proseguì nei mesi successivi, nonostante il 30 settembre 2019, ultimo giorno utile per la presentazione dei conti di metà anno, la semestrale indicava ricavi di soli 9,6 milioni di euro con un utile netto di 2,6 milioni e posizione finanziaria netta (pfn) di 8,8 milioni.
Neanche quindici giorni dopo, fu rilasciata una crescita del terzo trimestre straordinaria, con ricavi a 47,7 milioni e un ebit di 14,2 milioni. In borsa il titolo prese il volo, forte degli accordi di produzione e distribuzione che il gruppo all’epoca siglava di continuo. Purtroppo intervenne il crollo dei mercati, causa Covid, riportando il titolo alla casella di partenza.
Il successo
Nuova svolta con la pubblicazione, marzo 2020, di uno strabiliante bilancio 2019, che sanciva ricavi totali per 80 milioni, ebitda di 75,4 milioni e un risultato netto di 20,2 milioni, più la pfn in sostanziale pareggio. Nei primi tre mesi del 2021, in piene restrizioni Covid, i ricavi ammontarono a 44,5 milioni, l’utile a 5,1 milioni, mentre la pfn aumentò a 19,2 milioni, numeri che probabilmente portarono l’azionista non protagonista Monika Bacardi a reclamare più visibilità. A giugno arriva così il primo cambio di denominazione sociale: il gruppo diventa Ilbe spa (Iervolino e Lady Bacardi Entertainment).
L’inizio della parabola discendente nei conti di Ilbe
Alla fine, il 2021 fece registrare ancora ricavi record a 152,3 milioni di euro con risultato netto di 18,4 milioni. Di fronte a questi numeri la pfn, nel frattempo lievitata a 29,3 milioni, non destò troppe preoccupazioni.
L’anno successivo arrivarono i primi scricchiolii, con ricavi record nel 2022 a 161 milioni di euro ma un utile netto di soli 3,5 milioni per «oneri non ricorrenti». I dati del semestre 2023 continuarono ad allarmare gli investitori per via dell’ulteriore riduzione dell’utile, sceso a 608 mila euro. Anche in azienda, le tensioni cominciavano a farsi sentire e, nel marzo 2024, il rapporto tra i due azionisti di riferimento s’incrina con le dimissioni irrevocabili dal cda del consigliere Monika Bacardi.
Lo scontro tra i due soci deflagra
Da qual momento comincia uno scontro tra azionisti che porterà Monika Bacardi al controllo della società, spingendo, nel settembre 2024, Andrea Iervolino a dimettersi dalla carica di presidente e componente del cda per divergenze di vedute in merito alle linee strategiche industriali.
Il 30 settembre 2024 le cose precipitano a causa della mancata approvazione della semestrale. Borsa Italiana sospende il titolo dalle contrattazioni, lasciando gli azionisti minori a loro volta incastrati nelle loro posizioni. In azienda parte una rivoluzione generale che porta l’azionista ora di controllo Monika Bacardi, il 21 ottobre scorso, a rinnovare il cda, rinominare nuovamente l’azienda (questa volta in Lady Bacardi Media) e approvare un’azione di responsabilità contro l’ex ceo Iervolino.
Il 12 novembre, fiutata l’aria, anche l’ Euronext Growth Advisor abbandona la nave, mentre il 16 dicembre viene nuovamente cambiata la denominazione della società in Sipario Movies, perché probabilmente la stessa signora Bacardi non riteneva più opportuno legare il suo nome a quello che rischiava di diventare, come poi è stato, un fallimento societario.
La fine dei soldi
Il triste epilogo arriva il 18 febbraio con l’assemblea straordinaria degli azionisti che ha definito la messa in liquidazione del gruppo. Ora, alla luce di tutta la vicenda, ci si chiede: com’è possibile che una società che nel bilancio 2023 ha mostrato ricavi per 172 milioni e utile netto pari a 4,7 milioni, pochi mesi dopo finisca nientemeno che in liquidazione con una perdita di 117 milioni di euro?
Nella speranza che le autorità facciano luce su questa vicenda, un pensiero e un’attenzione particolare andrebbe dedicata agli azionisti di piccolo calibro, colpevoli in questa vicenda di aver preso sul serio numeri eccellenti che in maniera repentina si sono drasticamente ridimensionati. Un approfondimento e un chiarimento da parte delle autorità di mercato sarebbe opportuno. E questo a prescindere dalla proposta avanzata da Iervolino di compensare gli azionisti e i creditori di Sipario Movies attraverso uno swap azionario con titoli della sua società Tatatu, attiva nello stesso settore di Ilbe, quotata su Euronext Paris dove però le ultime azioni scambiate risalgono al 9 luglio 2024. (riproduzione riservata)
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