C’è un brivido sottile che scorre lungo la schiena di chi ha letto “Oryx e Crake” di Margaret Atwood. Quel brivido che nasce nel riconoscere che la finzione distopica sta facendo il primo, inquietante passo verso la realtà. Nel romanzo, la biotecnologia ha spinto l’umanità a giocare con la vita, creando creature geneticamente modificate, ibridi uomo-animale che si muovono in un mondo devastato dalla scienza senza etica. Oggi, in un laboratorio giapponese, qualcosa di simile sta accadendo davvero.
Ma il timore che la scienza possa alterare l’essenza stessa dell’essere umano non è nuovo. Nel 1925, Michail Bulgakov scriveva “Cuore di Cane”, una feroce satira in cui un esperimento scientifico trasformava un cane randagio in un essere umano dal comportamento grottesco e pericoloso. Se Atwood immagina una biotecnologia fuori controllo che stravolge l’umanità in un futuro post-apocalittico, Bulgakov – quasi un secolo prima – aveva già messo in guardia sui rischi di una scienza senza etica, capace di creare mostri invece che miracoli.
Nel romanzo dello scrittore russo, il professor Preobraženskij trapianta l’ipofisi di un criminale in un cane randagio, nel tentativo di umanizzarlo. L’esperimento riesce, ma il risultato è tutt’altro che positivo: l’animale si trasforma in un essere umano violento e volgare, incapace di adattarsi alla società. Una metafora tagliente sulla trasformazione forzata dell’essere umano, sulla presunzione di giocare con la natura senza prevedere le conseguenze. E oggi, a distanza di quasi cent’anni, questa metafora sembra concretizzarsi ancora di più.
Di recente, Scientific American – tra le più antiche e autorevoli riviste scientifiche al mondo – ha riportato che, già nel marzo 2019, il Giappone ha aggiornato le proprie normative sulla ricerca biomedica, autorizzando la creazione di embrioni chimerici con cellule umane e il loro impianto in uteri animali. Questi embrioni, che in precedenza non potevano svilupparsi oltre i 14 giorni, ora possono crescere fino al termine della gestazione. Il primo a ottenere l’approvazione per simili esperimenti è stato Hiromitsu Nakauchi, ricercatore presso l’Università di Tokyo e Stanford, con l’obiettivo di sviluppare organi umani all’interno di animali per i trapianti.
L’idea, sulla carta, è rivoluzionaria: poter coltivare organi umani in corpi animali ridurrebbe la dipendenza dai donatori e potrebbe salvare migliaia di vite. Stando a quanto riportato da Business Insider, la realtà è più complessa e solleva domande inquietanti. Cosa succede se le cellule umane si diffondono nel cervello dell’animale? Potrebbe sviluppare caratteristiche umane, forse persino un livello di coscienza superiore? Per ora, il Giappone ha imposto controlli rigorosi e limiti chiari: se un animale mostra segni di cognizione umana, l’esperimento viene immediatamente interrotto.
Se nel romanzo di Bulgakov il cane trasformato in uomo mantiene il suo istinto bestiale, cosa accadrebbe se un animale sviluppasse un pensiero simile a quello umano? La letteratura sembra aver previsto scenari che oggi appaiono meno surreali di quanto potessimo immaginare.
Questi sviluppi si inseriscono in un contesto più ampio di esplorazione genetica. Nel 2024, scienziati dell’Università di Tokyo hanno creato cellule ibride pianta-animale, permettendo alle cellule animali di effettuare la fotosintesi grazie all’inserimento di cloroplasti derivati da alghe rosse. Seppur lontano dalla creazione di veri e propri ibridi uomo-animale, dimostra come la frontiera dell’ingegneria genetica venga continuamente spinta oltre i suoi limiti.
Tuttavia, come riportato dalla rivista scientifica Nature, la ricerca sulle chimere umano-animali non si ferma in Giappone. Esperimenti simili sono stati condotti negli Stati Uniti, dove sono stati creati embrioni ibridi uomo-maiale, sebbene questi siano stati distrutti prima della nascita. In Cina, nel 2019, un team di scienziati ha introdotto geni umani nei cervelli di macachi, sollevando preoccupazioni etiche senza precedenti.
Nell’opera “Cuore di Cane”, lo scienziato russo si rende conto troppo tardi di aver creato un essere inarrestabile. Oggi, la domanda diventa più pressante che mai: cosa succede quando la ricerca sfugge di mano?
L’ombra di “Oryx e Crake” si allunga su questi esperimenti. Nel romanzo di Atwood, gli scienziati giocano a fare Dio, creando creature ibride senza preoccuparsi delle conseguenze. Oggi, la realtà non è ancora quella di Snowman e dei Crakers, ma la direzione intrapresa lascia aperti interrogativi fondamentali.
Ma è proprio Bulgakov a offrirci una riflessione amara e profetica: mentre il suo scienziato si illudeva di controllare l’esperimento, il risultato finale gli sfugge di mano. Ed è qui che si gioca la partita del futuro: fino a che punto possiamo spingerci senza varcare il confine dell’etica? Gli esseri umani possono davvero controllare le implicazioni della manipolazione genetica?
Mentre il progresso scientifico avanza a un ritmo vertiginoso, le linee tra scienza e morale si fanno sempre più sfumate. Il rischio non è solo quello di creare nuovi mostri, ma di perdere di vista ciò che ci rende umani.
La domanda non è solo “possiamo farlo?”, ma “dovremmo?”.
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