GastroSuisse lancia l’iniziativa «Avanti!» e collabora con lo chef più rinomato del Ticino, Dario Ranza. L’obiettivo è di ispirare i giovani talenti con le opportunità offerte dal settore alberghiero e della ristorazione.
Con l’iniziativa «Avanti!», GastroSuisse vuole sottolineare l’unicità del settore alberghiero e della ristorazione. Il punto centrale della sua campagna è un cortometraggio, nel quale lo chef Dario Ranza e la sua brigata di giovani talenti sorprendono i passanti nel Parco San Michele trasformato per l’occasione nel ristorante più esclusivo di Lugano.
Il giovane team ha solo poche ore per trovare un luogo adatto e creare un’atmosfera magica e romantica che possa sorprendere gli ospiti di passaggio nel parco e fargli vivere un’esperienza indimenticabile. Una sfida alla quale la giovane brigata ha saputo rispondere con molto entusiasmo e creatività.
Per rendere questo momento unico nel suo genere e trasportare i clienti al di fuori della vita quotidiana, è importante anche saper conquistare le loro papille gustative. Bastano pochi ingredienti alla giovane squadra per realizzare un menù raffinato e di stagione.
Questa campagna dimostra chiaramente che non esiste nessun altro settore che l’albergheria e la ristorazione capace di trasformare qualsiasi luogo in un’oasi di piacere e rendere ogni momento unico e memorabile. Tutto ciò è possibile solo grazie all’entusiasmo, alla passione e alla professionalità dei collaboratori e delle collaboratrici del settore.
Siete curiosi di vedere cosa ha preparato la giovane brigata? Scopritelo nel video:
Intervista a Dario Ranza
Nell’ambito della collaborazione con GastroSuisse per l’iniziativa «Avanti!», Dario Ranza parla in un’intervista del suo ruolo di ambasciatore della campagna, ma anche della sua professione e di ciò che la rende unica, nonché dei valori che sono alla base dei mestieri di questo settore.
Signor Ranza, come ha scoperto la sua passione per la cucina e cosa l’ha spinta a farne la sua professione?
Guardavo mia madre cucinare e mi piaceva mangiare ciò che preparava, ma senza pensare a diventare cuoco; poi all’età di 15 anni – come tutti – si doveva scegliere, studio o lavoro. Ho fatto un paio di stages in diverse professioni e quella del cuoco è quella che mi ha attratto di più. Subito sono stato coinvolto nelle preparazioni sentendomi importante e, così, ho deciso di iniziare. La varietà del lavoro e il fatto di toccare con mano mi hanno subito preso. Poi durante i primi anni, ho avuto la fortuna di avere colleghi e Chefs che hanno saputo trasmettermi tecniche e passione, togliendomi ogni dubbio sul mio futuro.
Cosa le piace di più del suo lavoro?
La possibilità di trasformare i prodotti grezzi scelti in pietanze, di poter soddisfare gli ospiti, cercando di rendere speciali magari momenti importanti della loro vita. Riuscire ad aiutare l’aggregazione e la convivialità, la mancanza di monotonia e l’evoluzione costante del prodotto finale.
Cosa rende la sua professione così unica?
Per me è diventata unica perché mi ha permesso di vivere la mia vita come immaginavo. In generale, perché offre possibilità e momenti unici, come conoscere persone, vedere posti diversi, ma soprattutto perché la mano ed il gusto del cuoco nessuno potrà mai sostituirli. Magari la tecnologia ci aiuterà ancora più che ora e nel passato, ma non avrà mai i nostri sentimenti e il nostro cuore.
Lo chef Dario Ranza, responsabile del Ristorante Ciani a Lugano.
Perché i giovani talenti dovrebbero osare ad entrare nel settore alberghiero e della ristorazione?
Perché è un settore dinamico, importante per il nostro territorio ma anche in tutto il mondo, perché offre molto ai giovani: possibilità di interagire, di essere intraprendenti e creativi, di conoscere persone, viaggiare, imparare lingue, ed inoltre ci sono molte possibilità di carriera perché comunque l’ospitalità è fatta di molte professioni. Ci sono molte opportunità, non sempre davanti alla porta di casa, ma nel mondo moderno ciò non sembra più essere una priorità.
Quali consigli darebbe ai giovani che vogliono lanciarsi nel settore?
Di non avere troppa fretta di raggiungere dei traguardi, ma di costruirsi, accumulando esperienze e conoscenze, per poi scegliere in quale settore specifico dell’ospitalità lanciarsi. I nostri mestieri non sono quelli che si vedono in alcune trasmissioni TV, fatti di sceneggiate e colpi di scena, ma sono professioni artigianali, da apprendere e sviluppare, dove ogni singola persona può trovare il suo spazio e completare un gruppo di lavoro. Sono attività appaganti, piene di contatti umani, di sentimenti e momenti. Naturalmente, come in molti altri settori, fa parte del lavoro lavorare nei giorni in cui gli altri sono liberi. Ma questo rende interessanti anche le attività di svago, come un lunedì sulle piste da sci praticamente vuote.
Perché il suo impegno nella campagna GastroSuisse è importante per lei?
Perché avendo dedicato molto della mia attività professionale alla formazione considerandola oltre che un piacere un dovere, credo che questa sia la giusta continuazione. Dobbiamo impegnarci a formare, a trasmettere, per far sì che il nostro patrimonio culturale non si disperda. Bisogna riuscire a far capire che anche in Ticino ed in Svizzera l’enogastronomia e l’accoglienza rappresentano una fetta importante dell’indotto e offrono ai giovani opportunità interessanti. Si può iniziare con un apprendistato e diventare Chef di una grande brigata o direttore della ristorazione o di un albergo.
Dario Ranza, nato nel 1956 nel Bergamasco, è uno chef di riferimento nella gastronomia ticinese e svizzera. Dopo un apprendistato a Ginevra, ha maturato esperienze in vari ristoranti e alberghi di lusso in Svizzera, arricchendo il suo bagaglio professionale.
Negli anni ’80 si stabilisce in Ticino, dove guida per 30 anni la ristorazione dell’Albergo Principe Leopoldo, ottenendo la Maestria Federale e impegnandosi nella formazione di nuovi talenti. Ha partecipato a concorsi e giurie gastronomiche, vedendo in queste competizioni un’opportunità per innovare.
Nel 2019 decide di cambiare, accettando la sfida di gestire il Ristorante Ciani a Lugano. La sua filosofia di cucina è chiara: esistono solo due tipi di cucina, quella fatta bene e quella fatta male, privilegiando tecnica e rispetto della materia prima.
Oltre alla carriera, ha una famiglia unita e diverse passioni, tra cui il calcio, la pesca e il buon cibo, che ama condividere con amici e parenti.
La cucina di Dario Ranza
La cucina di Dario Ranza si basa sulla scelta attenta dei prodotti, ispirata ai profumi mediterranei e alla stagionalità. Moderna ma legata alla tradizione, privilegia tecniche delicate, combinazioni di sapori autentici e un uso moderato delle materie grasse, con particolare attenzione agli oli extra vergini.
Per Ranza, la cucina deve trasmettere carattere e passione, elementi fondamentali anche per il suo team. Il benessere degli ospiti è centrale nel suo approccio, con una ricerca accurata delle materie prime e una collaborazione con produttori locali che condividano la sua attenzione per la qualità.
Nel corso della sua prestigiosa carriera, Dario Ranza ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Grand Prix Culinaire Taittinger Svizzero rappresentando poi la Confederazione alla finale mondiale con un quarto posto nel 1992 e la partecipazione alla finale del Bocuse d’Or nel 2000.
Dopo aver vinto la selezione svizzera, nel 1995 ha vinto il Tartufo d’Oro a Gubbio e il Cuoco d’Oro internazionale a Milano. Nel 2018 insignito del Merito Culinario Svizzero da parte del Consigliere Federale Signor Parmelin. Nel dicembre 2023, gli è stato conferito il Premio Paolo Grandi per i suoi meriti nell’ambito della gastronomia e per le sue qualità professionali e umane.
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