La giunta regionale della Toscana ha deciso di rinnovare, per vent’anni, la concessione per la geotermia a Enel Green Power che gestisce un complesso di 34 centrali termoelettriche, per un totale di 37 gruppi di produzione tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. “Quest’accordo è storico, fa della Toscana un modello nazionale”, ha dichiarato il Presidente Eugenio Giani presentando la delibera che accoglie il Piano degli Investimenti di Enel Green Power Italia, titolare delle otto concessioni geotermoelettriche in scadenza sul territorio regionale. Non la pensa così il Coordinamento No Geotermia dell’Amiata, della Val d’Orcia e della Maremma che ha provato a far valere le proprie ragioni e in un comunicato ha sostenuto che “l’ulteriore incremento dell’attività estrattiva geotermica comporterà ulteriore degrado e perdita di valore di tutto il comprensorio rendendolo non attrattivo per futuri investimenti. Le compensazioni ambientali non ripagheranno mai del danno irreversibile al territorio”.
La Regione, al contrario, sostiene che il Piano, potenziando la coltivazione di questa fonte rinnovabile, persegue un duplice scopo. Contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali di autonomia energetica e di decarbonizzazione, ma anche allo sviluppo sostenibile dei 16 Comuni geotermici. Comuni ai quali l’esito positivo degli studi di fattibilità potrebbero aggiungersene altri. Il Piano in cifre? Tre miliardi di investimenti tecnologici e minerari in 20 anni. Con tre nuove centrali, delle quali due nel comprensorio del Monte Amiata, quella di Bagnore e Piancastagnaio, e una a Monterotondo Marittimo. Delle risorse stanziate “400 milioni sono per il territorio, frutto delle richieste degli amministratori, per ricadute di sostenibilità e sviluppo economico. Circa 30 milioni di euro all’anno per contributi sulla produzione energetica per legge ai 16 Comuni”, spiega Giani. Che aggiunge: “Potenzieremo la viabilità con investimenti infrastrutturali ad hoc nelle zone interessate”. Non è tutto. Per il presidente “con questo accordo si pongono le basi per la sostenibilità futura: oggi il fabbisogno energetico regionale garantito dalla geotermia è del 34%, con questi investimenti puntiamo al 40%”.
Il Piano, almeno nei contenuti, sembrerebbe far felici tutti. Anche le opposizioni in Regione. “Da tempo siamo convinti che la geotermia sia il petrolio della Toscana” dice Elena Meini, della Lega. “Solo grazie al Governo Meloni adesso le concessioni sono ventennali e viene garantita la possibilità di programmare lo sviluppo industriale”, sostiene Diego Petrucci di FdI. Contrario il M5s. “La geotermia non è tutta uguale. Ci sono studi che ne dimostrano alcuni effetti tossici”, commenta Silvia Noferi. Rilevando come “in questa proposta non viene fatto cenno alla modalità con le quali verranno costruire o modernizzate le nuove centrali”. Soddisfazione invece tra i sindacati. “Finalmente si conclude un periodo lungo 15 anni di profonda incertezza”, commenta in un comunicato la Cisl. Più geotermia in Toscana. I risultati della scelta si vedranno.
Articolo Precedente
La Commissione Ue fa promesse agli agricoltori per prevenire nuove proteste. Paradosso Green Deal: non è mai citato
Articolo Successivo
Attività sospesa e multa salata: nei guai un allevamento di tacchini nel Reatino dopo la messa in onda di Food For Profit su Report
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link