L’ufficio diocesano Cultura ha proposto il terzo incontro del corso di formazione sul tema: ‘I Cristiani nel mondo, pellegrini di speranza’. Il terzo appuntamento sul tema ‘La remissione dei debiti, per la pace nel mondo’ si è svolto martedì 18 febbraio , nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal docente universitario, prof. Lino Prenna.
Dono, condono e perdono
Il prof. Prenna ha subito affermato che: “La parola condono è ormai banalizzata dalla prassi politica. Subito si va all’idea del condono fiscale, in realtà il termine ci rinvia alla parola perdono. Non è una concessione o un atto permissivo, è un dono, è per-dono. È interessante la sottile distinzione tra condono e perdono: il condono è operare con il senso del dono, il perdono è agire per il senso del dono. Il significato originario del termine è questo”. Questa premessa ha permesso un approfondimento sui concetti di remissione e condono dei debiti, che si collocano perfettamente all’interno del programma del Giubileo.
Dal corno d’ariete al grido della terra
Il relatore ha voluto ricordare il significato storico del Giubileo: “Il ‘Giubileo’ risale a un’antica tradizione giudaica, quando il suono di un corno di ariete (in ebraico yobel) ogni quarantanove anni ne annunciava uno di clemenza e liberazione per tutto il popolo”. Così ha chiarito che: “Questo appello aveva come intenzione quella di raggiungere il mondo intero, al fine di ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita. Rispetto agli altri Giubilei, e a quello della tradizione ebraica, quello di quest’anno è posto dal Papa sotto il segno di una diversa convocazione. Non è il corno d’ariete che chiama, ma è il grido della terra ferita che ci convoca e che si rivolge all’umanità, che a sua volta vive questa condizione di sofferenza nel mondo”.
Del Signore è la terra e quanto contiene
Il prof. Prenna ha voluto ricordare i primi versetti del salmo 24: “Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti” e ha voluto riprendere il concetto di destinazione universale dei beni, caro alla dottrina sociale. Ricordando l’appello di San Giovanni Paolo II, papa Francesco invita a “a pensare a una consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte Nazioni”.
Il debito ecologico
Il prof. Prenna si è soffermato sul concetto di debito ecologico, caro a Francesco sin dall’enciclica “Laudato si’”. Si è ricordato che: “Il debito ecologico si viene a creare per lo sfruttamento della terra e l’appropriazione delle risorse che la terra contiene, creando una situazione di espropriazione nei confronti dei poveri e di appropriazione indebita da parte dei ricchi, alterando l’assetto del territorio e saccheggiando la terra. Negli anni Settanta del secolo scorso, il gruppo di Roma che faceva capo a Peccei aveva elaborato un documento dal titolo ‘I limiti dello sviluppo’. Di fronte a una concezione che allora si andava proponendo, questi studiosi dicevano che l’uso delle risorse è limitato. Tutto è limitato, a partire dalla nostra natura. Non si può consumare tutto senza che coloro con meno disponibilità non subiscano danni”.
Una nuova architettura finanziaria
Ricordano l’espressione di papa Francesco, il professore ha affermato che: “Per rendere il condono permanente e non sporadico, c’è bisogno di una nuova “architettura finanziaria”, un nuovo modo di gestire la finanza. La finanza è la produzione di ricchezza senza lavoro. L’economia è produzione di ricchezza con il lavoro. L’amore per lavoro e il desiderio del lavoro, la laboriosità, cioè la capacità di produrre e di creare manufatti (fatti con mano), non in senso fisico, ma nel senso di usare la fatica delle proprie mani, tutto questo diventa secondario e superfluo per la finanza, che non ha bisogno né di manufatti né di laboriosità”.
Finalità spirituale e sociale
Il relatore, allora, ha definito la doppia finalità del giubileo: “Concedere il perdono di Dio, finalità spirituale, e ripristinare la giustizia di Dio, finalità sociale”. E, richiamando il testo del Padre nostro, il professore ha detto che: “Dobbiamo perdonare perché siamo stati perdonati. È questo che diciamo nel Padre nostro: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. ‘Come’ vuol dire ‘nella misura in cui’ risco a farlo io posso sperare nel perdono di Dio. Dio è ricco di misericordia, per questo il nostro cuore si deve aprire alla speranza”. Se il condono e il perdono sono strettamente legati al dono, è doveroso ricordare che quest’ultimo implica la cultura della gratuità in ogni forma di relazione sociale.
Il prossimo incontro
Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: ‘Conversione ecologica e cura del pianeta’. L’appuntamento è per l’11 marzo, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino. Per qualunque ulteriore informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/.
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