Sistema Pallaria, così si gestivano incarichi, favori e appalti alla Regione Calabria

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Ecco le accuse per 31 indagati eccellenti. Il sistema del super dirigente della Regione Calabria Pallaria prevedeva anche favori sessuali


CATANZARO – Sistema Pallaria. Anziché monitorare i rischi di un territorio dissestato e ad elevata sismicità, il dirigente della Protezione civile della Regione Calabria Domenico Pallaria avrebbe pensato a elargire incarichi e favori. Anche in cambio, qualche volta, di prestazioni sessuali. Corruzione, concussione, peculato, truffa, falso, accesso abusivo alla banca dati delle forze dell’ordine sono le accuse contestate a 31 indagati eccellenti, tra i quali l’ex governatore Mario Oliverio, gli ex assessori regionali Francescantonio Stillitani e Alfonso Dattolo, attuale sindaco di Rocca di Neto, l’ex commissario di Sorical Luigi Incarnato, l’ex luogotenente della Guardia di finanza Ercole D’Alessandro, già condannato a 6 anni e 8 mesi nel processo Basso Profilo.

Ma al centro del presunto sistema di clientele e irregolarità nella gestione di appalti c’è il super dirigente Pallaria, attualmente a capo del settore Politiche della montagna e forestazione, che però ha guidato anche altri settori nevralgici, essendo stato per molti anni anche il dirigente dei Lavori pubblici.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Uno che avrebbe accettato anche la “promessa di favori sessuali” pur di assumere una donna che si era collocata in posizione utile nella short list di esperti bandita dalla Regione per il settore della Protezione civile. I fatti contestati risalgono a un periodo tra il 2017 e il 2019. L’avviso di conclusione delle indagini porta il visto del neo procuratore di Catanzaro, Salvatore Curcio, ma l’inchiesta è stata coordinata dal suo predecessore, il procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, dall’aggiunto Giancarlo Novelli e dai sostituti Paolo Sirleo, Elio Romano ed Irene Crea.

LEGGI ANCHE: Incarichi e scambio di favori in Cittadella regionale: 31 indagati in Calabria- I NOMI – Il Quotidiano del Sud

GLI INDAGATI

Ecco l’elenco degli indagati. Giovanna Belvedere, di 58 anni, di Lamezia Terme. Marisa Citriniti (62), di Catanzaro. Ercole D’Alessandro (60), di Fuscaldo. Luciano D’Alessandro (49), di Palermo. Alfonso Dattolo (61), di Rocca di Neto. Giovanni Forciniti (61), di Crosia. Franco Albano Formoso (56), di Cervicati. Giada Fulini (44), di Pieve Santo Stefano. Odeta Hasaj (58), di Simeri Crichi.  Luigi Incarnato 870), di Rende. Claudio Larussa (58), di Catanzaro. Lillo Gregorio Odoardi (62), di Lamezia terme. Salvatore Madia (66), di Catanzaro. Daniele Magnante (46), di Frosinone. Matteo Magni (42), di Vimercate. Giovanni Marra (47), di rende. Angelina Molinaro (65), di Lamezia Terme.

Antonio Nisticò (50), di Cortale. Mario Gerardo Oliverio (62), di San Giovanni in Fiore. Marco Paladino (35), di Polla. Domenico Maria Pallaria (66), di Lamezia Terme. Cristian Pancotti (56), di Piacenza. Salvatore Rotundo (54), di Montepaone. Nazzareno Giuseppe Rudi (55), di S. Caterina dello Jonio. Alessandro Rugolo (47), di oppido Mamertina. Luigi Russo (38), di Rossano. Gianfranco Scarfone (62), di Catanzaro. Francescantonio Stillitani (62), di Roma. Luigi Antonio Talarico (58), di Sersale. Antonio Veccari (54), di San Vito dei Normanni. Sergio Vittadello (88), di Selvazzano Dentro.

FAVORI SESSUALI

Pallaria, in particolare, nella veste di dirigente della Protezione civile avrebbe accettato la promessa di favori sessuali da una candidata poi assunta in qualità di esperta informatica dall’azienda Calabria Lavoro e collocata alla Protezione civile, senza che ne sussistesse l’effettiva necessità e nonostante non fosse la più qualificata. Per questo Pallaria avrebbe contattato il dirigente generale di Calabria Lavoro, Giovanni Forciniti, chiedendogli di chiudere un occhio. E l’”esperta” venne assunta, a prescindere dalle sue capacità. Almeno questa è l’accusa.

REAL TIME

L’ex governatore Oliverio, insieme al solito Pallaria e con la complicità di altri dirigenti del settore, avrebbero prorogato tre contratti di collaborazione attestando falsamente, sempre per l’accusa, che si sarebbero verificate condizioni tecniche non prevedibili nel progetto per la realizzazione di un sistema di monitoraggio “real time” del sistema di prevenzione dei rischi.

PECULATO E TRUFFA

A parte l’utilizzo di un’auto di servizio per faccende private, per incontrare alcune persone “per motivi strettamente personali”, sempre secondo l’accusa, Pallaria adduceva motivi istituzionali, quando si recava a Roma. E chiedeva pure il rimborso delle spese. La “cresta” era perfino sul taxi romano utilizzato dalla moglie, mentre lui attestava falsamente di essersene servito per svolgere un “percorso urbano” nella Capitale.

CORRUZIONE

All’epoca in cui era dirigente dei Lavori pubblici, Pallaria si sarebbe reso responsabile di corruzione agevolando Francescantonio Stillitani nell’ottenimento di un contributo regionale da investire nelle proprie attività turistico-alberghiere. Parliamo di quasi dieci milioni a fondo perduto elargiti dal ministero dello Sviluppo economico con l’intervento della Regione Calabria quale soggetto cofinanziatore per tre investimenti della Garden Villas srl riconducibile alla famiglia Stillitani. Sarebbe stato Pallaria a sbloccare l’iter e informarlo delle modifiche da apportare per i pareri favorevoli.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

DIGA DEL MENTA

Un gruppo di ipotesi di reato ruota attorno a presunti illeciti compiuti da Pallaria con la complicità, tra gli altri, dell’ex commissario di Sorical Luigi Incarnato nell’affidamento della gestione della Diga del Menta. L’opera tanto attesa che avrebbe dovuto far cessare la grande sete del Reggino. Secondo l’accusa, i due avrebbero favorito l’imprenditore Sergio Vittadello, a capo di un raggruppamento che comprendeva la sua Intercantieri ma anche Calabria Maceri e Servizi, Ecologia Sud e Cisaf.

Dopo che il gruppo si era aggiudicato il progetto per la realizzazione di un impianto di rifiuti da avviare alla filiera del riciclaggio presso la località Alli di Catanzaro, Pallaria e Incarnato avrebbero consegnato il sito senza contratto stipulato né lavori consegnati. In cambio si sarebbero accordati con la dipendente di Intercantieri Giada Fulini, nell’interesse di Vittadello, per la gestione della diga del Menta, elaborando un meccanismo che evitasse l’indizione di una gara pubblica. Il gruppo Vitadello avrebbe pure pagato un hotel a Padova a Pallaria, Incarnato e a un’altra persona.

LA METRO DI CATANZARO

Rispunta l’ex finanziere del Goa di Catanzaro Ercole D’Alessandro, già condannato nel processo Basso Profilo, stavolta accusato di concussione insieme all’ex assessore regionale Alfonso Dattolo, attuale sindaco di Rocca di Neto (e imputato del processo Glicine), in relazione all’appalto per la metropolitana di Catanzaro. I lavori sarebbero stati aggiudicati a Metrofc scarl grazie alle relazioni di Pallaria, allora direttore generale della Regione Calabria, che avrebbe ottenuto subappalti per alcune lavorazioni per la ditta dei fratelli Aldo e Carmine Basile. I due fratelli sarebbero stati peraltro costretti a corrispondere indebitamente a Dattolo, sotto forma di consulenza, una somma di 20mila euro con la minaccia, da parte di D’Alessandro, di diffondere una foto compromettente di cui l’ex finanziere sarebbe venuto in possesso per motivi investigativi.

L’”INFEDELE”

Su istigazione di D’Alessandro e Dattolo, altri finanzieri avrebbero compiuto accessi abusivi alla banca dati delle forze dell’ordine. D’Alessandro, in particolare, avrebbe abusato dei propri poteri anche simulando indagini finanziarie, che lui avrebbe potuto neutralizzare, nei confronti di un imprenditore così costretto a emettere una fattura per operazioni inesistenti in favore di una ditta riconducibile al militare. In un caso le richieste di accesso abusivo alla banca dati sarebbero state chieste, per verificare informazioni di polizia, dal noto imprenditore vinicolo lametino  Gregorio Lillo Odoardi. Il militare avrebbe addirittura indotto in errore un magistrato della Procura di Reggio Calabria per ottenere un decreto autorizzativo di acquisizione dei tabulati di alcune utenze mobili.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contabilità

Buste paga

 

Source link