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«La mobilitazione “dei trattori”, che nelle scorse settimane ha avuto come epicentro la Romagna, ha riportato l’attenzione sulle condizioni del settore agroalimentare, fondamentale per lo sviluppo economico del territorio, ma da tempo in sofferenza per l’aumento dei costi di produzione, gli effetti del cambiamento climatico e le logiche di filiere che spesso finiscono per penalizzare la redditività dei produttori di base. Ad aggravare le cose ci sono le incognite legate alle sempre più numerose tensioni geopolitiche e guerre commerciali, a partire dai dazi minacciati da Trump. Per dare risposta alle difficoltà delle imprese è necessario un forte impegno del nostro Paese a livello comunitario allo scopo di promuovere misure che incentivino l’innovazione tecnologica e digitale in campo agricolo, favoriscano l’accesso a fonti energetiche pulite e a basso costo e contribuiscano a rafforzare l’infrastrutturazione delle aree rurali» si legge in una nota del Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Forlì.

«Altrettanto prioritario è che il rafforzamento degli scambi commerciali internazionali, fondamentale per un Paese esportatore come il nostro, sia basato su principi di reciprocità, impedendo forme di concorrenza sleale da parte di nazioni con bassi standard produttivi nei confronti di sistemi caratterizzati da alta qualità delle produzioni, tutela ambientale e del lavoro come quello romagnolo. Da parte del governo urge un salto di qualità anche sul tema del cambiamento climatico, per difendere le produzioni da fenomeni meteorologici distruttivi e dalla diffusione di nuovi parassiti e malattie, rafforzando gli incentivi e agevolando gli iter per l’accesso a strumenti di protezione contro gli eventi atmosferici con bandi come quelli promossi dalla Regione. Ugualmente, è necessario agire sul tema delle assicurazioni. Se davvero si intende realizzare una riforma che agevoli il ricorso a questi strumenti, il Ministero dell’agricoltura deve riportare al 70% la quota dei contributi per le assicurazioni agricole agevolate, almeno fino al termine della Pac 2023/27, anche integrando le risorse comunitarie con un apposito capitolo di spesa nazionale, e velocizzare il pagamento dei contributi arretrati delle annualità 2022 e 2023, di modo da fornire certezze e sostegno alle imprese» insistono i Dem forlivesi.

«Il tema del cambiamento climatico, in Romagna, si lega inoltre strettamente a quello dell’alluvione 2023, i cui effetti hanno colpito duramente il settore primario, con danni superiori al miliardo. Per quanto riguarda i rimborsi, è necessario il massimo impegno delle istituzioni affinché vengano accolte tutte le richieste presentate sul fondo Agricat, poiché sarebbero inaccettabili nuovi casi di dinieghi immotivati nei confronti di chi ha subito danni gravissimi da gelo e alluvione, e si proceda alla liquidazione delle intere somme nel più breve tempo possibile, tenuto conto che sinora le imprese sono state costrette a ricostruire solo con risorse proprie. Né va dimenticato che il sistema di calcolo degli indennizzi Agricat, definito dal Ministero, rimane comunque fortemente inferiore ai danni effettivi subiti dagli agricoltori in campagna, che tutt’ora non esistono ristori per le mancate produzioni agricole conseguenti all’alluvione e che numerose imprese, escluse per vari motivi dalle ordinanze della Protezione civile, versano in situazione di emergenza. Si tratta, come si vede, di una pluralità di questioni, fondamentali per assicurare al settore agricolo adeguate prospettive di sviluppo e per rispondere al malessere di tanti produttori forlivesi e romagnoli. Sappiamo che il Comune non è il soggetto principe deputato a intervenire su molte di queste partite. Tuttavia, in quanto istituzione di prossimità di un territorio così fortemente vocato al settore primario come il nostro, è importante che esso svolga una più intensa azione di dialogo e confronto con i bisogni del mondo dell’agricoltura, rilanciando la Consulta agricola comunale e sollecitando i livelli istituzionali competenti a dare risposta rapida alle necessità del comparto» conclude il gruppo consiliare del Partito Democratico.

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