Gli agricoltori italiani investono meno in nuove macchine agricole: negli ultimi 3 anni, le immatricolazioni calano e l’usato cresce. La scarsa propensione agli investimenti è riconducibile a una serie di fattori, tra cui spiccano la riduzione della marginalità nelle aziende agricole e l’aumento dei prezzi delle trattrici.
Leggi ancheI trattori costano troppo? Parola agli agricoltori
Dopo aver messo in luce il punto di vista degli agricoltori sui rincari, AgroNotizie® indaga, con l’aiuto di alcuni importanti costruttori, la loro percezione del mercato attuale e le strade che porteranno il comparto, fiore all’occhiello del sistema produttivo nazionale, a uscire dalla crisi.
Quanto sono aumentati i prezzi dei trattori?
Dallo scoppio della pandemia a oggi, a causa di vari fattori – in primis l’aumento dei costi della materie prime -, i prezzi delle trattrici hanno inesorabilmente scalato le vette: se nel 2022 si sono visti i ritocchi più drastici ai listini con incrementi anche del 15% rispetto al 2021, nel 2023 e 2024 i prezzi hanno vissuto ulteriori rialzi. La nostra redazione ha verificato questo trend analizzando l’andamento dei prezzi a listino.
Tra il 2019 e il 2024, la totalità dei costruttori ha ritoccato al rialzo i listini in modo generalizzato e senza evidenti differenze tra un brand e l’altro. A riportare gli aumenti a doppia cifra più importanti sono le serie di alta potenza e le linee di trattori specializzati, mentre mostrano rincari più contenuti i trattori realizzati in alcuni paesi asiatici.
I rincari delle alte potenze
I ritocchi dei listini relativi alle alte potenze sono dovuti principalmente al passaggio alle motorizzazioni Stage V e all’introduzione sempre più massiccia di tecnologie per l’agricoltura di precisione. Agli alti costi dei componenti per l’emissionamento dei motori e dei chip per le soluzioni elettroniche, si aggiungono le elevate tariffe dei trasporti via mare tra America ed Europa.
Secondo Osvaldo Brigatti, Marketing manager per l’Italia di CNH, “negli ultimi anni, l’aumento significativo dei costi legati alle materie prime e alla logistica, unito alle spese di trasporto, ha condizionato la nostra attività. Soprattutto per quanto riguarda i modelli Case IH sopra i 300 cavalli, prodotti negli Stati Uniti, i costi per il trasporto in Europa impattano sul prezzo finale”.
I rincari degli specializzati
Tra i trattori specialistici, aumentano soprattutto i modelli stretti da vigneto, su cui i costruttori hanno dovuto montare i più ingombranti motori Stage V in spazi ridotti, sostenendo cospicui investimenti in progettazione e produzione. Al contrario, i prezzi dei modelli sotto gli 80 cavalli salgono meno: questi non hanno richiesto l’installazione del sistema SCR per il post trattamento dei gas di scarico e quindi, neanche grandi interventi di riprogettazione del layout.
Il passaggio allo Stage V, che è coinciso anche con un forte aumento dei costi dei materiali, ha impattato molto sul prezzo finale. Nel caso di diversi specializzati, il gap di costo è stato sensibili anche perché montavano motori non aggiornati allo standard precedente. “La serie Mistral2 di Landini, ad esempio, è passata direttamente da un propulsore emissionato Tier 3 a uno Stage V, saltando lo Stage IIIB e il IV Interim. Questo triplo salto di Stage ha comportato un rincaro importante” spiega Mario Danieli, Country manager Italia di Argo Tractors.
L’aggiornamento degli specialistici con allestimenti più ricchi e nuove tecnologie prima non presenti o comunque offerte come optional, è stata un’altra causa del ritocco dei listini. “Landini ha investito in un profondo rinnovamento dei cingolati Trekker4 completamente riprogettati e in un importante restyling dei Rex4 che ora, in allestimento base, vantano nuove caratteristiche quali il colore metallizzato e le soluzioni digitali Landini Fleet Management e Landini Farm. In questo modo, sono garantiti i requisiti per l’accesso ai crediti 4.0 e 5.0. È compreso anche un anno di abbonamento. Si tratta di novità, di serie su tutti gli specializzati cabinati, che incidono sul prezzo finale” specifica Danieli.
Anche Massey Ferguson ha aggiunto nuove soluzioni di serie (sollevatore elettronico, distributori elettroidraulici e joystick, ora disponibili anche nell’allestimento Essential) sugli specializzati MF 3. “L’implementazione di una nuova cabina in Categoria 4 con pavimento piano e maggiore ergonomia, ha fatto crescere il prezzo dei modelli MF 3 cabinati di più rispetto ai piattaformati” sottolinea Gianluca Gherardi, Brand manager di Massey Ferguson Italia.
Comunque, ad oggi, la situazione nel segmento sembra essersi stabilizzata e tra i brand intervistati, sia Landini sia Massey Ferguson prevedono di non fare ritocchi dei listini nel 2025.
I rincari dei mezzi “orientali”
Meritano un capitolo a parte i trattori prodotti in Asia che, seppur non esenti dai rincari, partono da un prezzo iniziale più basso e continuano a mantenere il vantaggio di un prezzo competitivo. Tra i mezzi made in Oriente, i modelli di media potenza sono quelli che si collocano in una fascia di prezzo più alta. Sono infatti caratterizzati da un certo livello tecnologico e vengono realizzati in Corea o Giappone, dove il costo della vita è simile ai paesi occidentali.
“Dal 2019 al 2024 il prezzo dei trattori coreani Kioti con potenze fino a 140 cavalli, ha registrato un incremento a doppia cifra, diversamente da quelli dei modelli indiani Solis meno potenti – fa sapere Marco Fiaccadori, distributore esclusivo dei due brand in Italia. Il salto allo Stage V ha avuto un impatto relativo sui listini di entrambi i marchi perché Kioti e Solis costruiscono internamente i motori dei trattori realizzando economie di scala e risultando indipendenti da fornitori esterni“.
Produzione e trasporto, spese ancora alte
Sul prezzo finale dei trattori impattano i costi per lo sviluppo di nuove motorizzazioni e tecnologie ma anche i costi di produzione e logistici che – pur essendo più bassi dei picchi del 2022 – condizionano ancora significativamente l’attività dei costruttori prima della fase produttiva e durante la spedizione dei prodotti finiti.
In generale, chi realizza trattrici negli stati europei o comunque in aree geografiche più sviluppate, affronta alte spese di produzione e di trasporto mentre chi ha gli stabilimenti dislocati in paesi emergenti, deve tener conto soprattutto dell’impatto economico delle spedizioni.
“Oggi Landini costruisce il 65% del valore delle sue serie in Italia e si affida principalmente a fornitori europei per i componenti non prodotti in casa – precisa Danieli. Dobbiamo affrontare costi di manodopera e fornitura più alti rispetto a chi costruisce in Paesi extra europei, a favore però di un vero ‘Made In Italy’, sinonimo di elevata qualità”.
Nel caso di Massey Ferguson, che opera a Beauvais in Francia, le voci più impattanti sono le spese di componentistica, aumentate del 10-12% rispetto al passato, e il costo delle spedizioni.
“Le tariffe per i trasporti via terra sono cresciute del 10% a livello internazionale e anche i costi dei trasporti via mare sono saliti perché i trasportatori pagano di più per metro di lunghezza del container – puntualizza Gherardi. Noi riusciamo a contenere parzialmente i costi grazie al nostro buon potere contrattuale, ma arriviamo fino a un certo punto”.
Per i brand orientali, il problema principale è il trasporto dei mezzi dall’Asia all’Europa: le spese, dopo essere aumentate tantissimo dal 2020 al 2022, sono tornate a un livello più normale, ma sono comunque condizionate dalla difficile situazione dei traffici nel Mar Rosso.
“Solis e Kioti necessitano di una buona programmazione degli ordini perché oggi le spedizioni circumnavigano l’Africa al posto di passare dal canale di Suez, impiegando più tempo. Il viaggio è lungo e dispendioso ma comunque vantaggioso (circa il 25% in meno) perché non soggetto al rischio di attacchi delle navi nel Golfo di Aden” commenta Fiaccadori.
Con il cessate il fuoco a Gaza, gli attacchi degli Houthi nel Golfo di Aden dovrebbero limitarsi solo alle navi “collegate” a Israele. In ogni caso, spedire le merci attraverso il Mar Rosso resta una scelta rischiosa e onerosa per i costruttori asiatici.
Volumi minori? Gestione oculata della rete vendita e…
Guardando oltre le cause dei rincari, il risultato finale è che il prezzo lievitato dei trattori scoraggia gli acquisti e, nel 2024, le immatricolazioni in Italia sono crollate sotto le 15.500 unità.
In risposta alla flessione, i produttori si impegnano a indirizzare il lavoro della loro rete vendita principalmente verso due obiettivi specifici: ottenere un portfolio ordini equilibrato e mantenere gli stessi numeri di vendita.
Il primo obiettivo si concretizza in un bilanciamento tra le gamme ordinate che può essere raggiunto mediante un’attenta programmazione condivisa con i dealer e assicura una costanza produttiva in fabbrica.
“Dopo aver condotto una forte azione di destoccaggio delle concessionarie MF nel 2024, oggi – racconta Gherardi – abbiamo stabilito un target trimestrale di vendite con l’80% dei rivenditori. Se il dealer rispetta il target, lui ottiene uno sconto e noi gestiamo meglio la produzione riducendo le inefficienze”.
Per consentire ai concessionari di vendere lo stesso numero di macchine, i costruttori offrono più possibilità a livello di prodotto (pacchetti di opzioni, offerte a prezzo netto) o un’area di vendita più ampia rispetto al passato. “La revisione graduale delle aree dei concessionari è fondamentale perché non tutti esprimono volumi di vendita interessanti. Oggi avere big dealer a cui fanno riferimento sub concessionari, permette di aumentare l’efficienza della rete distributiva, garantendo una copertura capillare delle aree più distanti” puntualizza Danieli.
… scelte strategiche nella produzione
Con la contrazione dei volumi, i costruttori cercano di realizzare economie di scala negli stabilimenti e contenere il più possibile i costi di produzione per evitare ulteriori aumenti di prezzo. L’efficientamento della produzione passa dalla revisione dei listini, con il taglio delle soluzioni meno richieste, e dalla sospensione temporanea delle attività produttive.
Se Landini ha migliorato ulteriormente l’efficienza delle linee produttive e assorbito bene i costi lanciando la nuova cabina Smart Cab della Serie 7 senza aumentare il prezzo, Massey Ferguson ha eliminato dai listini circa il 30% delle opzioni selezionando quelle che, seppur ordinate di rado, richiedevano comunque il mantenimento di una linea di assemblaggio ‘viva’ con consti aggiuntivi.
Inoltre, Massey Ferguson ha prolungato la chiusura natalizia di Beauvais fino a fine gennaio, mentre SDF e Claas hanno, rispettivamente, fermato la produzione a Treviglio e adottato l’orario ridotto a Harsewinkel per alcune settimane.
In generale, tutti i brand valutano con attenzione l’andamento delle vendite e lavorano a stretto contatto con i partner fornitori per essere pronti ad adattare la produzione a nuove condizioni di mercato. Va detto che probabilmente i volumi del 2025 saranno allineati a quelli del 2024.
Mercato del nuovo, come battere l’usato
Con gli attuali rincari, sempre più agricoltori ricorrono al canale dell’usato per sostituire una trattrice. Il successo dei trattori di seconda mano è un problema per gli operatori come pure per i costruttori che, in assenza di un incentivo o un programma di rottamazione, faticano a sottrarre clienti al mercato dell’usato.
Per invogliare i clienti ad acquistare macchinari nuovi, i produttori fanno leva principalmente su 3 aspetti:
- campagne di finanziamento che agevolano l’acquirente soprattutto nei primi anni dopo l’investimento;
- estensioni di garanzia che, inesistenti nel mondo dell’usato, permettono di lavorare con maggiore tranquillità dopo l’acquisto;
- valorizzazione dei vantaggi operativi offerti da un modello nuovo rispetto a un usato.
“Attraverso la rete vendita, mettiamo in luce il livello di tecnologia, la connettività e i servizi post vendita della nostra offerta che possono fare la differenza in fase di scelta – sottolinea Brigatti. L’investimento è più elevato ma i benefici derivanti negli anni di utilizzo possono compensarlo”.
Mezzi made in Asia: la domanda cresce in Italia
L’usato non è l’unico a crescere: i piccoli agricoltori che necessitano di macchinari poco potenti si rivolgono sempre di più ai produttori orientali che propongono trattori di bassa potenza a prezzi più facilmente ammortizzabili.
“Nel 2024, anno in cui quasi tutti hanno immatricolato meno macchine, noi abbiamo aumentato le vendite: Solis ha registrato un +10% rispetto al 2023, mentre Kioti ha raddoppiato il numero di unità vendute – afferma Fiaccadori. Il risultato di Kioti ci lascia particolarmente soddisfatti perché la crescita riguarda le medie potenze destinate a un mercato più complesso e professionale rispetto a quello delle bassissime potenze”.
Specializzati asiatici ed europei in competizione
Dopo essersi focalizzati perlopiù su trattori compatti fino ai 50 cavalli, ora i produttori indiani Solis e Tafe iniziano a proporre specializzati che, seppur più semplici, divengono concorrenti dei modelli da vigneto dei brand più affermati.
Secondo Fiaccadori, “Solis può consolidare la sua posizione anche nel range da 75 a 90 cavalli in quanto forte di un offerta di mezzi affidabili e provvisti di diversi optional, anche se dotati di meno tecnologie elettroniche. L’elettronica ridotta non è per forza un minus perché comporta minori interventi di manutenzione e quindi costi di gestione più bassi”.
I marchi presenti da anni nel segmento degli specializzati, sono pronti a rispondere alla nuova sfida. La loro intenzione è quella di investire nell’arricchimento degli allestimenti e nella personalizzazione delle gamme per soddisfare ancora meglio le esigenze dei professionisti, ma anche aumentare il supporto alla rete vendita e le campagne promozionali relative ai mezzi di bassa potenza.
“Probabilmente Landini, che negli ultimi anni è divenuto sempre più un brand premium, ridurrà i numeri di vendita nelle basse potenze ma, per contro, venderà modelli specialistici più accessoriati alle aziende più strutturate e farà numeri più alti nelle medio alte potenze“ prevede Danieli.
Incentivi per la meccanizzazione… da migliorare
Per l’acquisto di un nuovo trattore è ormai prassi cercare di accedere ai contributi statali per mitigare l’impatto del costo più alto rispetto al passato. Nel 2025 è possibile ricorrere a diverse agevolazioni, dal Credito 5.0 fino al Bando Isi dell’Inail.
Leggi anche Le novità 2025 riguardanti gli incentivi per la meccanizzazione agricola
In generale, i costruttori vedono gli incentivi come armi a doppio taglio che da un lato hanno un effetto positivo sulle vendite, dall’altro determinano un’instabilità di mercato anticipando acquisti programmati successivamente o posticipandoli in funzione dell’attivazione dell’incentivo. Gli aspetti più apprezzati sono la varietà degli aiuti disponibili adatti a differenti esigenze e la maggiore accessibilità ai contoterzisti.
Tuttavia, dal settore emerge la necessità di semplificare e snellire le pratiche burocratiche per l’accesso, avere tempistiche certe per la conferma dei contributi ed evitare il click day per la creazione delle graduatorie. Infine, i produttori hanno pareri diversi sulla convenienza o meno di un programma strutturato di agevolazioni.
Per Gherardi, “incentivi più strutturali garantirebbero ordini più costanti e quindi una produzione più regolare, ma in un momento di difficoltà come questo c’è bisogno di interventi d’impatto piuttosto che di mantenimento”.
A detta di Danieli, “sarebbe stato meglio strutturare il credito 4.0 in modo da offrire aliquote minori, ma per più tempo. Almeno la misura del credito d’imposta continua con il credito 5.0 che, combinato con la Nuova Sabatini, permette di ottenere un contributo del 45%, cosa non da poco”.
“I governi dovrebbero stabilire incentivi per 3 o 4 anni di fila e, prima del loro termine, definire subito quelli successivi in modo da non lasciare l’intero comparto in sospeso per mesi – commenta Fiaccadori. Altre iniziative auspicabili sarebbero la partenza della revisione, magari associata a un contributo per sostituire i mezzi non più revisionabili, o la creazione di un incentivo per la rottamazione che stanzi fondi sulla base delle fasce di età e di pericolosità dei trattori”.
Nel prossimo approfondimento sulla percezione del mercato, il microfono passa ai concessionari.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link