Piano pandemico, il governo Meloni limita il ricorso ai lockdown: mai più Dpcm per restrizioni della libertà

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La bozza trasmessa dal ministero della Salute alle Regioni sembra strizzare l’occhio alle sensibilità no-vax

A distanza di cinque anni esatti dal primo caso di Coronavirus individuato in Italia, il ministero della Salute ha prodotto una nuova bozza del Piano nazionale pandemico, che illustra la strategia approntata del governo Meloni per rispondere alle emergenze sanitarie. Una prima bozza era già stata discussa il mese scorso. La versione aggiornata ad oggi – 20 febbraio -, tuttavia, mostra delle modifiche sostanziali. Trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, il Piano avrebbe validità per i prossimi quattro anni, quindi fino al 2029, e si ispira “ai valori fondativi del Servizio sanitario nazionale”, cioè giustizia, equità, non discriminazione e solidarietà. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha commentato: “Il nuovo piano tutela libertà e cittadini”.

 

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Il dietrofront sui vaccini

 

È suggerito l’uso dei vaccini per contrastare le emergenze sanitarie, “ma non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni“. Piuttosto, il testo suggerisce di utilizzarli insieme “ai presidi terapeutici disponibili”. Il Piano presenta una formulazione più sfumata rispetto alla prima bozza. Nella precedente, infatti, i vaccini venivano descritti come le misure “preventive più efficaci” per affrontare le pandemia. Ora, invece, si sostiene che i vaccini “approvati e sperimentati risultano misure preventive efficaci” e con un “rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”. Il “più” accanto a “efficaci” è stato stralciato. La bozza trasmessa dal ministero della Salute alle Regioni sembra strizzare l’occhio alle sensibilità no-vax. In questo contesto, la Camera – la mattina del 20 febbraio – ha approvato il decreto Milleproroghe. Tra le misure più discusse, c’è proprio la sospensione delle sanzioni per i no-vax

 

Addio ai Dpcm per i lockdown

 

Tornando al Piano pandemico, si legge: “È escluso l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali. Solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee, straordinarie ed eccezionali”. Eventuali restrizioni alla libertà personale saranno adottate solo in caso di una “pandemia di carattere eccezionale”, ma senza ricorrere ai Dpcm. Il documento, composto da oltre 100 pagine, analizza nel dettaglio le diverse fasi della gestione di un’emergenza sanitaria, dalla pianificazione e il reperimento delle risorse fino al coordinamento, al monitoraggio, all’organizzazione dei servizi sanitari e alla formazione del personale. Il testo recita anche che, in caso di pandemia, “il conflitto che potrebbe eventualmente insorgere tra la sfera privata e quella collettiva” impone il rispetto del principio di trasparenza. Di conseguenza, “le informazioni saranno divulgate dalle istituzioni preposte, tanto al personale medico-sanitario quanto ai non addetti ai lavori, in maniera tempestiva e puntuale”.

 

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Il Covid divide ancora la maggioranza 

 

Covid e vaccini restano argomenti altamente divisivi per la maggioranza. Recentemente, si è aperto uno scontro sulla commissione d’inchiesta per la gestione della pandemia. La frattura ha visto contrapporsi Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il casus belli? Una conferenza stampa convocata da alcuni parlamentari di FdI che, senza consultare gli alleati, hanno reso pubblici i dettagli di una recente audizione. In particolare, hanno denunciato l’acquisto, da parte del commissario Arcuri, di “880 milioni di mascherine contraffatte per un costo di 1,25 miliardi di euro“, a un prezzo di tre o quattro volte superiore a quello di mercato. L’iniziativa ha irritato i rappresentanti di Forza Italia in commissione – Licia Ronzulli, Stefano Benigni e Annarita Patriarca – che in una nota congiunta hanno espresso “sorpresa” nell’aver appreso “dalle agenzie” il contenuto della conferenza stampa. Poi la critica diretta a FdI: “Vorremmo ricordare che questa è una commissione d’inchiesta, non uno strumento ad uso di un singolo gruppo”.



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