Pensioni in scadenza il 31 marzo, ecco cosa deve fare chi ci va nel 2025

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Come sempre, quando arriva il momento di andare in pensione, non mancano gli adempimenti obbligatori da rispettare per determinati lavoratori, così come non mancano le scadenze. Non basta versare il giusto numero di anni di contributi e non basta raggiungere la giusta età anagrafica prevista per una specifica misura. Occorre rispettare il meccanismo burocratico che l’INPS prevede. Uno degli adempimenti fondamentali, quando si parla di pensioni e di INPS, è la domanda di certificazione del diritto alla pensione.

Pensioni in scadenza il 31 marzo, ecco cosa deve fare chi ci va nel 2025

Per andare in pensione esistono alcune regole da comprendere, spesso variabili a seconda della misura.

Ad esempio, ci sono pensioni la cui decorrenza inizia dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti. La pensione di vecchiaia, per esempio, decorre dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento della combinazione 67+20, dove 67 è l’età anagrafica minima e 20 gli anni di contributi richiesti.

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Tuttavia, esistono misure la cui decorrenza slitta di diversi mesi, a causa del meccanismo a finestra. È il caso, per esempio, della pensione anticipata ordinaria, che decorre dopo tre mesi dal raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Oppure della quota 103, che scatta dopo 7 mesi dal perfezionamento di 62 anni di età e 41 anni di contributi per i lavoratori del settore privato, e dopo 9 mesi nel pubblico impiego.

Prestazioni, decorrenze ma non solo, ecco perché gli adempimenti vanno rispettati sempre

Non c’è solo la decorrenza della prestazione a incidere sulla situazione di chi vuole andare in pensione: c’è anche la domanda di certificazione del diritto.

Questa domanda, soprattutto per le misure in deroga ai requisiti ordinari, va presentata obbligatoriamente, perché serve all’INPS per certificare al 100% il diritto a lasciare il lavoro per quel determinato contribuente. In genere, viene compilata prima della vera e propria domanda di pensione.

Ad esempio, chi vuole accedere allo scivolo usuranti al compimento di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi, raggiungendo contestualmente quota 97,6, deve muoversi con largo anticipo.

Chi completa i requisiti indicati nel 2025 avrebbe dovuto presentare la domanda di certificazione del diritto all’INPS entro il primo maggio 2024. Lo stesso vale per chi matura i requisiti nel 2026, che deve presentare domanda entro il primo maggio 2025.

Se si salta tale scadenza, non si perde il diritto alla prestazione (che resta maturato con il soddisfacimento di tutti e tre i requisiti). Ma si rischia di perdere mesi di pensione come una sorta di penalizzazione. Inoltre, la pensione sarà liquidata solo se rimangono le coperture finanziarie.

La scadenza del 31 marzo è fondamentale, ecco perché

Il 31 marzo 2025 segna invece una scadenza importante per la domanda di riconoscimento dei benefici della pensione anticipata per chi, nel 2025, completa i requisiti per l’Ape sociale o per la pensione di quota 41 precoci. Da quest’anno, entrambe le misure seguono lo stesso calendario e le domande di certificazione hanno una scadenza unificata, con tre finestre.

Le date di scadenza per le istanze di riconoscimento dei benefici delle pensioni anticipate, sia per i lavoratori precoci sia per l’anticipo pensionistico sociale, sono il 31 marzo, il 15 luglio e il 30 novembre. Di conseguenza, si avvicina la chiusura della prima finestra utile, fissata al 31 marzo 2025. A queste scadenze, nel 2025, sono interessate le seguenti categorie:

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  • invalido al 74% almeno;
  • caregiver che assiste un familiare convivente da almeno 6 mesi;
  • disoccupato che ha esaurito la Naspi;
  • addetto ai lavori gravosi.

Queste categorie possono avvalersi sia dell’Ape sociale sia della quota 41 per i precoci. E devono presentare la domanda di certificazione del diritto entro le scadenze indicate.

Chi, entro la fine del 2025, raggiunge almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 o 36 anni di contribuzione (in base alla categoria di appartenenza) può presentare domanda di certificazione del diritto all’Ape sociale.

Chi, invece, entro il 31 dicembre 2025 totalizza 41 anni di contributi (di cui almeno 1 anno prima dei 19 anni di età) può accedere alla quota 41 per i precoci, presentando domanda di certificazione del diritto.

Domanda di certificazione del diritto, pensioni e scadenza

La domanda di certificazione è cruciale per poi poter inoltrare la domanda di pensione vera e propria. Nulla vieta di presentare entrambe quasi in contemporanea, anche se è consigliabile attendere l’esito dell’INPS in merito alla certificazione. Il cui responso di solito arriva entro 3 mesi dalla data di presentazione.

La solerzia nel presentare l’istanza di riconoscimento del diritto a una delle due misure è importante. Poiché alcune prestazioni, come lo scivolo usuranti, prevedono la liquidazione solo dopo aver verificato la disponibilità delle coperture finanziarie. E, come si dice, “chi tardi arriva male alloggia”: in pratica, l’INPS liquida prima le prestazioni a chi ha presentato la domanda per primo.



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