pace in mano a Putin. Da Ue sostegno a Zelensky

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Sono ”inaccettabili” le rimostranze espresse dall’Ucraina nei confronti degli Stati Uniti. Kiev ”deve abbassare i toni e firmare l’accordo” sulle terre rare proposto dal presidente Donald Trump. Lo ha affermato dal canto suo il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Michael Waltz, intervistato da Fox News. “Abbiamo offerto agli ucraini un’opportunità davvero incredibile e storica”, afferma il consigliere, aggiungendo che sarebbe “la migliore” e ”più sostenibile” garanzia di sicurezza a cui gli ucraini potessero aspirare.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto l’offerta affermando: “Non posso vendere il nostro Stato”. Waltz ha spiegato che c’è un sentimento di ”grande frustrazione” presso l’Amministrazione Trump per posizione espressa da Zelensky rispetto alla proposta formulata dal presidente americano. Alla domanda se Trump e Zelensky potessero riconciliarsi, Waltz ha risposto subito: “Oh, credo di sì”, aggiungendo che Trump è stato chiaro su “quanto ama il popolo ucraino”.

Annullata conferenza stampa Zelensky-Kellogg su richiesta Usa

Intanto oggi a Kiev l’inviato speciale statunitense per l’Ucraina e la Russia, Keith Kellogg, ha incontrato Zelensky, ma è stata annullata la conferenza stampa prevista al temine dei colloqui. Secondo quanto rende noto l’emittente ucraina Rbc, citando l’ufficio del presidente Zelensky, l’evento è stato annullato su richiesta Usa.

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Poco prima il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha aveva riferito di aver discusso di una ”pace giusta, globale e duratura” con Kellogg. “Ho affermato la volontà dell’Ucraina di raggiungere la pace attraverso la forza e la nostra visione per i passi necessari. Ho anche ribadito che la sicurezza dell’Ucraina e della regione transatlantica è indivisibile”, ha scritto su ‘X’ Sybiha.

Nuovo affondo di Trump

Russia ha le carte in regola per il negoziato per una pace in Ucraina, ha affermato Donald Trump a bordo dell’aereo che ieri lo ha riportato a Washington dalla Florida. I russi, ha sottolineato Trump, “hanno preso il controllo di molto territorio, quindi hanno le carte in mano”. Parlando di Volodymir Zelensky, che poco prima aveva definito un “dittatore”, Trump ha declamato: “Rifiuta di organizzare elezioni, va male nei sondaggi in Ucraina. Come si può andare bene con tutte le città distrutte?”.

Missione Ue il 24 febbraio a Kiev

E mentre da Mosca arriva un plauso alle parole del presidente Usa, i leader europei si dicono scioccati e il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa annuncia via social che lunedì prossimo, 24 febbraio, in occasione del terzo anniversario dell’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina “ho deciso di essere a Kiev con la presidente Ursula von der Leyen, per riaffermare il nostro sostegno all’eroico popolo ucraino e al presidente democraticamente eletto Volodymyr Zelensky”.

A Kiev anche il Premier spagnolo Pedro Sanchez “per ribadire il sostegno della Spagna alla democrazia ucraina e al Presidente” Volodymir Zelensky, come ha anticipato in un post.

Nell’Ue “abbiamo una posizione chiara. Volodymyr Zelensky è stato eletto legittimamente in elezioni democratiche, libere ed eque. L’Ucraina è una democrazia, la Russia di Vladimir Putin no”, ha ribadito dal canto suo il portavoce della Commissione Europea Stefan de Keersmaecker.

“Macron a Washington forse lunedì”

Il Presidente francese Emmanuel Macron sarà invece a Washington da Trump molto presto, forse lunedì. La Francia ha per prima preso le difese del Presidente ucraino. “Volodymyr Zelensky è un eroe in questa guerra da tre anni”, ha affermato il ministro incaricato per gli affari europeo, Benjamin Haddad. “È una persona a cui è stata offerta la possibilità di fuggire quando la sua capitale è stata invasa, quando il suo Paese è stato attaccato, quando lui stesso e la sua famiglia sono stati presi di mira, e che ha scelto di restare, di combattere al fianco del suo popolo e che per tre anni – ha sottolineato Haddad – ha rappresentato il suo Paese mentre il suo Paese era sotto attacco da parte della Russia”.

‘Russia non è aggressore’, la contestazione Usa in testo G7

Gli Stati Uniti si sono opposti a definire la Russia uno stato ”aggressore” nella dichiarazione del G7 da rilasciare in occasione del terzo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, il prossimo 24 febbraio. Lo scrive il Financial Times citando cinque funzionari occidentali ben informati. La posizione americana rischia di incrinare l’unità finora mostrata dai Paesi del G7 rispetto al conflitto in Ucraina. Gli stessi funzionari hanno anche precisato che non è ancora stata concordata la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al vertice virtuale del G7 di lunedì.

Dopo che il presidente americano Donald Trump ha definito Zelensky un ”dittatore”, gli Stati Uniti hanno sollevato obiezioni sull’espressione “aggressione russa” e su descrizioni simili utilizzate dai leader del G7 dal 2022 per descrivere il conflitto, hanno affermato i funzionari occidentali. Ma “siamo convinti che si debba fare una distinzione tra Russia e Ucraina. Non sono la stessa cosa”, ha detto al Financial Times un funzionario ben informato sulla questione. “Gli americani stanno bloccando quel linguaggio, ma ci stiamo ancora lavorando e speriamo in un accordo”, ha aggiunto il funzionario.

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L’aggressione della Russia è stata menzionata cinque volte nella dichiarazione dei leader del G7 l’anno scorso. “Invitiamo la Russia a cessare immediatamente la sua guerra di aggressione e a ritirare completamente e incondizionatamente le sue forze militari dal territorio internazionalmente riconosciuto dell’Ucraina”, si legge nella dichiarazione del 2024. Secondo due fonti ben informate, l’insistenza dell’Amministrazione Trump nell’ammorbidire il linguaggio riflette un più ampio cambiamento nella politica statunitense, che mira a descrivere la guerra come “conflitto ucraino”.

Di recente nelle note del Dipartimento di Stato americano so sono state usate formulazioni simili. Parlando di un incontro tra il Segretario di Stato Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a Riad “il conflitto in Ucraina” veniva menzionato due volte. Durante l’Amministrazione Biden veniva usata l’espressione ”aggressione russa” per riferirsi alla guerra in Ucraina.

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