Albergatori, proprietari di bed & breakfast e gestori di locazioni turistiche: a Lecce il 62% di loro non paga la tassa di soggiorno, fenomeno che rischia di danneggiare la sostenibilità del sistema turistico e solleva dubbi sull’efficacia dei controlli. Un fatto che non solo grava sulle casse di Palazzo Carafa – che punta a incassare 1 milione e 700mila euro dall’imposta – ma allo stesso tempo compromette anche i servizi per i turisti e per la città che nel 2024 ha registrato 375.484 arrivi e 1.062.814 pernottamenti.
E della necessità di individuare la soluzione per arginare il problema se n’è discusso lo scorso martedì quando il sindaco Adriana Poli Bortone ha incontrato Camera di Commercio, Confesercenti, Confcommercio, Federalberghi, B&B Salento, Confartigianato, Confagricoltura, Alea, Laica e Entrobordo. Argomento poi ripreso ieri in commissione Attività produttive convocata dal presidente Bronek Pankiewicz.
«Per combattere l’evasione fiscale, l’apporto della Polizia locale sarà sicuramente utile ma preferisco incoraggiare gli operatori a mettersi in regola anziché puntare solo sulla repressione – ha spiegato il primo cittadino –. Poiché ci sono le associazioni di categoria, sarà loro compito convincere gli operatori: se vogliono i servizi, devono essere completamente leali nei confronti dell’amministrazione e, di conseguenza, pagare la tassa di soggiorno. Attualmente, solo il 38% degli operatori la paga. È possibile che ci sia una scarsa conoscenza delle regole, ma speriamo di riuscire a convincere tutti che, per avere una città migliore, è necessario rispettare le regole. Mi sorprende, inoltre, che il Codacons non si sia mai interessato all’argomento ma sarà il benvenuto il prossimo 25 febbraio».
Un modo per tentare di contenere il fenomeno arriva proprio dalle associazioni di categoria. Nello specifico, come ha raccontato nel corso della commissione Raffaele Bitetti, presidente di Albergo Diffuso, si starebbe pensando alla realizzazione di una card in grado di agevolare al meglio la fruizione dei servizi. «Non solo una tessera per ottenere degli sconti da punti convenzionati, come già accade, ma uno strumento che possa migliorare l’accesso alle iniziative e massimizzare l’inclusione rivolgendosi ad una platea sempre più vasta di utilizzatori – ha detto Bitetti –. Dunque, sconti, agevolazioni ma anche informazioni al turista che sceglie di soggiornare a Lecce. Il tutto con procedimenti ben digitalizzati e al passo coi tempi».
Intanto, dal tavolo sono emerse altre idee e priorità come l’impiego ottimale della tassa di soggiorno (che per sua stessa natura è finalizzata all’implementazione dei servizi destinati a migliorare la qualità del soggiorno dei visitatori). E in quest’ottica è stata anche evidenziata la necessità di attivare una piattaforma interattiva quale “vetrina” web dei servizi e delle opportunità che la città offre, non solo in termini culturali ma anche sotto i profili commerciale, enogastronomico e artigianale, e degli infopoint. Dal 31 dicembre 2024, infatti, la città è rimasta “orfana” dell’unico punto informativo gestito dalla ProLoco di Lecce all’interno del Sedile, in piazza Sant’Oronzo. E come anticipato dal sindaco nelle scorse settimane, tre dovrebbe essere i nuovi infopoint da attivare nei prossimi mesi: il primo all’ex Agip, lungo viale dell’Università, il secondo al City Terminal e il terzo accanto ai Teatini, nel centro storico. Un lavoro, però, considerato lungo che potrebbe non concretizzarsi subito (o quanto meno nelle prossime settimane) malgrado i folti arrivi in città siano attesi già a fine aprile in occasione delle festività pasquali.
L’accoglienza in città
E vale la pena ricordare come a Lecce il numero totale di posti letto raggiungano quota 12.225. Secondo l’ultimo studio condotto da Davide Stasi dell’Osservatorio Economico Aforisma, infatti, nel capoluogo si contano 1.454 locazioni turistiche non imprenditoriali; 308 bed & breakfast; 148 locazioni turistiche imprenditoriali; 95 affittacamere; 34 case vacanze o case e appartamenti per vacanze (Cav) non imprenditoriali; 30 alberghi; 13 residence; 11 alloggi agrituristici e le altre tipologie di strutture via via decrescendo.
«Vogliamo coinvolgere tutti gli stakeholder del turismo nell’utilizzo della tassa di soggiorno perché mi è stato riferito che non sono mai stati invitati dalla precedente amministrazione e non sono mai stati informati su come venissero spese le entrate derivanti da questa imposta – ha poi aggiunto il sindaco Poli Bortone –. Personalmente, nemmeno io sono riuscita a chiarire la situazione, dato che gli introiti sono stati distribuiti in vari capitoli di bilancio. Tuttavia, martedì abbiamo organizzato un incontro molto positivo durante il quale abbiamo deciso di modificare i regolamenti, istituire un tavolo permanente con gli stakeholder del turismo e, insieme a loro, stabilire come utilizzare le risorse in base alle priorità».
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