Energie rinnovabili, la Cgil Sicilia fa il quadro della situazione e avanza proposte e richieste • Prima Pagina Trapani

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Energie rinnovabili: Cgil Sicilia, “Entro il 2028 possibili
nuovi 5 mila posti di lavoro

Puntare sul settore per costruire un nuovo modello economico,
industriale e sociale attraverso lo sviluppo di tutte le filiere.

La Cgil lancia le sue proposte per “Cambiare il futuro della
Sicilia” Mannino: “Subito programmazione, investimenti e formazione per i nuovi
profili professionali” Capo Granitola (Tp), 20 feb -Dalle energie rinnovabili
entro il 2028 possono arrivare per la Sicilia oltre 5 mila nuovi posti di
lavoro E’ il bilancio occupazionale degli investimenti di Renexia, Terna ed
Enel green power ed Erg, emerso nel corso di un convegno della Cgil Sicilia che
si è tenuto presso il Cnr di Capo Granitola (Tp).

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

A farlo il segretario generale
regionale della Cgil, Alfio Mannino, che ha concluso l’iniziativa alla quale
hanno anche partecipato rappresentanti dei maggiori player del settore. “Sono
segnali importanti- ha detto Mannino-che fanno vedere in prospettiva la
possibilità di cambiare il modello energetico e industriale della Sicilia,
producendo nuova occupazione in settori strategici e agganciandosi alla green
economy e agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni. E’ significativo che questi segnali arrivino- ha
sottolineato- nonostante l’atteggiamento di chi ha responsabilità di governo”.
Per la Cgil “inadeguata e frammentaria è l’iniziativa del governo nazionale,
che non coglie la centralità della Sicilia nelle politiche energetiche
nazionali”, “mentre il governo regionale- ha sottolineato Mannino- è assente,
non ha colto il senso di scelte strategiche per cambiare il volto della
Sicilia, per sviluppare non solo le energie da fonti rinnovabili, abbattendo
anche i costi energetici per le
famiglie, ma tutte le filiere collegate e l’industria nel sua complesso Bisogna agire e farlo subito- ha aggiunto- con adeguati investimenti per infrastrutture
e con nuove politiche formative per le nuove figure professionali richieste da questo
mercato”.

Mannino ha specificato che “occorre puntare a fare della Sicilia una
regione che produce ed esporta, non solo un luogo di transito di tubature”. “
Emerge un nuovo orizzonte – ha affermato Mannino- imprescindibile per il futuro
della Sicilia e il fatto che i grandi player, al di là della scarsa attenzione
della politica, vogliano investire qui conferma le straordinarie potenzialità
che ci sono in Sicilia”.

A fare il quadro della situazione attuale è stata Gabriella
Messina, segretaria confederale Cgil Sicilia nel suo intervento introduttivo.
“La nostra regione – ha detto, secondo i dati dell’Osservatorio R.E.gions 2030,
risulta prima sul fotovoltaico, con 5,9 GW autorizzati dal 2019 (il 39% del
totale), e seconda per l’eolico con 753 MW (il 24% del totale sempre dal 2019),
mentre si conferma non brillare per potenza installata, che in Sicilia a fine
2023 ha fatto registrare 4,7 GW, di cui 4,4 GW fra fotovoltaico ed eolico
(Legambiente Sicilia)”.

Nel 2022 è stata la stessa regione a rendere noto, ha
aggiunto Messina, che l’80% dei progetti autorizzati non viene realizzato per
problemi legati agli iter autorizzativi e solo una percentuale ridotta riguarda
progetti effettivamente realizzabili (circa il 20%)”. Le lungaggini burocratiche
finiscono col rendere obsoleti i progetti. “Il 45% dei progetti attualmente autorizzati-
ha reso noto Messina- si ritrova in attesa
di variante o di proroga il cui ottenimento spesso si rileva più complesso
rispetto a nuovo progetto.

Inoltre,
viene segnalato che il 15 % dei progetti sconta problemi post permitting
(ricorsi, dinieghi di proroghe, revoche di AU)”.

L’esponente della Cgil ha rilevato l’importanza anche
“un’impiantistica utile a dare stabilità al sistema, e questa significa reti e
impianti di stoccaggio adeguati”. Messina ha sottolineato che in questo quadro
il governo regionale “non pianifica, non programma, non investe sul ruolo
energetico della regione. Esempi emblematici – ha rilevato- sono lo stop
annunciato nel 2023 dal Presidente Schifani delle autorizzazioni per il
fotovoltaico, oppure una mappatura delle aree non idonee che risulta confusa e inadeguata
sia per la tutela del paesaggio sia per lo sviluppo delle FER, non preclude
l’utilizzo di ulteriore suolo per l’installazione di impianti fotovoltaici e
prescinde da ogni valutazione sugli impatti cumulativi di questi sul
territorio”.

Per la Cgil, per cogliere le opportunità date dallo sviluppo
di tutta la filiera delle fonti rinnovabili “è necessaria una iniziativa
politica forte, cominciando col creare un’agenzia regionale per lo sviluppo,
come sede di pianificazione e coordinamento” “Fondamentali poi- ha detto Messina-
sono il confronto con le parti sociali e lo snellimento degli iter
autorizzativi”. Ma anche.
l’individuazione di aree industriali dismesse per i pannelli fotovoltaici,
senza nuovo consumo di suolo, il risparmio energetico, lo sviluppo dei sistemi
di accumulo e l’adeguamento della rete elettrica, lo sviluppo di processi di
energia circolare. Il sindacato insomma scommette sul futuro e su una nuova
idea di Sicilia e lancia una sfida a chi governa la regione, una sfida ancora non
raccolta.

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