Elly Schlein infiamma la platea di Rende

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RENDE «Replichiamo questa formula anche in altre regioni»: in videocollegamento con l’assemblea dell’hotel President di Rende, Elly Schlein gongola per la sala traboccante non solo di establishment. Che sia in Campania o nel Lazio la prossima tappa, Mimmo Bevacqua incassa il successo dell’iniziativa coi gruppi consiliari delle altre regioni d’Italia.

Schlein: governo Meloni antimeridionalista

L’intervento della segretaria racchiude in un quarto d’ora temi globali e locali: si parte dall’attacco al «governo più antimeridionalista della storia» e alle critiche all’autonomia differenziata per poi affermare che «gli asili nido sono il primo posto in cui si combattono le diseguaglianze» e la Calabria come tutto il sud non è certo virtuoso in materia. Dove potrebbe essere un traino è invece nelle energie rinnovabili: «Il mezzogiorno – scandisce Schlein – è un grande hub grazie alla grande quantità di sole, acqua e vento da trasformare in energia pulita».
Sulla sanità pubblica altre bordate alla premier Meloni e alle sue “bugie” su presunti investimenti mentre «la spesa rispetto al Pil scende ai livelli del 6.05%, minimo storico degli ultimi 15 anni, con liste d’attesa infinite e la gente che ricorre ai privati o non si cura. Che fine hanno fatto le case di comunità?», si chiede rivendicando l’attenzione alle aree interne – ricorda l’evento di ottobre a Mormanno – e allo spopolamento, con il riferimento alle buone politiche di welfare e servizi in Emilia Romagna e Campania.
Oltre alla difesa della Sanità pubblica, Schlein indica come temi prioritari istruzione, ricerca e scuola pubblica («mentre il governo taglia 6mila insegnanti e sottrae servizi nei territori con il dimensionamento»), dignità del lavoro e salario minimo, questione climatica e politiche industriali, diritti civili e sociali primo tra tutti il “diritto alla felicità”.

Elogi all’eccellenza Unical

Gli spunti sono molti e la palla passa ai consiglieri, moderati da Francesco Mannarino. Il lombardo Pierfrancesco Maiorino è rimasto affascinato dall’Unical (la delegazione dem oggi è transitata da Arcavacata durante il firma copie di Brunori, «io l’ho votato con tutta la famiglia!» sorride il consigliere regionale), ma anche dalla risposta della gente alla chiamata dei dem calabresi: «Dimostriamo di essere il partito delle differenze che arricchiscono, usciamo da qui con la voglia di combattimento», il che detto da chi «è all’opposizione da trent’anni in Lombardia» ha tutta un’ altra potenza. Maiorino polemizza con «chi critica la legge Calderoli a giorni alterni» e parla di «disparità e diseguaglianze agghiaccianti», di diritto alla casa e alla cura con il primato della sanità pubblica. «La Lombardia – conclude – è diventata il laboratorio regressivo della privatizzazione sanitaria, in spregio a Tina Anselmi. Oggi qui sigliamo un piccolo patto di lavoro comune su questo è altri temi».

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Voce alle regioni tra luci e ombre

Dalla Campania il capogruppo dem Mario Casillo riporta invece un’esperienza di 10 anni in maggioranza, ma anche della sanità commissariata e di un disavanzo di 6 miliardi «che pagheremo per i prossimi 10 anni» con la prospettiva dei primi investimenti pubblici che finalmente partono.
Dalla Puglia la consigliera Lucia Parchitelli elenca carenze infrastrutturali ma anche buone pratiche (turismo e ambiente), investimenti nella sanità pubblica come nel patrimonio culturale immateriale con le leggi su feste patronali e bande.
Paolo Calvano (Emilia Romagna) a proposito di autonomia invoca “meno articolo 116 più articolo 5” immaginando un “nuovo patto tra centro e periferia” non solo dal punto di vista urbanistico.
«Il vostro Campus Unical – aggiunge – andrebbe messo sui manifesti di tutta Italia, il polo AI non è solo a Bologna. Solo il Pd può unire tutte queste cose, i Fratelli d’Italia sono fratelli di una Italia divisa dalla legge Calderoli. Coordiniamoci come gruppi regionali dem e uniamo il centrosinistra in vista delle prossime scadenze», conclude.
Il laziale Mario Ciarla è d’accordo sull’unità «contro il nazionalismo d’accatto – non sono patrioti – di un destra che divide, mentre iniziative come questa dimostrano che noi siamo il partito che vuole unire». Poi anche da lui un riferimento alla «lungimiranza dei Mancini e Misasi che hanno chiamato Andreatta per creare questo ateneo di eccellenza. La seconda tappa facciamola a Roma», propone in conclusione («meglio in Campania così prepariamo la vittoria alle Regionali», rilancerà Bevacqua).
L’ultimo intervento in scaletta è quello di Mariagrazia Proietti, in videocollegamento dall’Umbria: nelle sue parole quasi un augurio al Pd per le prossime Regionali, quando parla della «concretizzazione di un sogno, 3 mesi fa, col ritorno alla vittoria dopo aver perso nel 2019, per la prima volta». Proietti crede nel «riscatto e orgoglio di un Pd forte nel campo largo: parlare di diritto alla felicità non è buonismo, torniamo a parlare con le persone». Lo diceva anche Elly Schlein a proposito del partito che «torna per strada», e nei territori riesce a riempire sale da duecento posti. (redazione@corrierecal.it)

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