Cultura: a Dresda l’HMBw, il Museo di Storia militare della Bundeswehr. In mostra la guerra con particolare riferimento agli aspetti umani dei conflitti bellici e all’evoluzione tecnologica tedesca

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Di Paola Ducci*

DRESDA (nostro servizio particolare). Sono poche le città nella Storia tedesca che hanno sperimentato il livello di distruzione che ha subito Dresda durante la Seconda Guerra mondiale.

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Un momento del bombardamento di Dresda

 

 

E quindi probabilmente non è un caso se il Militärhistorisches Museum der Bundeswehr (in italiano Museo di Storia militare della Bundeswehr), abbreviato con l’acronimo di MHMBw,  risiede  proprio a Dresda.

Alla fine  della guerra, infatti, della  città era rimasto solo un ammasso di macerie. Di tutta la Germania, Dresda  è probabilmente il luogo simbolico  dove la volontà di prendere le distanze dai tragici eventi della storia del XX secolo emerge in modo dirompente.

Il Museo è stato inaugurato nel 2011 dopo un’importante ristrutturazione ed espansione da parte dell’architetto americano Daniel Libeskind.

La sua opera di design a forma di cuneo spicca decisa nell’imponente e formale simmetria dell’edificio.

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L’interno del Museo

 

Quest’opera vuole essere un riferimento simbolico alle enormi conseguenze portate della guerra.

Il cuneo di metallo – un’enorme prua di una nave in acciaio e vetro – è alto 5 piani e punta nella direzione in cui caddero le bombe che  distrussero la città.

Dalla piattaforma di osservazione i visitatori possono vedere come Dresda è stata ricostruita e allo stesso tempo il nuovo edificio di Libeskind, unico nel suo genere,  che interrompe la facciata intimidatoria dello storico edificio militare del XIX secolo mentre le strutture di luce e ombra create fanno riferimento alla movimentata storia militare della Germania.

Dalla sua riapertura il Museo di Storia Militare della Bundeswehr è uno dei più importanti Musei di Storia in Europa.

L’esposizione ha per  tema le cause e le conseguenze della guerra e la violenza sui popoli inermi. Punti di vista, prospettive e destini diversi si riflettono negli oltre 10 mila oggetti esposti, che testimoniano molte storie toccanti. Gli oggetti e i documenti storici costituiscono gli elementi più importanti di una sorta di “storia culturale” della violenza e sono esposti in un contesto architettonico davvero eccezionale.

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Il Museo di Storia Militare della Bundeswehr mette in mostra la guerra sotto una prospettiva molto insolita.

Questo si concentra sugli aspetti umani del conflitto bellico mostrando anche l’evoluzione tecnologica militare tedesca. Invece di esporre carri armati, cannoni e medaglie luccicanti come reliquie di onorevoli battaglie,

L’esterno del Museo

 

il Museo di Dresda illustra lo scopo e le origini della violenza.

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L’ESPOSIZIONE MUSEALE

Considerando che esso è gestito dall’Esercito tedesco, è  importante che  fornisca una rappresentazione visiva così evidente delle conseguenze disumane degli interventi militari.

Le esposizioni includono il rottame di un veicolo dell’Esercito tedesco danneggiato da un’esplosione durante la recente guerra in Afghanistan.

La mostra permanente presenta su 19 mila metri quadrati oltre 10 mila reperti di 700 anni di violenza, dal tardo Medioevo ai giorni nostri.

E, non solo esamina le manifestazioni della violenza di Stato, ma anche le diverse forme di violenza sociale e fornisce quindi importanti elementi costitutivi per una storia culturale della violenza.

La mostra allestita nell’edificio più antico segue un ordine cronologico ed è diviso in tre sezioni: il periodo fino al 1914, l’Età delle Guerre Mondiali (1914-1945) e il dopoguerra (dal 1945 ad oggi), integrate da una sezione regolarmente aggiornata sulle “Sfide del 21° secolo”, che tiene conto anche dei recenti sviluppi.

Undici percorsi tematici e tre percorsi cronologici sono fondamentalmente due musei in uno e possono essere visti nella mostra permanente su 10.000 m² di spazio espositivo. Inoltre, due mostre all’aperto su 3.000 m² possono essere visitate all’esterno dell’edificio.

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Le installazioni artistiche completano l’esposizione e lasciano impressioni durature.

Ad esempio, “Love and Hate” di Charles Sandison o “The Hiroshima Thank You Instrument” di Ingo Günther interagiscono con gli spettatori per  farli addirittura diventare parte dell’opera d’arte.

Mentre i due opposti “Amore e Odio” possono essere visti come aspetti importanti dell’azione umana e quindi anche della violenza: nell’installazione come nella vita, a volte l’amore e a volte l’odio hanno il sopravvento. “The Hiroshima Thank You Instrument” cattura le ombre dei visitatori sulla parete per alcuni secondi, dopo un lampo di luce.

Quest’opera commemora il lampo dell’esplosione della bomba atomica e l’impronta delle persone incenerite in pochi secondi, le cui ombre sono state disegnate sui muri delle case delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

In passato, i Musei militari erano principalmente sale espositive per la tecnologia delle armi e per la rappresentazione glamour delle Forze Armate nazionali.

Volevano impressionare i visitatori con spettacoli di successi militari, di solito con l’aiuto di una catena di guerre concatenate, quasi staccate da altri eventi storici. La storia militare era limitata alle battaglie, alle parate per la vittoria e agli sviluppi della tecnologia delle armi.

Nel Museo di Storia Militare delle Forze Armate tedesche, invece, la guerra e l’esercito sono inestricabilmente intrecciati con la Storia, quella fatta di esseri umani, mostrando le ramificazioni della storia politica, sociale, mentale e culturale intrecciate insieme. Qui la storia militare è inserita in un contesto, segue una narrazione più universale, forse  più profonda,  e viene così presentata in tutta la sua ampiezza.

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La mostra mette i visitatori di fronte al proprio potenziale umano di aggressività e affronta la violenza come fenomeno storico, culturale e antropologico.

L’attenzione della nuova mostra permanente è sempre rivolta alla singola persona che pratica o subisce la violenza.

Vengono sempre accostate due biografie di persone che hanno vissuto nello stesso periodo ma che hanno seguito progetti di vita diversi o che hanno preso strade diverse in una stessa situazione storica, che  hanno quindi applicato il loro potere  decisionale alla loro storia. L’ambivalenza, ma  anche  la scelta, sono concetti chiave per l’intera esposizione permanente del Museo di Storia Militare.

Il MHMBw  vuole aprire ampi spazi di riflessione e  riesce sicuramente nell’intento.

Viene considerato una sorta di Forum per esaminare la storia militare, per discutere del ruolo della guerra e delle forze armate nel passato, nel presente e nel futuro.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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