COMUNE TRENTO * SITI CONTAMINATI: «AZIONE INTEGRATA, LA STRATEGIA VINCENTE PER LE SFIDE DI TRENTO NORD»

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17.00 – mercoledì 19 febbraio 2025

Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Siti contaminati, un’azione integrata è la formula giusta per affrontare situazione complesse come quella di Trento nord.
Oggi in biblioteca un simposio per fare il punto sulle aree inquinate. Sono situazioni complesse che richiedono una sorveglianza integrata nel tempo da parte di tutte le istituzioni coinvolte; è stato trasmesso in diretta Facebook sulla pagina del Comune dove è visionabile anche la registrazione

Nata su input della Circoscrizione Centro storico – Piedicastello e organizzato dal Comune in sinergia con l’Ordine dei medici di Trento e l’Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro, la giornata di approfondimento di oggi in biblioteca dal titolo “Monitoraggio integrato ambiente-salute in vicinanza di siti contaminati” voleva mettere allo stesso tavolo vari esperti che, a livello nazionale e internazionale, hanno già affrontato criticità. simili a quelle presenti a Trento nord nelle aree Sin (siti di interesse nazionale) ex Sloi ed ex Carbochimica.

Oltre ai soggetti già citati infatti si sono alternati nella sala degli affreschi della Biblioteca comunale esperti dell’Azienda sanitaria provinciale, dell’Appa, dell’Istituto superiore della sanità, del suo omologo inglese (l’UK health security agency), del Consorzio Tridentum e altri.

Eredità dello sviluppo industriale del Novecento, i “brownfields” sono un problema per molte aree urbane del mondo. Si tratta di superfici dismesse e molto spesso inquinate che possono essere destinate a nuove funzioni solo dopo una bonifica accurata.
La giornata di studio è iniziata con i saluti delle istituzioni coinvolte.

Per il sindaco Franco Ianeselli “abbiamo subito colto l’idea della Circoscrizione per una collaborazione e uno scambio di buone pratiche tra Enti che oggi inizia ma che continuerà. È sicuramente l’approccio integrato quello giusto per affrontare queste ferite del territorio che la città si porta addosso da troppo tempo”.

Per il presidente dell’Ordine dei medici della Provincia Giovanni de Pretis: “L’ambiente non è nostra competenza specifica ma la salute dei cittadini sì, tant’è che abbiamo una commissione ambiente. Per questo siamo contenti di essere qui oggi”.
Per Mario Tonina – assessore provinciale alla Salute – “Con il by-pass è arrivato il momento di risolvere il problema di questi siti inquinati per restituirli alla città. È una situazione ferma da troppo tempo. La politica – a tutti i livelli e senza distinzioni di colore – deve risolvere questo problema”.

L’ultimo saluto istituzionale è stato quello di Stefano Robol: “I siti inquinati di Trento nord sono problemi complessi da affrontare, ben venga questa giornata per acquisire esperienze e fare sinergia. Tutto questo ci aiuterà a svolgere meglio il nostro compito di monitoraggio”.

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A inizio lavori Paolo Bortolotti, della commissione ambiente-salute dell’Ordine dei Medici ha illustrato gli obiettivi della giornata: “L’Organizzazione mondiale della sanità ci dice che un quarto delle patologie derivano da esposizione a fattori ambientali. È quindi fondamentale monitorare la salute dei cittadini. Questo delle aree sin è un problema complesso ma non impossibile da risolvere. Oggi cercheremo di fare chiarezza”.

A seguire è stata la volta di Antonio Ferro – direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale – che ha detto: “Ho lavorato per 25 anni nei dipartimenti di prevenzione in varie regioni italiane e abbiamo dovuto affrontare situazioni pesanti come quella dei pfas. La prevenzione, la tutela dei lavoratori e dei cittadini è un cardine dell’azione dell’Azienda sanitaria. I rischi ambientali per la salute sono calcolati tra il 5 e l’8 per cento del totale. Nessuno può far niente da solo, questo non è un problema di destra o di sinistra ma serve una sinergia istituzionale per prevenire, informare ma anche fare ricerca, formazione e innovazione”.
Il problema dei siti inquinati non è certo una peculiarità di Trento.

Sono centinaia solo in Europa. Alcuni esempi li ha portati Raquel Duarte-Davidson (della Uk Health Security Agency): “Purtroppo i casi di inquinamento sono tantissimi e causati dalle situazioni più varie: incendi, inondazioni, esplosioni, sversamento di liquidi, smaltimento illegale di scorie. Ne cito due che ho conosciuto nella mia esperienza. Il primo è a Wigan, nel nord ovest dell’Inghilterra, è contaminato da più di 100 anni a causa di varie produzioni industriali, soprattutto vernici. Il problema è che i liquami si sono spostati dal sito post-industriale a una zona residenziale.

È stata fatta una prima bonifica ma poi cedimenti del terreno ne hanno comportata un’altra e hanno fatto capire come si era creata una situazione a macchia di leopardo con alcuni punti molto più inquinati di altri. In un altro caso – sempre nord dell’Inghilterra – hanno pensato di smaltire grandi quantità di scorie in alcune cave della zona. Anche qui l’inquinamento si è spostato sotto una zona residenziale”. L’esperta ha poi citato altri casi internazionali a cui ha partecipato tra cui la famosa esplosione nell’agosto del 2020 a Beirut di un serbatoio di nitrato di ammonio. Ma cosa ha imparato dalla sua lunga esperienza?: “Sono problemi complessi, serve una sorveglianza integrata nel corso del tempo che comporta una collaborazione tra tutte le agenzie coinvolte”.

Poi è intervenuto Ivano Iavarone dell’Istituto superiore di Sanità: “ In queste situazioni complesse è fondamentale individuare le priorità. Un problema che avevamo era la frammentazione delle analisi. Fortunatamente adesso, grazie anche al Pnrr, c’è una digitalizzazione dei dati e gli studi epidemiologici sono diventati un sistema permanente. Comunque non c’è dubbio che l’approccio deve essere multidisciplinare e interistituzionale”.

Anche Maria Rita Cicero lavora all’Istituto superiore di sanità; ha affrontato le “analisi di rischio nei siti contaminati nell’ambito della normativa ambientale sulle bonifiche” con una spiegazione dettagliata del decreto legislativo 152 del 2006 che regola la gestione delle bonifiche dei siti inquinati.

Ultimo intervento della mattinata è stato quello di Marco Martuzzi (esperto di ambiente, clima e salute) dal titolo “Gestione e comunicazione del rischio in situazioni di forte pressione ambientale: esperienze e prospettive”. “Il coinvolgimento della popolazione è e essenziale, è importante anche contenere il senso di ‘indignazione’ che può esserci nella cittadinanza perché può essere un fattore determinante nella percezione finale del rischio complicando ulteriormente un quadro già difficile”.

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