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Il sindacato Anief lo aveva detto in tempi non sospetti: l’adesione alla previdenza complementare Fondo Espero non può essere attuata con la formula del silenzio-assenso. Adesso si scopre, infatti, che ci sono dei dipendenti della scuola che si ritrovano iscritti loro malgrado e senza saperne nulla. Tra questi, una neoassunta, tra settembre e dicembre scorsi poiché vincitrice del concorso PNRR1, che adesso si ribella: “Nessuno ne ha parlato, la mia scuola nemmeno crede che esista una cosa del genere”. La docente, scrive la stampa specializzata, “deve ora capire come annullare l’iscrizione a un fondo pensione di cui non ha mai chiesto di far parte”.
Anief ricorda che questa situazione è frutto dall’accordo sottoscritto il 16 novembre 2023 tra l’Aran e gli altri sindacati istitutori del fondo stesso: “Gli assegni di pensione – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono destinati a diventare sempre più bassi e di fondo è positivo preoccuparsi per tempo, ma tale preoccupazione deve essere una scelta sicuramente consapevole. Espero è un fondo di comparto, come in altri settori ti dà un minimo di rendimento, allora noi abbiamo detto: attenzione, chi vuole aderire si informi, ma l’iscrizione col silenzio assenso non ci piace”.
Pacifico ricorda che “il meccanismo dei fondi pensione divide i lavoratori fra gruppi che possono avere soluzioni migliori e non, ma in ogni caso si parte da un diritto, cioè il diritto ad una retribuzione e una pensione dignitosa. Inoltre, se finora appena il 10 per cento dei lavoratori della scuola ha aderito ad Espero un motivo dovrà pure esserci. In definitiva, ognuno con i propri soldi, soprattutto con quelli derivanti da stipendi bassi, deve essere pienamente libero cosa farci, senza subire alcun condizionamento precostituito”.
Anief ricorda che è sempre possibile attuare delle previsioni sul proprio stato contributivo, anche attraverso il Simulatore scenari pensionistici messo a disposizione dall’Inps, così da rendersi conto che il vitalizio che garantisce il modello di previdenza integrativa produce un vitalizio davvero modesto. Per tale motivo, il sindacato ritiene inaccettabile la forzatura su Espero e invita tutto il personale scolastico a valutare con attenzione l’adesione esprimendo entro il termine previsto espresso assenso o diniego all’adesione, per evitare un’attivazione automatica non desiderata del Fondo. Al fine di ricevere le informazioni necessarie per una scelta consapevole, Anief mette a disposizione dei lavoratori della scuola le sue sedi territoriali.
Il sindacato ricorda anche che l’adesione al Fondo Espero, così come prevista dell’accordo di un anno e mezzo fa che Anief respinge, prevede che il lavoratore versi mensilmente una quota pari almeno all’1% della propria retribuzione e l’intero TFR (per gli assunti in ruolo dopo l’anno 2000 e per il personale a tempo determinato); dal canto suo, il datore di lavoro – lo Stato – versa una quota aggiuntiva pari all’1% della propria retribuzione. Le quote versate vengono investite dal Fondo, al fine di costituire un trattamento previdenziale complementare che andrà a sommarsi, al momento del pensionamento, a quello obbligatorio del personale della scuola.
L’accordo è immediatamente operativo per il personale a tempo indeterminato, ma nel testo è presente una dichiarazione congiunta per l’estensione del meccanismo di adesione al Fondo tramite silenzio-assenso anche al personale a tempo determinato (da notare un probabile refuso nel testo che indica nel 1° settembre 2023 il termine entro cui valutare la possibilità di estensione, ma poiché tale termine è già trascorso si ritiene che il termine effettivo possa essere il 1° settembre 2024).
Con l’introduzione dell’iscrizione al Fondo attraverso il silenzio-assenso, l’amministrazione dovrà solo fornire al momento dell’assunzione un’informativa al lavoratore sulle modalità di adesione, con espresso riferimento all’iscrizione tramite silenzio-assenso, e sulla previdenza complementare (anche con un semplice rinvio al sito del Fondo Espero). Il lavoratore da quel momento avrà nove mesi per comunicare ad Espero se intende o meno aderire, ma se non comunicherà nulla allora scatterà l’adesione automatica per silenzio-assenso, fatta salva la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di adesione che riceverà da Espero: Anief fornisce a chiunque lo richieda il modulo per recedere da Espero, a cui è stato iscritto in modalità automatica.
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