Pallacanestro Trieste, Ruzzier: “Ripartiamo ancora più forti”

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Smaltita la delusione per l’eliminazione che ha cancellato il sogno di portare a casa la prima Coppa Italia della storia della Pallacanestro Trieste, Michele Ruzzier traccia un bilancio delle Final Eight di Torino delle quali è stato assoluto protagonista.

Lanciato sul palcoscenico della Inalpi Arena dall’infortunio che ha privato di Colbey Ross la formazione di Jamion Christian, il giocatore triestino ha saputo cogliere al volo l’occasione capitatagli, sfruttando alla grande lo spazio e il minutaggio a disposizione.

Quella di Ruzzier è stata una delle storie più belle dell’ultima Coppa Italia. Ha portato la sua Trieste a un passo dalla finale, ha mostrato tutto il suo talento e le sue doti da leader, giocando con e per i compagni, salvo poi mettersi in proprio nel momento del bisogno. I 25 punti segnati sbagliando pochissimo non sono bastati a fermare la corsa di Trento, resta però una prestazione che entra di diritto tra le più significative della storia della Pallacanestro Trieste.

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Allora Ruzzier, cosa le rimane di questa avventura in Coppa Italia e che bilancio traccia?

«Resta un sentimento diviso a metà tra la soddisfazione di aver sfiorato l’impresa contro Trento, essendo la squadra che l’ha messa maggiormente in difficoltà, e la delusione per una prestazione che ci ha visti andare tanto vicino a un successo che ci avrebbe portati in finale. È andata così, dispiace, ma da questa sconfitta ripartiamo più forti e ancora più convinti e con fiducia delle nostre possibilità».

Domenica pomeriggio è riuscito a guardarla la finale?

«Non tutta, a un certo punto devo essere sincero mi è venuta un po’ la nausea della pallacanestro».

Alla fine ha vinto la squadra più forte?

«Credo di si. Trento ha dimostrato a Torino di essere una squadra solidissima, che raccoglie i frutti di un percorso che in campionato l’ha vista dominare nel corso del girone d’andata e arrivare prima in classifica a questa pausa di febbraio. Se per tanti mesi sei davanti, non può essere un caso».

Ripensando a mente fredda alle battute finali della semifinale, sul 64-70 Trieste sembrava poter controllare la gara. C’è qualcosa, nei decisivi ultimi minuti, che avreste potuto fare meglio?

«Abbiamo perso, per forza qualcosa avremmo potuta farla meglio. In quei momenti c’è mancata un po’ di lucidità, non vuole essere una scusante ma si è avvertita un po’ di stanchezza. Poi è chiaro, i demeriti nostri devono anche tener conto dei meriti di un’avversaria che ha saputo tirar fuori il meglio di sé proprio quando serviva».

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C’è un immagine, una fotografia, un complimento che si porta via da Torino e che le ha fatto più piacere?

«La telefonata di Meo Sacchetti il giorno dopo la semifinale. Assieme abbiamo vinto la coppa a Cremona nel 2019, lo avevo già salutato in campo prima della palla a due, ma il fatto che mi abbia chiamato per farmi i complimenti per la partita giocata mi ha fatto davvero un immenso piacere».

Metro arbitrale permissivo, nel corso della gara ci sono stati tanti contatti non fischiati e nel finale qualche decisione ha destato perplessità. Tra le tante, quella che ha portato al suo fallo tecnico. Cosa ne pensa?

«Penso che il basket sia uno sport di contatto, abbiamo giocato una partita molto fisica e personalmente credo sia giusto così. Sul tecnico ho sbagliato io. Sono i giocatori che devono adeguarsi al metro arbitrale, poi gli errori ci stanno e fanno parte del gioco. Sbagliamo noi giocatori, sbaglia anche chi è chiamato a dirigere la partita. Ma entrando nello specifico del match giocato contro Trento, gli arbitri non hanno minimamente influito sull’esito della sfida e l’hanno diretta bene».

Archiviata la Coppa Italia, dopo la pausa legata al doppio impegno della Nazionale, ci si rituffa in una Serie A pronta a vivere la volata finale in vista dei play-off. Ci saranno da valutare le condizioni di Denzel Valentine, uscito dal campo malconcio dal match contro Trento, bisognerà capire allo stesso tempo quanto Colbey Ross dovrà restare fuori dopo l’operazione alla mano eseguita ormai dieci giorni fa. Che Trieste ritrova il campionato?

«Una squadra determinata a ripartire da dove aveva lasciato, con la consapevolezza di essere forte e di poter dire la sua in un campionato così equilibrato. È una sensazione che avevo prima di giocare questa Coppa Italia e ne avuto conferma anche durante le Final Eight disputate a Torino. Quest’anno c’è tanto equilibrio, non vedo una squadra nettamente superiore alle altre». —



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