Istituzioni e aziende italiane tracciano la via per il nuovo nucleare sostenibile

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Al convegno organizzato dal Gruppo FDI alla Camera si è discusso di come, grazie all’energia nucleare, l’Italia potrebbe sviluppare soluzioni che riducano le emissioni di CO2, garantiscano una maggiore sicurezza energetica e ottimizzino l’uso delle risorse naturali

Oggi, nella Sala della Lupa della Camera dei deputati, si è tenuto il convegno “Il nuovo nucleare sostenibile: un’opportunità per l’Italia? Un passo cruciale per la transizione energetica”, promosso da Riccardo Zucconi, deputato e responsabile Energia di Fratelli d’Italia alla Camera, in collaborazione con il Gruppo FdI a Montecitorio.

Con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, il nostro Paese è chiamato a sviluppare soluzioni che riducano le emissioni di CO2, garantiscano una maggiore sicurezza energetica e ottimizzino l’uso delle risorse naturali. In questo contesto, l’energia nucleare – con un forte accento sulla ricerca verso la fusione nucleare – emerge come una delle opzioni più promettenti per contribuire alla trasformazione energetica sostenibile.

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IL CONVEGNO SUL NUCLEARE SOSTENIBILE ORGANIZZATO DA FDI ALLA CAMERA

L’evento è iniziato con l’introduzione di Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI e co-presidente del Gruppo ECR al Parlamento europeo. Sono intervenuti poi Claudio Barbaro, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Paolo Trancassini, questore anziano della Camera dei Deputati, Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

Dopo i saluti istituzionali di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, Mauro Rotelli, presidente della VIII Commissione alla Camera e Francesco Filini, deputato e coordinatore dell’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia, hanno preso la parola le aziende: Alessandro Sabbini di Eni, Nicola Rossi di Enel, Daniela Gentile di Ansaldo, Gian Luca Artizzu di Sogin, Franco Cotana di RSE, Francesco Campanella di Isin, Elisabeth Rizzotti di Newcleo e Marco Ricotti di Cirten e professore al Politecnico di Milano.

TRANCASSINI: RAFFORZARE LA SICUREZZA ENERGETICA

“Il contesto geopolitico attuale ha reso evidente la necessità di rafforzare la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza da fonti esterne. L’aumento dei costi dell’energia e le sfide legate alla transizione ecologica richiedono un approccio strategico fondato su diverse soluzioni per garantire stabilità, sostenibilità e competitività”. Così Paolo Trancassini, Questore anziano della Camera, che ha aggiunto: “dobbiamo elaborare un mix energetico equilibrato basato sulle tecnologie di cui disponiamo di quelle che stiamo sperimentando e di quelle ancora da identificare – ha aggiunto -. In questo quadro il nucleare sostenibile rappresenta una opportunità concreta per l’Italia. L’integrazione delle più avanzate tecnologie nucleari con le fonti rinnovabili consente di sviluppare un sistema energetico sicuro ed efficiente contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e Indipendenza energetica. Il governo italiano ha adottato una strategia basata sulla neutralità tecnologica permettendo l’utilizzo di tutte le soluzioni disponibili tra cui energie rinnovabili, gas, biocarburanti, idrogeno e sistema di cattura della CO2. Per affrontare questa sfida l’Italia ha istituito la piattaforma nazionale per l’energia nucleare sostenibile con l’obiettivo di coordinare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari. Nel medio e nel lungo periodo l’approccio italiano si distingue per pragmatismo e visione strategica senza pregiudizi ideologico e ciò al fine di uscire dalle curve dalle contrapposizioni da tifo mentre si continua a investire in ricerca e innovazione. È fondamentale attuare sin da subito misure concrete per rispondere alla crisi energetica e climatiche in corso attraverso scelte equilibrate e lungimiranti e rafforzare la posizione nella transizione energetica globale contribuendo a un futuro più sicuro e sostenibile”.

PROCACCINI (FDI): NUCLEARE RISPONDE A ESIGENZE DI MIX ENERGETICO AMPIO E DIVERSIFICATO

Per Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI Europa e Co-presidente del Gruppo Ecr all’Europarlamento, “la produzione di energia nucleare è una opportunità anzi direi una necessità per l’Italia dato l’obiettivo di aumentare nel più breve tempo possibile e nella maniera più sostenibile possibile. La produzione energetica nazionale anche oggi fa parte del dibattito politico corrente alternativo di ridurre il costo della bolletta per famiglie ed imprese ma non è tema che nasce oggi nasce colpevolmente in anni in cui troppi governi e non si sono posti l’obiettivo di perseguire una autonomia energetica nazionale. Questa miopia strategica si è poi affiancata alla pressione ambientalista che conosciamo bene. Il nucleare risponde ad entrambe le esigenze all’interno di un mix energetico attualmente ampio e diversificato. Ovviamente dobbiamo essere lucidi e onesti con noi stessi per quanto riguarda il nucleare da fusione e le nuove tecnologie è SMR non sono ancora disponibili sul mercato mentre pensare di impiantare una centrale atomica della tipologia attualmente disponibile con sarebbe realistico né sensato”

“Si intravede nell’orizzonte la fusione nucleare – ha aggiunto Procaccini -, che rappresenta il Sacro Graal delle fonti energetiche. Il gruppo dei conservatori europei che pure presiedo ha realizzato un rapporto aggiornato e completo che presenteremo in anteprime in Italia il prossimo 6 marzo a dimostrarlo sarà il fisico Piero Martini dell’università di Padova. Diciamo che idealmente rappresenta il secondo tempo del convegno di oggi a dimostrazione che Fratelli d’Italia non è solo forza politica consentiva ma approfondisce i termini ed elabora le sue proposte con serietà ed attenzione”.

BARBARO: L’ITALIA PUÒ AVERE RUOLO CHIAVE NELLO SVILUPPO DI TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA

Il nuovo nucleare sostenibile “è un’opportunità per l’Italia. Il vostro contributo rappresenta un passaggio importante per individuare soluzioni strategiche, efficaci e lungimiranti”. Lo ha dichiarato Claudio Barbaro, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che ha aggiunto: “il ruolo che il nucleare può svolgere nel garantire un futuro più sicuro, sostenibile e indipendente dal punto di vista energetico è collegabile all’obiettivo della decarbonizzazione e impone scelte strategiche e lungimiranti. In questo scenario, il nucleare di nuova generazione e la ricerca sulla fusione rappresentano un’opportunità che merita un’analisi approfondita basata su dati, innovazione e cooperazione tra istituzioni di ricerca e industria. Più in generale, una transizione sostenibile, sicura e competitiva può essere immaginata oggi solo abilitando tutte le tecnologie esistenti e future. Ciò significa valutare la generazione di energia rinnovabili, da gas e anche da fonte nucleare. Nel Piano nazionale integrato energia e clima abbiamo scelto uno scenario nucleare conservativo: abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle nuove opportunità offerte dai piccoli impianti modulari, che presentano livelli di sicurezza molto superiori alla grande maggioranza degli impianti attuali. Le sfide sono ambiziose, ma le opportunità sono straordinarie: con una strategia basata su investimenti mirati, cooperazione internazionale e un forte impegno nella ricerca – ha concluso Barbaro –, l’Italia può giocare un ruolo chiave nello sviluppo di tecnologie energetiche all’avanguardia”.

Per il vicepresidente della Camera “ha ragione da vendere chi dice che non si possa approcciare la materia energetica in maniera ideologica. È esattamente quanto sta accadendo da troppi anni con lo sviluppo fuori misura anche di fotovoltaico ed eolico, perché l’ideologia talvolta si approvvigiona anche di futuro, e quindi tutto ciò che passa per le fonti rinnovabili non sempre rappresenta la totale risoluzione dei problemi”. Lo ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, intervenendo al convegno “Il nuovo nucleare sostenibile: un’opportunità per l’Italia? Un passo cruciale per la transizione energetica”, promosso dal responsabile Energia di Fratelli d’Italia alla Camera, Riccardo Zucconi e svoltosi oggi Camera.

“Così come – ha proseguito Rampelli – un repentino abbandono delle fonti fossili – gas, petrolio e carbone -, l’obiettivo ambizioso di rallentare le alterazioni climatiche attraverso questa decarbonizzazione annunciata. E’ un biettivo sicuramente condiviso, ma in realtà è poco comprensibile, ad esempio, vedere in parallelo crescere la cultura degli inceneritori di materie prime o termocombustori nel trattamento del ciclo dei rifiuti umani e in parziale negazione dell’ormai condiviso principio dell’economia circolare. Questi avrebbero emissioni sostanzialmente innocue per la salute umana, mentre gli abbattitori di particelle delle centrali a carbone, che appartengono alla stessa tecnologia, non sarebbero altrettanto efficaci. Poi c’è il necessario riferimento all’asimmetria con il resto del mondo: se i Paesi maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico e dell’immissione di CO2 nell’atmosfera (Stati Uniti e Cina) in quantità superiori alla metà del totale proseguiranno su questa strada, accadrà che la nostra capacità produttiva di trasferire altrove, con un danno moltiplicato per enne volte, prenderà il sopravvento”.

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RAMPELLI: IL CENTRODESTRA VUOLE UNA DECARBONIZZAZIONE CHE NON UCCIDA L’ECONOMIA

“La risposta del mix energetico avanzata a monte da Fratelli d’Italia e dal centrodestra è la più limpida perché, pur avendo l’obiettivo strategico della decarbonizzazione, non lo assume come un mantra e cerca di raggiungerlo senza uccidere lo sviluppo e l’economia, necessarie agli esseri umani per vivere. Pragmaticamente – ha aggiunto Rampelli – in Italia, per accelerare il più possibile l’obiettivo della decarbonizzazione, dovremmo investire nell’idroelettrico, nel geotermico, nel solare, nell’eolico. Le biomasse producono il 50% in più di emissioni inquinanti delle centrali a carbone, pur essendo tecnicamente rinnovabili. Tra queste, l’unica ad alto potenziale e buona anche per far camminare l’industria, è l’idroelettrico.

RAMPELLI: È LA SOVRANITÀ ENERGETICA CHE PRODUCE L’INDIPENDENZA DA ALTRI STATI

“Un elemento di rilievo che occorre tenere presente, almeno per noi, è la sovranità della fonte di energia. È la sovranità della fonte di energia quella che produce indipendenza da altri Stati. Ad esempio – ha spiegato Rampelli – abbiamo petrolio in Basilicata, 3,5 milioni di tonnellate di greggio l’anno, l’80% della produzione nazionale. Una percentuale non trascurabile del nostro fabbisogno, che resterà estraibile fino al 2068. Beh, misteriosamente, questo giacimento è distribuito tra l’italiana Eni, la francese Total, la britannica Shell e la nipponica Mitsui. Il tutto con il nostro placet. Non è chiaro agli italiani la ragione per cui non siano loro i proprietari esclusivi delle concessioni estrattive del poco greggio esistente sul territorio nazionale; ancor meno quella che giustifichi l’acquisto, 10 anni fa, da Total del 25% da parte della multinazionale giapponese Mitsui. Il forte impatto ambientale dei giacimenti Tempa Rossa, in Basilicata, offrono un beneficio unico per circa 150.000 residenti, che si ritrovano a pagare la bolletta energetica, in particolare il gas, a prezzi stracciati, praticamente in maniera gratuita”.

ZUCCONI (FDI): I DUE CAPISALDI DELL’ENERGUA SONO MIX ENERGETICO E NEUTRALITÀ TECNOLOGICA

“Questa iniziativa – ha spiegato Riccardo Zucconi di FdI – segue il lavoro che Fratelli d’Italia sta già facendo da tempo attraverso l’attività per esempio del presidente della Commissione Ambiente che ha avviato non a caso questa serie di audizioni che sono state interessantissime, attraverso il lavoro che sta facendo come coordinatore dell’ufficio studi l’onorevole Filini che produce dossier su tutti i temi ma si è in particolare concentrato negli ultimi tempi proprio su questi temi. È un supporto indispensabile per tutti i parlamentari di Fratelli d’Italia. Fratelli d’Italia che anche su questa su questa questione vuole avere un approccio che è quello indicato dal Presidente del Consiglio: quando si parla di energie e i due capisaldi sono mix energetico e neutralità tecnologica. Questa tavola rotonda si inserisce pienamente in questa linea di indirizzo, non a caso sono presenti gli operatori, le aziende, l’università la ricerca. È da qui che deve venire sicuramente il supporto maggiore per sviluppare poi una linea senza compiere gli errori del passato perché oggettivamente oggi l’Italia sconta il fatto che per un buon decennio quando il problema dell’energia veniva sempre più a crescere i governi che si sono succeduti non ha avuto una visione. Non voglio citare l’Islanda con il suo geotermico che il governo Meloni ha sbloccato, non voglio citare la Norvegia col suo settore idroelettrico e siamo qua come governo italiano ora a rincorrere la possibilità è in Europa di togliere dai requisiti del Pnrr proprio le aste per l’idroelettrico. Opera oggi molto difficile non capiamo perché in passato però sia successo questo. Citavo Islanda e Norvegia ma basterebbe visitare Spagna e Francia li hanno avuto una visione hanno implementato il più possibile rinnovabili senza rinunciare alla produzione da nucleare. I risultati è che i cittadini italiani e le aziende italiane pagano un costo dell’energia spaventosamente superiore e questo ci penalizzerà non solo ora ma in futuro al 2050 quando raddoppierà il consumo di energia elettrica. Dobbiamo correre ai ripari”.

SABBINI (ENI): IL NUCLEARE DA FISSIONE È UNA FONTE ENERGETICA SICURA

“La fusione nucleare è un processo diverso da quello della fissione: si basa sul costringere sostanzialmente degli isotopi di idrogeno a fondersi, rilasciando quantità enorme di energia. È una fonte sicura, non c’è possibilità fisica né di meltdown né di reazione a catena, quindi in questo si distingue dall’energia da fissione”. Lo ha dichiarato Alessandro Sabbini, responsabile Rapporti istituzionali centrali e coordinatore Public Affairs Programma Fusione magnetica di Eni, che ha aggiunto: “la fusione è sostenibile, non c’è produzione di CO2, ed è virtualmente illimitata, perché si basa su materie prime molto facilmente reperibili in natura. Il deuterio è un isotopo dell’idrogeno che si può derivare facilmente dall’acqua marina e il trizio è un altro isotopo si può produrre all’interno della catena stessa. È efficiente, perché è un’energia baseload, quindi non subisce i problemi delle energie rinnovabili relativamente all’intermittenza, e può sfruttare in buona parte le infrastrutture energetiche esistenti, quindi anche da questo punto di vista non ha bisogno di una reingegnerizzazione completa delle infrastrutture”.

ROSSI (ENEL): ABBIAMO UNA VISIONE DI STAFFETTA TECNOLOGICA, IL PRIMO STEP SARANNO GLI SMR

“In Enel abbiamo un’esperienza importante e radicata sia sotto il profilo dell’esercizio – in Spagna noi gestiamo 6 impianti con una potenza installata di 6,3 GW , quindi una flotta nucleare importante – e abbiamo anche realizzato uno degli ultimi impianti nucleari che è stato messo in servizio nel 2023, quindi abbiamo anche un’esperienza radicata nel mondo delle costruzioni”. Lo ha dichiarato Nicola Rossi, responsabile innovazione di Enel

“Dal punto di vista tecnologico – ha aggiunto Rossi -, la nostra è una visione un po’ di una staffetta tecnologica. Cioè, se guardiamo al nucleare, abbiamo varie opzioni che si posizionano nel tempo una dopo l’altra, perché oggi sono a diversi livelli di maturità. Vediamo come primo step intermedio quello dei piccoli reattori modulari, tecnologie intorno ai 300 MW di potenza. Sono tecnologie che oggi vedono alcuni progetti già in avanzata fase di sviluppo, progetti che hanno cioè superato la fase di licesing e che sono in fase di costruzione anche nel mondo occidentale. Esistono tecnologie di questo tipo che vedranno la prima implementazione nel 2029, quindi in un periodo di tempo molto vicino, e che riteniamo interessanti perché superano quello che è stato il problema dei grossi impianti sugli extracosti e dei ritardi, legati al fatto che in Europa non si sono mai più costruiti questi impianti per tanto tempo e, quando si è iniziato a farli, ci siamo trovati di fronte ad un processo di costruzione di veri e propri prototipi. Se guardiamo i reattori nucleari che sono stati avviati in costruzione dal 2001 in avanti, la Cina ne ha avviati 75, la Corea 13, l’Europa 5 e gli Stati Uniti 2. Capiamo quindi come quella che è la learning curve – che si genera facendo le cose, imparando e replicando le esperienze – nel mondo occidentale è mancata”.

GENTILE (ANSALDO): LA PROGRAMMABILITÀ E LA DURATA DEL NUCLEARE GENERANO COMPETITIVITÀ

“Ansaldo Energia vede all’interno del suo portafoglio un po’ tutte le forme di produzione di energia, da quelle convenzionali al comparto rinnovabile e il nucleare, in cui il gruppo Ansaldo è presente da sempre, e lo ha fatto mantenendo anche qui un po’ le competenze vive su tutti i settori, ovviamente lavorando molto all’estero”. Lo ha dichiarato Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, che ha spiegato: “per quello che riguarda le attività legate all’estensione della vita utile degli impianti o alla realizzazione di nuovi impianti, il mercato era spostato verso l’estero, quindi è stato fondamentale per noi partecipare a progetti per la realizzazione di nuovi impianti. Cito l’impianto di Cerandova in Romania, che appartiene agli Anni 90 e che ha poi generato opportunità di business per l’azienda che si sono concretizzate anche recentemente.

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Ansaldo allora partecipò alla realizzazione di un rettore della generazione propria degli anni 90, per poi raddoppiarlo all’inizio degli anni 2000. Adesso abbiamo due importantissime opportunità sul tavolo: la prima, partecipando ad un progetto per la realizzazione di ulteriori due nuove unità in Romania che implementano tutte le logiche e le normative di sicurezza che sono nate a valle degli eventi di Chernobyl e di Fukushima. Un altro comparto nel quale siamo rimasti attivi è quello legato alla corretta estensione della vita utile degli impianti. Anche qui parliamo di iniziative all’estero. È stato citato come l’energia nucleare possa essere programmabile e duratura nel tempo, perché gli impianti possono subire attività e operazioni per estenderne la vita fino ad arrivare a 60 anni. Tutto questo poi genera una competitività di Paesi come la Spagna e la Francia che è di gran lunga superiore al costo dell’energia in Italia”.

ARTIZZU: UNA CENTRALE PRODUCE QUANTITÀ RIFIUTI MINIMA RISPETTO AD ELETTRICITÀ CHE PRODUCE

Per l’amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, “il tema delle scorie nucleari è stato e viene utilizzato contro il nucleare tout court, ma un impianto in funzione in realtà produce una quantità minima di rifiuti rispetto a quello che produce come quota di energia elettrica. La centrale nucleare di Caorso, nei quasi 5 anni in cui ha funzionato realmente e non a pieno regime, ha prodotto circa 29 miliardi di kilowattora, cioè 6 miliardi di kilowattora l’anno. Non è poco e non stava funzionando a pieno regime. I rifiuti prodotti da Caorso in quei 5 anni sono minimali, ma se consideriamo tutto il decommissioning dell’impianto, abbiamo dei rifiuti spropositati rispetto a quanto è stato prodotto, perché è stato fatto lavorare poco”.

“I rifiuti radioattivi italiani – ha aggiunto Artizzu – sono davvero poca cosa: se dovessi portare tutte le scorie ad alta attività all’interno di cask (le grossi botti di acciaio schermate) e dovessi metterle in una stanza, occuperebbero metà di questa sala (la Sala della Lupa della Camera, ndr). Poi si producono tanti altri rifiuti a più bassa attività, che sono prodotti dalle attività giornaliere, come le tute non lavabili che indossano gli operatori”.

ARTIZZU: IN ITALIA NESSUN BLOCCO A COSTRUIRE NUOVE CENTRALI PER DECOMMISSIONING

“Il tema del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi apparentemente blocca il nuovo nucleare, ma non è così. È un argomento che ho tentato di sfatare. Non esiste nessun blocco tecnico alla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia a causa del decommissioning: il decommissioning ha le sue lentezze, anche se confrontandoci con il decommissioning in altri Paesi andiamo circa alla stessa velocità. Per quanto riguarda la costruzione di nuove centrali – ha detto ancora Artizzu – è normale all’estero avere nello stesso sito una centrale in funzione, una in decommissioning e una in fase di sviluppo, anche con tecnologie diverse. Noi stiamo partecipando al decommissioning estero di una delle centrali del comprensorio di Bohunice, in Slovacchia, e lì c’è di tutto contemporaneamente. Io credo che questo tema vada affrontato in modo diverso e che dovremmo domandarci se stiamo comunicando correttamente cosa sono i rifiuti nucleari e come vengono trattati. Sono rifiuti tecnologici sicuri, confinati, multibarriera e che, sistemati in un deposito fatto apposta, cedono all’ambiente un livello di radioattività pari a quello di 1000 banane, un volume cioè non percepibile rispetto alla radiazione di fondo”.

COTANA (RSE): I NOSTRI SCENARI PREVEDONO 8 GW SUDDIVISI IN 23 MINI REATTORI

“RSE si occupa di ricerca ma anche di supportare il Ministero dell’Ambiente nella pianificazione nella prospettiva energetica dando il supporto per l’elaborazione del Pniec il piano Nazionale integrato delle energie del clima. E anche in questa veste noi siamo stati coinvolti come partner nel nell’istituzione della piattaforma Nazionale nucleare sostenibile istituita dal ministro Pichetto. Questa piattaforma vuole essere un supporto tecnico scientifico alla conoscenza della problematica nucleare in tutti i suoi aspetti”. Lo ha detto Franco Cotana, ad di Rse, che ha aggiunto: “alla piattaforma hanno partecipato oltre 100 esperti in raggruppati in sette gruppi di lavoro, 20 atenei associazioni scientifiche professionali e 31 imprese – ha aggiunto – Ritengo che questa piattaforma sia uno strumento di conoscenza prima di tutto ma anche di indagine pianificazione di rilievo della maturità tecnologica e di quello che nel mondo si sta facendo in queste filiere. Il coordinamento è stato assegnato a noi di Rse insieme all’Enea Quindi abbiamo avuto un ruolo importante e i miei collaboratori hanno partecipato ai sette gruppi. Bene, i risultati ottenuti sono impressionanti e notevoli molte cose sono state già rilevate qui da dagli operatori industriali e diciamo che quello che abbiamo fatto in più come RSE essendo noi abbastanza esperti diciamo nella scenaristica è quello di andare a vedere i due mondi un mondo senza nucleare un mondo con il nucleare per l’Italia che cosa succede al 2050 al 2040”.

“In base a queste valutazioni dobbiamo dire innanzitutto che al 2050 la penetrazione dell’energia elettrica sarà notevolmente maggiore di oggi: si diceva prima che oggi l’energia elettrica è circa 311 TWh rispetto a un consumo di energia primaria di 1400 poi di energia ai consumi finali sarà 1.100. E questa produzione di energia elettrica praticamente quasi raddoppia perché in presenza di nucleare arriverà a 596 TWh. Questa è la nostra stima rispetto a un consumo totale di energia che dovrebbe attestarsi intorno ai 1000-1100 TWh perché dobbiamo scendere nei consumi facendo efficienza. Ovviamente però dobbiamo tener presente come veniva prima ricordato che ci sono altri consumi l’intelligenza artificiale, i Data Center che stanno in maniera esponenziale assorbendo energia elettrica quindi il vettore energia elettrica è destinato a un forte sviluppo e da questo puto di vista le energia rinnovabili programmabili e non daranno un contributo significativo in assenza di un sistema che regoli la stabilità della rete e di una prospettiva di accumuli ovviamente dovremo immaginare un sistema elettrico che rimanga stabile. Questo scenario con gli accumuli non basta a stabilizzare la rete e bisogna ricorrere al gas naturale ma dovendo andare verso il net zero dobbiamo cattura la CO2. In presenza di nucleare abbiamo più possibilità di produrre idrogeno a basso costo che può servire non solo per la mobilità ma anche per i fertilizzanti e a fare calore”, ha detto Cotana.

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“La produzione minima di nucleare si attesta attorno agli 8GW di potenza, 23 mini reattori, ma se lasciamo libero il modello senza vincoli ci restituisce una prospettiva di 25 GW di potenza elettrica di nucleare da fusione e questo significa passare dall’11% al 35 di energia elettrica da nucleare. La fusione per Rse è importante, abbiamo firmato un accordo con BLueLaser Fusione e pensiamo che oltre al confinamento magnetico ci possa essere una tecnologia con il confinamento inerziale”.

CAMPANELLA (ISIN): NON VOGLIAMO ESSERE UN FRENO, MA SERVE RAFFORZARE AUTORITÀ

“Isin come autorità regolatoria competente si trova in una situazione che un po’ esclusiva rispetto alle altre componenti di sistema. Sappiamo che il dibattito in questo momento è molto acceso su quello che può essere il ruolo dell’energia nucleare nel processo di decarbonizzazione del nostro paese ma Isin in quanto autorità regolatoria indipendente a questo dibattito non è giusto che partecipi e quindi in qualche modo deve rimanere esterna al dibattito e attendere le decisioni politiche che stabilirà per il bene del paese quale sarà la scelta migliore da fare. Il nostro compito quindi in questo momento non è schierarci su nucleare si o no noi siamo già molto ben orientati e focalizzati sul nucleare di oggi che è molto meno percepito ma di lavoro ne da tanto. Quello che dobbiamo fare è cercare di essere pronti per il nucleare di domani quando si concretizzerà. E allora per essere pronti dato che a me non piace semplicemente rimanere a guardare quella che è la condizione migliore a livello di strategia per l’ispettorato, è quello di dimostrarsi con l’organizzazione aperta al confronto, pronta a sedersi su tutti i tavoli, pronta all’interazione con gli stakeholder istituzionali e non, pronta ad interazioni con i portatori di interesse”. Lo ha detto Francesco Campanella, direttore di Isin.

“Noi in quanto indipendenti non siamo in nessun modo imbarazzati dal parlare e dal sederci con tutti quanti. Perché crediamo che dal confronto venga fuori l’autorevolezza. Quindi il ruolo migliore che l’autorità indipendente può avere in questo momento è cercare di farsi percepire come elemento di sistema che non introduce problemi ma che porta soluzioni. Ecco quello che ci piacerebbe fare da subito per quello che può essere utile, essere coinvolti dagli stakeholder istituzionali, dai portatori di interesse per capire che strategia si voglia mettere in atto nel futuro in questo paese e non tanto per condizionare le scelte che debbano essere fatte ma per farci trovare pronte quando sarà, perché vedete noi siamo attualmente una sessantina di tecnici una trentina di amministrativi. L’età media dei nostri dipendenti è di 49 anni quindi in qualche modo che cosa dobbiamo fare: Dobbiamo essere in qualche modo potenziati ed essere pronti cercando di ringiovanire i nostri specialisti quindi di abbassare l’età media cercando di fare esperienza all’estero, cercando di fare partnership con autorità di altri paesi per far sì che l’Italia possa un domani contare sulla autorità regolatoria moderna e che non rappresenta un collo di bottiglia perché io sono convinto che molte delle componenti di sistema hanno in fondo l’idea che può essere per la verità condivisa da molti che alla fine la pubblica amministrazione in questo processo diventerà un collo di bottiglia perché tutti procederanno una grande velocità per motivi legati ad opportunità o a motivi di profitto e che la pubblica amministrazione l’autorità dei regolatori in qualche modo possano essere in grado di procedere alla stessa velocità di crociera”.

“Ecco, noi non vogliamo diventare il freno di nessuno e vorremmo porci nell’unica condizione in cui secondo me ci dobbiamo porre cioè in questo sistema dobbiamo essere in qualche modo dei leader e per essere dei leader devi condividere gli obiettivi degli altri e procedere alla stessa velocità di crociera, non abbiamo timore di farlo con grande umiltà quindi senza presunzione però da subito facendo squadra perché l’indipendenza ce la portiamo nella nostra mente ma il lavoro insieme ci gratifica molto e vorremmo continuare a farlo”, ha concluso Campanella.

RIZZOTTI (NEWCLEO): PROCESSO LICENSING IN CORSO IN FRANCIA, SPERIAMO DI POTER APPRODARE IN ITALIA

“Il processo di licensing per le nostre tecnologie è in corso in Francia, il nostro desiderio è portarle anche in Italia. Al momento il 2031 è la prima data in cui opereremo un reattore nucleare in Francia e il 2033 per produrre su scala commerciale i nostri impianti. Sono d’accordo sulla neutralità tecnologica, la fusione è il modello a cui tendere mentre la fissione di quarta generazione è un elemento di continuità”. Così Elizabeth Rizzotti di newcleo.

RICOTTI (POLIMI): ITALIA OTTIMAMENTE POSIZIONATA NEL SETTORE

Secondo Marco Ricotti, presidente del Consorzio Cirten e professore del Politecnico di Milano, “l’Italia è ottimamente posizione sulla ricerca nucleare, fissione, fusione ma anche radioprotezione, applicazioni medicali e ambientali. L’Italia è tra le prime al mondo per la produzione scientifica quindi siamo pronti per la ricerca – ha aggiunto -. Il nucleare contribuisce a dare soluzione al trilemma energetico, ha il più basso tasso di emissione per KWh prodotto, presenta una filiera interamente europea, infine un euro di investimento in fissione consente un ritorno di 80 centesimo con 20 avviati all’estero. Infine stabilizza e abbassa i costi dell’elettricità e garantisce una fornitura continua”.



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