Il video dell’imprenditore – assessore che “svela” il sistema Cannata: Procura a caccia dei soldi

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Il “sistema Cannata” è racchiuso in più di una carpetta sul tavolo dei magistrati di Siracusa. C’è un’inchiesta datata, e non ancora conclusa, senza indagati, che riguarderebbe anche alcuni aspetti della vita amministrativa del municipio di Avola. E poi c’è un fascicolo a modello 45, dunque al momento senza indagati né ipotesi di reato, per capire come funziona davvero il meccanismo di finanziamento del gruppo politico del deputato nazionale di FdI, raccontato ieri da La Sicilia.

La piramide feudale

La Procura è sulle tracce della “piramide feudale” – assessori e presidenti del consiglio comunale di Avola che versavano, e continuano a versare, parte delle indennità a Luca Cannata, leader meloniano locale – già da qualche tempo. L’ alert più concreto, quando già gli uffici di viale Santa Panagia avevano cominciato a investigare sul mondo attorno all’allora sindaco della città della mandorla, arriva dall’ex assessore Antonio Orlando, imprenditore agrumicolo, negli ultimi scampoli della campagna elettorale che ha eletto Rossana Cannata a sindaca, successora del fratello.

Il video che inguaia tutti

È l’8 giugno 2022 e Orlando ha già abbandonato il carro dei cannatiani. Ma gli stracci volano in piazza e atterrano su Facebook. «Luca, tu sei il padrone assoluto – affermava Orlando in un video pubblicato sulla sua pagina – Io sono un imprenditore, non ho bisogno della politica. Forse la tua rabbia è che io non sono stato sottomesso e ricattabile con te, giusto? Io non sono stato nel tuo libro paga, come dicono tutti. Tu sei stato nel mio libro paga, Luca […] Tu non mi hai fatto dormire. Ora non dormi tu. Io sono qua, ci ho messo la faccia e sono a disposizione». Un messaggio chiarissimo che arriva dritto ai destinatari più evidenti.Ci vuole poco perché l’ex assessore Orlando venga chiamato dalla polizia per spiegare di che parlava. Secondo quanto risulta a questo giornale, il fascicolo più recente, quello per fatti che non costituiscono reato, è quello che viene aperto dopo il video. Pare che anche altri testimoni siano stati sentiti dal commissariato di Avola, senza che offrissero particolari spunti. In precedenza, nel periodo dell’accesso ispettivo della Prefettura per l’ipotesi di infiltrazioni mafiose, sull’argomento era andata addirittura peggio: «Nessuno aveva voluto parlare», confidano fonti investigative.Adesso, però, ci sono le testimonianze emerse ieri sulla stampa, che potrebbero servire per integrare la storia. «Mi hanno chiamato e ci sono andato – rivela Orlando a La Sicilia – ma non ho più saputo niente di come sia andata a finire».

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