Bollette di luce e gas da migliaia di euro piovono anche sul Salento, un po’ come in tutta Italia. Tant’è che il Governo nazionale ora sembra intenzionato a correre ai ripari. Intanto, nella migliore delle ipotesi, si tratta di consumi «stimati» e non, quindi, reali. Il più delle volte, però, la colpa è dei prezzi «indicizzati» e, di conseguenza, soggetti alle continue variazioni del costo delle materie prime che, a sua volta, è influenzato da chissà quali scenari anche e soprattutto a livello internazionale: conflitti o comunque tensioni tra diversi Paesi, l’imposizione di dazi, sanzioni, l’aggiunta di accise o paradossalmente – giusto per utilizzare una metafora parecchio in voga in questo periodo – per il fatto che qualcuno dall’altro capo del Globo stia calpestando le formiche.
Ma non mancano neppure «errori di comunicazione» dei contatori o nella compilazione degli avvisi di pagamento. In ogni caso tutto questo porta ad un solo ed unico risultato: bollette di luce e gas lievitate di centinaia, se non addirittura migliaia di euro in più rispetto alla norma.
Le previsioni
Nei mesi scorsi gli avvisi su possibili, anzi quasi certi rincari sui costi dell’energia si sono moltiplicati, mettendo in allarme famiglie e imprese. Ma ovviamente, quando la bolletta pazza arriva al destinatario, il colpo è assicurato. E allora partono le telefonate con l’obiettivo di ottenere chiarimenti o, se ci si affida ad una società tra le più organizzate sul territorio, si va direttamente agli sportelli fisici a chiedere conto. Negli altri casi, se il contratto di fornitura è stato sottoscritto online, allora bisogna armarsi di una buona dose di pazienza. Perché spesso venire a capo di promozioni e offerte irrinunciabili, che poi alla distanza non si rivelano tali, equivale a destreggiarsi in una vera e propria giungla. In particolare dopo il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero. Nel primo, regolamentato dallo Stato, si offrivano prezzi stabiliti da Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, organismo indipendente istituito con la legge numero 481 del 1995). Nel mercato libero, invece, i prezzi sono stabiliti dalle stesse aziende fornitrici e variano in base a domanda e offerta. E se questo garantisce maggiore concorrenza tra fornitori energetici (in teoria, maggiori possibilità di risparmiare), il rovescio della medaglia è che l’utente finale è meno tutelato da possibili rincari.
Spesso e volentieri ci si rivolge alle associazioni di consumatori che offrono consulenza, anche legale, se le controversie non si risolvono bonariamente e si è costretti a fare la voce grossa. È il caso di un anziano 77enne di Lecce, proprietario di un’abitazione sfitta, che ha ricevuto una fattura per la fornitura del gas da 1,245 euro. «Da un controllo con un esperto – spiega – ho scoperto che le letture riportate nella bolletta erano stimate con consumi abnormi rispetto al consueto. Una volta effettuata la lettura sul contatore, abbiamo inviato un reclamo alla società di fornitura e alla società di distribuzione, chiedendo di adeguare la bolletta ai consumi reali e di effettuare un ricalcolo degli importi della stessa. Così – aggiunge il 77enne – ho ottenuto un rimborso a copertura dei costi già sostenuti».
E, in questo contesto da Far West, l’uomo può ritenersi fortunato. In tanti altri casi non si riesce ad avere giustizia perché, come è capitato ad una famiglia residente nel quartiere Stadio. Anche in questo caso, ad un certo punto, è stata recapitata una bolletta da quasi 2mila euro. «Abbiamo verificato come quell’aumento – ovviamente non in linea con i mesi precedenti – era un effetto dell’offerta attiva sulla fornitura, indicizzata, e quindi il costo della materia prima varia ogni mese – dice il capofamiglia –. Al mio indirizzo di posta elettronica sarebbe stata inviata una mail, che informava di modifiche contrattuali unilaterali. Ma o non l’ho proprio vista o l’ho sottovalutata. Non ricordo, sinceramente. E allora ho deciso di cambiare gestore e passare a contratti di fornitura a prezzi fissi. Sempre alti, magari, ma almeno sempre quelli».
Infine, nel caso di una cooperativa sociale di Lecce, la responsabile ha ricevuto una fattura del gas di 1.398 euro per colpa – si è poi scoperto – di un guasto al contatore. E dopo averlo riparato, la società di fornitura ha emesso una fattura di conguaglio in cui – finalmente – sono stati riportati importi giusti sulla base delle letture rilevate. E tanto basta.
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